(tigrino Asmará̄) Città dell’Eritrea (895.863 ab. nel 2017, capitale dal 1993; situata a 2347 m s.l.m. su un altopiano ondulato, digradante verso la valle dell’Anseba, a 4 km dal ciglione che scende ripido al Mar Rosso. Presenta clima mite e salubre. È costituita dal centro indigeno a N, formato in prevalenza di capanne a cono, e dal centro europeo a S, caratterizzato da ampie vie rettilinee e regolari e da numerosi edifici di alta qualità formale, in via di riqualificazione; particolarmente diffuse e pregevoli le costruzioni in stile liberty risalenti alla presenza italiana. Mercato di caffè, che viene intensamente coltivato nella regione circostante, è anche il principale centro industriale eritreo, con attività nei settori tessile, alimentare (conservifici, birrifici), chimico, del vetro e delle calzature, ma dipende largamente per la propria sopravvivenza dagli aiuti internazionali e dalle rimesse dei numerosissimi emigrati. Nel 1967 vi è stata inaugurata un’università cattolica. Vi sono scuole e istituti culturali italiani. È sede di vicariato apostolico. È congiunta alla città portuale di Massaua da una teleferica (75 km e 2326 m di dislivello) e da una ferrovia (118 km) che, come altre infrastrutture cittadine, ha subito gravi danni a seguito della guerra di indipendenza dall’Etiopia; altri collegamenti ferroviari uniscono A. a Keren (104 km) e ad Agordat.