ASHIR
ASHĪR (Achir)
Antica città fortificata dell'Algeria, situata, secondo le fonti, a km. 170 a S di Algeri, nei monti del Titeri.La sua fondazione fu attribuita a Zīrī (figlio di Manād, della tribù dei Tolkata, confederazione dei Ṣanhāja), la cui famiglia si imponeva nel Maghreb centrale all'epoca in cui i Fatimidi, loro alleati, consolidavano il potere in Ifrīqiya. La data di fondazione (935), riportata da diversi autori (al-Nuwayrī, Ibn ῾Idhārī), non è confermata dal testo più antico noto, quello dell'andaluso al-Bakrī, vissuto nell'11° secolo. Questo autore scrive: "Ashīr, le cui fortificazioni furono costruite nell'anno 367 [977-978] da Buluqqīn, figlio di Zīrī ibn Manād, venne distrutta più tardi nell'anno 440 [1048-1049]". Ibn al-Athīr nel sec. 14° riporta il 973 come data di fondazione. Il testo più ricco di notizie su A. è quello di al-Nuwayrī (m. nel 1332) che riporta dettagli piuttosto interessanti: Zīrī avrebbe deportato una parte degli abitanti di Msila, di Ḥamza e di Tobna, soprattutto muratori e carpentieri, per costruire e popolare A. e si sarebbe fatto mandare dal califfo fatimide al-Qā'im "un architetto che superava per abilità tutti quelli dell'Ifrīqiya". La città avrebbe rapidamente raggiunto un'importanza considerevole tanto che Zīrī avrebbe anche battuto moneta. Dopo la morte di Zīrī, il figlio Buluqqīn ricevette il comando del Maghreb con l'ordine di condurre la lotta contro tutti i nemici dei Fatimidi. Verso il 972, il califfo al-Mu῾izz lasciò definitivamente il Maghreb e designò Buluqqīn come suo luogotenente a Kairouan. Sembra che il capo berbero però, trovandosi a disagio in Ifrīqiya, risiedesse preferibilmente ad A., dove abitava la sua famiglia e dove nacquero i suoi figli. Buluqqīn morì combattendo nel 984 e i suoi successori diversamente da lui seppero adattarsi molto bene alla vita fastosa di Ṣabra. Furono tuttavia la fondazione di una dinastia dissidente, quella degli Hammaditi, e la creazione della capitale La Qal῾a nei Monti dell'Hodna (Ḥuḍna) nel 1007 a dare il colpo mortale alla vecchia città berbera.La topografia dei luoghi rivela due complessi di rovine. Ai piedi del Jabal Lakhdar vi è una località detta Yāshīr, un campo cosparso di blocchi disuguali, dove non è stato effettuato alcun sondaggio; nei pressi sono stati portati invece alla luce i resti di un grande palazzo. Più a S, su un altopiano in pendenza, un villaggio chiamato Bénia è stato costruito sulle rovine di un precedente insediamento in cui è facilmente rilevabile il tracciato di una cinta di mura, prolungata verso S da una sorta di sperone fortificato che domina la vallata. Dal momento che non sono stati condotti scavi nella città, non è possibile stabilire se si tratti della città di Buluqqīn e se Yāshīr sia la città di Zīrī.Tra il 1951 e il 1957 sono stati portati alla luce i resti del palazzo di Yāshīr, una costruzione rettangolare di m. 7240. A S una porta con avancorpo, che ricorda da vicino l'atrio della moschea di Mahdiyya, immetteva in un vestibolo, fiancheggiato dal corpo di guardia chiuso a N da un muro. Due uscite indirette davano accesso a una vasta corte, delimitata, dalla parte dell'entrata, da un portico di cui si sono ritrovate nove basi di colonne ben allineate. In fondo alla corte un ampio locale era formato da un'anticamera molto estesa che comunicava al centro della parete nord con un'alcova probabilmente coperta da una cupola: si tratta verosimilmente del salone d'onore in cui il signore locale riceveva i suoi invitati. A E e a O della corte si distribuivano sei locali, mentre all'entrata si trovavano due scuderie fiancheggiate da latrine. Da una parte e dall'altra della corte vi erano quattro patios identici, ciascuno dei quali dava accesso a un salone di ricevimento con alcova, a tre camere, alle latrine e a una scala che conduceva alle terrazze.Durante i lavori di sterro sono stati recuperati numerosi blocchi di pietra squadrati e scolpiti, fra cui uno con un fregio ad archi intrecciati, un altro con teste di gatti allineate, fusti di colonne, capitelli, una vasca ricavata da un enorme blocco di arenaria e frammenti di ceramica smaltata a decorazione policroma del tipo di quelli scoperti in Ifrīqiya e nella Qal῾a. Questo palazzo sembra la copia di quello costruito a Mahdiyya nel 10° secolo.
Bibl.:
Fonti. - al-Bakrī, Description de l'Afrique septentrionale, a cura di W. Mac Guckin de Slyane, Paris 1859 (Alger 19132), p. 126; Ibn al-Athīr, Annales du Maghreb et de l'Espagne, a cura di E. Fagnan, Alger 1898; Istibsār, L'Afrique septentrionale au XIIe siècle, a cura di E. Fagnan, Constantine 1899; al-Nuwayrī, in Ibn Khaldūn, Histoire des Berbères, a cura di W. Mac Guckin de Slyane, Alger 1852 (Paris 19252), p. 449; Ibn Idhāri, Bayān, Histoire de l'Afrique et de l'Espagne, I, Alger 1901.
Letteratura critica. - G. Marçais, Ashir (Recherches d'archéologie musulmane), Revue Africaine, 1922, pp. 21-38; id., Architecture musulmane d'Occident, Paris 1955; L. Golvin, Le Magrib centrale à l'époque des Zîrides, Paris 1957; G. Marçais, s.v. Ashîr, in Enc. Islam2, I, 1960, pp. 720-721; R.H. Idris, La Berbérie Orientale sous les Zîrides, Xe-XIIe siècles, 2 voll., Paris 1962; L. Golvin, Le palais de Zîrî à Achîr (dixième siècle J.C.), Ars Orientalis 6, 1966, pp. 47-76.L. Golvin