asinocrazia
s. f. (spreg.) Il dominio esercitato dalle persone ignoranti e stupide.
• «Asino», «asinata» e «asinerie» sono parole predilette dal professore [Giovanni Sartori], che le dispensa senza risparmio a chiunque non sia totalmente d’accordo con lui. Lo ha anche rivendicato, in una polemica con Angelo Panebianco a proposito di sistemi elettorali: «È anche vero, lo ammetto, che io il vizio di chiamare asini gli asini lo tengo. (Già nel ’69, ricordo, scrivevo di “asinocrazia”)». (Nicoletta Tiliacos, Foglio, 24 dicembre 2009, p. I) • Beninteso, anche l’analfabeta parla e capisce frasi elementari. Per esempio capisce la frase «il gatto miagola», ma è già in difficoltà se la frase diventa «il gatto miagola perché vorrebbe bere il latte». L’esempio è di Tullio De Mauro, principe dei nostri linguisti, che torna alla carica con una nuova edizione del suo libro «La cultura degli italiani». Cultura o incultura? I suoi dati dicono che il 70% degli italiani è pressoché analfabeta o analfabeta di ritorno: fatica a comprendere testi, non legge niente, nemmeno i giornali. Per il sapere un 70% di somari è una maggioranza deprimente; e per la politica costituisce un’asinocrazia travolgente e facile da travolgere. (Giovanni Sartori, Corriere della sera, 22 marzo 2010, p. 1, Prima pagina) • [Giovanni Sartori] Fu comunque il primo, già in tempi insospettabili, a teorizzare l’istaurarsi in Italia di una vera e propria «asinocrazia». (Filippo Ceccarelli, Repubblica, 5 aprile 2017, p. 35, R2 Cultura).
- Composto dal s. m. asino con l’aggiunta del confisso -crazia.
- Già attestato nel Corriere della sera del 7 aprile 1968, p. 5 (Giovanni Sartori).