aspirazione
Il termine aspirazione indica una particolare produzione fonetica di un suono occlusivo. Durante l’articolazione di un’occlusiva aspirata, più precisamente al momento del suo rilascio, si ha il passaggio di una certa quantità di aria attraverso la glottide.
L’aspirazione di un suono è stata associata al tratto [+ glottide allargata] (➔ fonetica). Il processo si deve infatti ad una particolare conformazione articolatoria in cui la glottide, come provano anche numerosi studi cinetici, mostra una discreta apertura prima ancora che avvenga la fase di rilascio dell’occlusiva, al contrario di quanto avviene in un segmento non aspirato.
Nella trascrizione fonetica, l’aspirazione si indica mediante il diacritico [h] posto in apice dopo il suono (➔ alfabeto fonetico): ad es. [ph th kh] o nelle sonore [bh dh gh].
Spettrograficamente (➔ fonetica acustica, nozioni e termini di), l’aspirazione è rilevabile tra l’esplosione dell’occlusiva e l’inizio delle vibrazioni periodiche della vocale successiva. A livello acustico, la fase di aspirazione si identifica con un rumore fricativo laringale che si estende in modo irregolare lungo buona parte della scala frequenziale.
L’aspirazione causa un significativo allungamento temporale del parametro fisico Voice Onset Time (VOT, in italiano «tempo di attacco della sonorità»; così identificato e denominato da Lisker & Abramson 1964). I rilevi acustici disponibili nella letteratura sull’argomento dimostrano come nelle occlusive aspirate, a parità di luogo di articolazione, il VOT abbia sempre una durata temporale maggiore rispetto a quanto osservato nella loro controparte non aspirata. Questo parametro è il principale indice cui è affidata la distinzione tra la serie delle occlusive non aspirate e quella delle occlusive aspirate. Grazie alla sua valenza interlinguistica, il VOT è stato di recente assunto quale criterio per la classificazione tipologica delle occlusive; le categorie fonetiche individuate sono quattro, ovvero:
(a) occlusive non aspirate: VOT compreso tra 0 e 30 ms; in questa classe rientrano lingue come l’italiano o lo spagnolo;
(b) occlusive lievemente aspirate: VOT compreso tra 30 e 60 ms, come ad es. l’inglese o il tedesco;
(c) occlusive aspirate: VOT compreso tra 60 e 90 ms, ad es. Apache (Arizona, USA);
(d) occlusive fortemente aspirate: VOT oltre 100 ms, ad es. Navajo (New Mexico) (cfr. Cho & Ladefoged 1999).
Tipologicamente, l’aspirazione è un fenomeno marcato; i suoni aspirati (tra questi i più frequenti sono le occlusive), ricorrono in un numero inferiore di lingue rispetto ai corrispettivi non aspirati. L’aspirazione incrementa il grado di complessità articolatoria e fonetica del suono ed è per questo poco naturale.
Nelle lingue in cui è presente, il tratto di aspirazione può essere distintivo: ciò accade, ad es., quando l’opposizione tra /p t k/ e [ph th kh] è distintiva come nel coreano, nel cantonese, nel cinese o nel thailandese. Altrimenti può essere un tratto di variazione allofonica (➔ allofoni). In questo caso, tra i due suoni, quello non aspirato e quello aspirato, non vi è opposizione: è la situazione di alcune lingue germaniche. In inglese l’aspirazione si ha solo quando l’occlusiva sorda ricorre in posizione iniziale di sillaba, come nella parola king «re» pronunciata [khɪŋ]; ma è anche la situazione di alcune parlate italiane.
Nell’italiano standard non ci sono suoni aspirati. L’aspirazione è tuttavia attiva in alcune aree. La presenza di occlusive aspirate caratterizza infatti alcuni dialetti meridionali. Più precisamente, una diffusa aspirazione di /t/ è vitale nel Salento, in particolar modo nella zona attorno a Lecce. L’aspirazione costituisce un tratto peculiare di molti dialetti calabresi. Nel reggino, essa è chiaramente avvertita e costituisce «un fatto pressoché endemico della fascia più conservativa del sistema sociolinguistico» (Falcone 1976: 42); ad es., [ˈkunthu] cuntu «racconto». Anche nel cosentino, in particolar modo nei dialetti della Sila, le occlusive sorde sono realizzate aspirate; il fenomeno è più marcato nei segmenti geminati o postvibranti, ad es. rotto [ˈrutːhu], sarto [ˈsarthu].
L’aspirazione è soggetta a condizionamento prosodico: il fenomeno è infatti maggiore quando l’occlusiva ricorre in posizione postonica interna o in contesto prepausale (Rohlfs 1966: § 150; Trumper & Ortale 1978; Sorianello 1996). In questi contesti, la fase di aspirazione è rilevante: si veda la fig. 1, ove essa si attesta su valori temporali compresi tra 30 e 76 ms, a seconda del luogo di articolazione dell’occlusiva.
Decisamente meno comune è il fenomeno della preaspirazione, la cui presenza si rileva in diverse lingue scandinave (come l’islandese) o amerindiane. Nella preaspirazione, il periodo di frizione glottidale, identificabile come aspirazione, precede la realizzazione dell’occlusiva, come evidenziato anche nella trascrizione fonetica, ad es. nell’islandese þéttara [ˈθetːara] (comparativo di þéttur «denso»).
La preaspirazione si prefigura spesso come una caratteristica sociofonetica, legata al genere o alla ricorrenza dell’accento lessicale. La presenza di occlusive geminate preaspirate è stata riportata per il dialetto senese; considerata la totale estraneità dei dialetti italiani ai fenomeni di preaspirazione, il processo è stato inteso quale possibile strategia articolatoria tesa all’ottimizzazione percettiva delle occlusive geminate prodotte nel parlato spontaneo (cfr. Hajek & Stevens 2005).
Cho, Taehong & Ladefoged, Peter (1999), Variation and universal in VOT: Evidence from 18 languages, «Journal of phonetics» 27, pp. 207-229.
Falcone, Giuseppe (1976), Calabria, in Profilo dei dialetti italiani, a cura di M. Cortelazzo, [poi] di A. Zamboni, Pisa, Pacini, 23 voll., vol. 18°.
Hajek, John & Stevens, Mary (2005), La preaspirazione delle occlusive sorde geminate nel senese, in Misura dei Parametri. Aspetti tecnologici ed implicazioni nei modelli linguistici. Atti del I convegno nazionale AISV (Padova, 2-4 dicembre 2004), a cura di P. Cosi, Padova, EDK Editore, pp. 89-100.
Lisker, Leigh & Abramson, Arthur S. (1964), A cross-language study of voicing in initial stops: acoustical measurements, «Word» 20, 3, pp. 384-422.
Rohlfs, Gerhard (1966), Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, Torino, Einaudi, 3 voll., vol. 1° (Fonetica) (1a ed. Historische Grammatik der Italienischen Sprache und ihrer Mundarten, Bern, A. Francke, 1949-1954, 3 voll., vol. 1°, Lautlehre).
Sobrero, Alberto A. & Romanello, Maria Teresa (1981), L’italiano come si parla in Salento, Lecce, Milella.
Sorianello, Patrizia (1996), Indici fonetici delle occlusive sorde nel cosentino, «Rivista italiana di dialettologia» 20, pp. 123-159, 341-341, 344-345.
Trumper, John & Ortale, Raffaele (1978), Analisi preliminare del sistema consonantico del dialetto di Cosenza, «Lingua e contesto» 4, pp. 3-82.