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ASPASIO

di Carlo Albizzati - Enciclopedia Italiana (1929)
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ASPASIO ('Ασπάσιος, Aspasius)

Carlo Albizzati

Incisore in pietra dura vissuto circa ai tempi di Augusto: egli appartiene al gruppo d'artisti che fa capo a Dioscuride. Rimangono di lui tre intagli firmati, in diaspro rosso: uno con il busto di profilo dell'Atena Parthenos di Fidia, già in Roma, poi a Firenze e finalmente passato dopo la guerra europea dal Museo di Vienna a quello Nazionale Romano (v. fig.); l'altro, con l'erma di Bacco di tre quarti che riproduce, variandone il motivo, un tipo statuario del grande stile ellenico, è al Museo Britannico (v. fig.); del terzo resta un frammento, con la parte inferiore di un busto virile drappeggiato, al Museo di Firenze. La gemma di Roma ci dà la riproduzione più minuziosa, e presumibilmente più esatta, per le parti che comprende, del colosso crisoelefantino (v. fidia); quella di Londra ricollega tipologicamente la produzione di Aspasio ai lavori firmati di Dioscuride (v.) e di suo figlio Eutiche (v.). Lo stile, che è l'unico elemento per fissare la cronologia dell'artista, ha un'eleganza un po' calligrafica, non scevra da pedanteria, peculiare al neoclassicismo augusteo: il rilievo è meno profondo, il modellato più scialbo che nelle opere degli incisori qui citati a confronto.

Bibl.: A. Furtwängler, Die antiken Gemmen, Lipsia-Berlino 1900, II, p. 235, 12; III, p. 357, tav. xlix, 12, 15; E. Pernice, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, II, Lipsia 1908, s. v.

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