Asia
. Le conoscenze che D. ha dell'A. sono piuttosto vaghe, anche se numerose sono le citazioni che riguardano luoghi, costumi e personaggi di tale continente, e anche se una città (Gerusalemme) e un fiume (Gange) rappresentano due dei punti fondamentali del sistema geografico dantesco. Egli probabilmente deriva le sue descrizioni riguardanti l'A. da Orosio e da Brunetto Latini; secondo il Baldacci, anzi, D. deriva dal cap. CXXI del Tresor (ed. Carmody) la nozione secondo la quale la terra sarebbe divisa in A., Africa ed Europa, e l'A. occuperebbe la metà del globo.
Partim Asyae, parte dell'A., assieme a parte dell'Europa, fu occupata da quei popoli quos nunc Graecos vocamus, a seguito della dispersione causata dalla confusione delle lingue (VE I VIII 2): non è facile fissare i limiti intesi da D. anche se " per riguardo al dominio politico si comprenderebbero, in linea di diritto, quasi tutti i popoli della Balcania e dell'Asia Minore, anche se la restaurazione dei Paleologi, dopo la caduta dell'Impero Latino (1261), potè solo parzialmente riunire l'antico territorio " (Marigo).
Degli abitanti dell'A., gli Asiani, D. parla in Mn III XIV 7: Asiani, Africani ed Europei stanno a indicare praticamente tutto il genere umano, a conferma dell'accettazione, da parte di D., della tripartizione della terra.
Bibl. - M. Casella, Questioni di geografia dant., in " Studi d. " XII (1927) 76; O. Baldacci, Ecumeni ed Emisferi Circolari, in " Boll. Soc. Geogr. It. " s. IX, VI (1965) 8; id., Alcuni problemi geografici di esegesi dant., ibid. VII (1966) 569; D.A., De vulg. Eloq., a c. di A. Marigo, con appendice di aggiornamento a c. di P.G. Ricci, Firenze 1957, ad 1.
Come per l'Africa, anche per l'A. le fonti di informazione di D. sono in primo luogo le classiche (Virgilio, Ovidio, Lucano, Orosio), col sussidio di qualche dato biblico. Una lontana e indiretta eco della contrapposizione erodotea di A. a Europa è in Mn II VIII 8, ove si ricorda la spedizione di Serse contro la Grecia, e il suo passaggio dell'Ellesponto (transitum maris Asiam ab Europa dirimentis). In A. è la Frigia, cioè Troia (Mn II III 10), e di lì quindi l'alta stirpe di Enea ha la sua più diretta ascendenza, con Assaraco, Creusa, ecc. (§ 14). Fra le monarchie che vagheggiarono l'impero universale, le asiatiche prevalgono, con Nino re degli Assiri (Mn II VIII 3-7) e i persiani Ciro e Serse (fonte espressamente citata su questo punto, le Storie di Orosio). Ancora Ciro e la sua fine nella guerra contro Tamiri, regina degli Sciti, in Pg XII 55-57. Della conquista dell'A. ad opera di Alessandro, è il ricordo, da un passo di Alberto Magno, della pioggia di fiamme in quelle parti calde / d'India (If XIV 31-32); e l'Indo è menzionato (Pd XIX 71) come in una terra interamente estranea alla fede e alla predicazione cristiana; mentre il Gange (Pg II 5, XXVII 4; Pd XI 51) segna nella cosmografia dantesca l'ultimo confine della terra abitabile (cfr. Quaestio 54). L'idrografia dell'A., anche qui sulle orme di Orosio, si completa con Eufratès e Tigri (Pg XXXIII 112), biblicamente considerati divergenti da un'unica sorgente. Naturalmente D. sapeva parte dell'A. la Terra Santa, e quindi in essa rientra tutta la geografia, storia e prosopografia biblica, a eccezione dell'avventura d'Israele in Egitto.
Echi di una storia asiatica più recente si hanno solo attraverso le crociate: in A. è Acri (If XXVII 89), l'ultimo baluardo latino in Terrasanta ricaduto in potere dei Saraceni; asiatica è la terra che 'l Soldan corregge (If V 60, se non v'è confusione qui tra la Babilonide di Semiramide e la Babylon d'Egitto), e, in parte almeno, la terra di Soldano con cui era dai divieti papali proibito mercatare (If XXVII 90). Un altro elemento della contemporanea storia asiatica si affaccia di sbieco nella Commedia con la menzione (If XVII 17) dei drappi multicolori e rabescati, in cui Tartari e Turchi eccellono. Ma di tutto questo mondo turco-tartaro, con cui già il Duecento aveva intrecciato molteplici rapporti (viaggi di Giovanni da Pian del Carpine, Ricoldo da Montecroce e altri ambasciatori e missionari entro l'impero mongolo, e infine quello di Marco Polo, con la sua più illustre rivelazione dell'A. media ed estrema), manca nell'opera di D. ogni altro cenno. (Un'eco puramente linguistica degli Assassini, in If XIX 50 lo perfido assessin).