ASOLO (A. T., 24-25-26)
Comune della provincia di Treviso, a 207 m. s. m., con 6741 abitanti, di cui 2940 nel capoluogo e i rimanenti nelle tre frazioni di Villa d'Asolo (1591), Pradazzi (1058) e Pagnano (1152). I cespiti maggiori di guadagno per il paese sono il laboratorio di merletti, istituito dal Browning, l'industria turistica e la coltura dei cereali e della frutta. L'area del comune di Asolo è di 25,34 kmq. ed era un tempo ricoperta in gran parte da boschi, presentemente ridotti a qualche modesto residuo. Poco lontano da Asolo sorgono S. Zenone degli Ezzelini la villa palladiana dei Barbaro a Masèr, Possagno, patria del Canova, e Crespano del Grappa. Asolo è prediletta dai Veneziani come dimora estiva.
La città antica. - Asolo sorge (come può ritenersi dimostrato: cfr. Notizie degli Scavi, 1880, p. 44) sul luogo dell'antica Acelo (Acelum), città dei Veneti nominata da Plinio (III, 19,130) e da Tolomeo (III, 1, 30, nei mss. "Ακεδον). Presso il torrente Musone si sono trovate le uniche testimonianze sicure dell'uomo paleolitico nel Veneto (Dal Piaz, Sull'esistenza dell'uomo paleolitico nel Veneto, in Memorie dell'Istituto geologico della R. Università di Padova, VI, 1922). Ai piedi della collina si è scoperto un sepolcreto di carattere veneto (Not. Scavi, 1883, p. 118); si trova alla sinistra, ma discosto, della via Claudia Augusta, fra Tarvisium e Feltria. Sono tornati in luce resti di un teatro romano e di un grande edificio termale (Corp. Inscr. Lat., V, p. 198; cfr. ibid., p. 1068). È accertato che Acelum divenne municipium, ascritto alla tribù Claudia (Kubitschek, Imp. rom.tributim discrip., 105), i cui magistrati sarebbero stati quatuorviri (Corp. Inscr. Lat., V, 2091, 2092, 8808) e praefecti i. d. (ibid., 2092). Un'iscrizione (ibidem, 8807) attesta la presenza di un curator reipublicae. Presso Asolo, nel luogo ora detto Villa S. Ilario, era il pagus Misquilensis (ibid., 2090).
Storia medievale e moderna. - Asolo vive nella storia soprattutto per l'avvenimento che la fece piccolo e fittizio dominio di una celebre regina spodestata: Caterina Cornaro, la quale, rimasta vedova nel 1473 di Giacomo II di Lusignano, signore di Cipro, e avendo ceduto questa isola alla Serenissima, si ebbe in cambio il dominio di Asolo, ove si stabilì nel 1489 con la sua corte, che accolse principi e letterati. Ed ivi stette fino al 1509 cioè, sino a quando sotto la minaccia delle truppe imperiali dovette fuggire a Venezia, dove morì il 10 luglio 1510. Durante la pemanenza di Caterina e anche poi, Asolo non fu più solo il piccolo ridente borgo trevisano, conteso dai vescovi e dai signorotti padroni del capoluogo, gli Ezzelini (provenienti dal vicino Romano), i Carraresi, gli Scaligeri, ma una specie di corte della poesia e della letteratura, riunita pacificamente e per sempre con i dominî di San Marco. Ad Asolo il Bembo aveva dedicato sino dai tempi di Caterina i suoi dialoghi, i celebri Asolani. Proprio ai piedi del suo colle ridente i dottissimi Barbaro avevano fatto sorgere la villa più bella del Veneto, a Masèr, benedetta dalle opere felici del genio di Paolo Veronese, costruita dal Palladio e decorata dal Vittoria. Ed ivi trovò gradito soggiorno il grande poeta inglese Roberto Browning (1812-1889) e vi compose Asolando; ivi cercò ristoro e l'ultima pace la squisita nostra attrice Eleonora Duse.
Queste predilezioni diedero a questo piccolo centro dignità e decoro insoliti. Attorno all'antica rocca poligonale di oscura origine, a cui Ezzelino adattò, sull'unica apertura che è la porta, un arco acuto (1220), si snoda il paese ricco di case dipinte, fra cui notevolissima una agl'inizî di via Dante, ancora goticheggiante, certo di quel Dario da Treviso che altre simili opere eseguì a Serravalle e altrove, e che ad Asolo si trovava nel 1459, come indica una sua Madonna a fresco, firmata e datata, ora custodita nel museo. In questo piccolo museo raccolto nelle stanze superiori del palazzo antico del comune, ricco di un bel portico e decorato da pittura nell'esterno dal Contarini (1560), si conservano anche, fra l'altro, il Paride e un Genio piangente del Canova.
Il palazzo di Caterina Cornaro è distrutto da oltre un secolo: solo l'antica villa Bragadin-Contarini, appena fuori dell'abitato (oggi Collegio armeno), offre con la sua facciata dipinta da Lattanzio Gambara (1558) il tipo delle opulente costruzioni antiche.
Nella chiesa di S. Gottardo, a capo del paese verso Masèr, è un affresco da poco scoperto, sul fare di Paolo Uccello, che nel Veneto appunto operava intorno al 1421. Nella chiesa Maggiore (S. Maria di Vreda) sono l'Assunta, opera bellissima di Lorenzo Lotto, una pala di Lazzaro Bastiani, un S. Prosdocimo di Pietro Damini e una ripetizione dell'Assunta del Lotto, con varianti, forse dovuta a Fr. Beccaruzzi. (V. Tavv. CLXXXI-CLXXXII).
Bibl.: Filiasi, Memorie storiche, II, p. 145 segg.; Corp. Inscr. Lat., V., pp. 198 e 1068; E. Pais, Suppl. Ital., p. 56; Hülsen, in Pauly-Wissowa, Real-Encyclopädie d. class. Altertumswiss., I, col. 153; E. De Ruggiero, Diz. Epigr., I, p. 24; W. Cartellieri, Die röm. Alpenstrassen, Iena 1922, p. 60; M. Sernagiotto, Memorie della antichissima città di Asolo, Torino 1869; V. L. Paladini, Asolo e il suo territorio, Asolo 1892, 2ª ed., Bologna 1919.