PACELLI, Asprilio
PACELLI, Asprilio. – Compositore e maestro di cappella, nacque a Vasciano (Narni), negli anni Sessanta del Cinquecento.
Secondo l’epitaffio apposto al monumento che il re di Polonia Sigismondo III gli dedicò nella collegiata di S. Giovanni Battista a Varsavia (andato distrutto nella seconda guerra mondiale; cfr. Starowolski, 1655, c. 247), nel 1623, anno della morte, Pacelli aveva 53 anni. La data di nascita andrebbe dunque fissata al 1570; tuttavia i documenti che ne testimoniano l’attività a Roma come maestro di cappella fin dal 1586 inducono a retrodatare la nascita al decennio precedente (O’Regan, 2000).
Della sua formazione si sa che fu putto cantore nella cappella Giulia (dal 23 febbraio 1581 al 31 agosto 1582) durante il magistero di Giovanni Pierluigi da Palestrina. Può darsi che vada identificato con lui l’«Asperino» che, secondo un documento del giugno 1586 (in Culley, 1979, p. 23), organizzò le musiche per la Ss. Trinità al collegio Inglese. Dal dicembre 1586 fu maestro di cappella nell’Arciconfraternita del Gonfalone (la cui attività è documentata con pagamenti dal 1587 al 1591 e poi in modo discontinuo fino al 1595). Dal maggio 1591 fu maestro nella confraternita della Ss. Trinità de’ Pellegrini, ove fungeva all’occorrenza anche da organista. In quegli stessi anni tenne rapporti con altre istituzioni, come l’arciconfraternita di S. Maria dell’Anima dei Tedeschi (1588), la chiesa di S. Maria in Monserrato (1589-93), l’arciconfraternita di S. Maria dell’Orazione e Morte (1590, 1593), la confraternita di S. Omobono dei Sarti (1592); ebbe spesso screzi e contese finanziarie con i datori di lavoro. Gli ultimi pagamenti documentati alla Ss. Trinità risalgono al 1594. Dal 1595 (almeno dal 19 maggio) al 15 marzo 1602 fu maestro nel collegio Germanico e nella chiesa di S. Apollinare a esso associata. Nel marzo 1602 passò alla cappella Giulia, ma nel corso dello stesso anno si trasferì in Polonia, alla corte reale (dapprima a Cracovia, quindi a Varsavia), ove rimase fino alla morte. Secondo un documento datato da Cracovia il 28 dicembre 1602, Sigismondo III «nelli giorni festivi, ne’ quali non suol andar in chiesa, ma farsi cantar il Vespro in camera, si trattiene nella devotione fin a notte, con gusto anco particolare dell’inventione varie di concerti di musica che le fa l’Aspriglio, Maestro di Cappella nuovamente venuto» (Città del Vaticano, Arch. segreto Vaticano, Fondo Borghese, III.52.CD, cc. 324v-325r).
La documentazione sul periodo polacco di Pacelli è esigua, date le ingenti perdite di materiali d’archivio riguardanti la cappella Reale in quegli anni: si conservano due sole notizie nei registri battesimali della collegiata di S. Giovanni Battista, in cui Pacelli compare come padrino (nel 1611 e 1614). La dedicatoria delle Sacrae cantiones quae quinque, sex, septem, octo, novem, decem, duodecim, sexdecim & viginti vocibus concinuntur, liber primus (Angelo Gardano e fratelli) è firmata da Venezia nel 1608; può darsi che vi si fosse recato di persona.
Morì a Varsavia il 4 maggio 1623 e fu sepolto in S. Giovanni Battista.
Gli studi di Noel O’Regan dimostrano il rango che Pacelli ebbe nella vita musicale romana, come autore sia di mottetti policorali, sia di innovative composizioni per organico vocale ridotto con sostegno strumentale. I mottetti policorali (non necessariamente destinati a un’esecuzione in ‘cori spezzati’) sono caratterizzati da una cangiante varietà nella combinazione delle voci, nonché da contrasti ritmici, e linee del basso dai tratti marcatamente ‘strumentali’. La scrittura è prevalentemente omoritmica, non senza efflorescenze melismatiche e una certa animazione contrappuntistica. Dal canto loro i Chorici psalmi et motecta quatuor vocum, liber primus (Roma, N. Muzi, 1599; ripubblicati parzialmente da N. Stein, Francoforte 1608, col titolo Psalmi, Magnificat et motecta, quatuor vocibus), «fatti più per concerti con organo, quali oggidì si usano in Roma, [e] diletto spirituale, per potersi trattenere piamente, che per musica ordinaria di capella», testimoniano una pratica esecutiva che doveva essere in uso al Collegio Germanico, e probabilmente in altri ambienti romani, almeno dagli anni Ottanta: tali composizioni per organico ridotto (in questo caso salmi vesperali, cantici, antifone mariane e mottetti) potevano essere eseguite da un piccolo gruppo di cantori accompagnato dall’organo, che raddoppiava o suppliva alcune parti. L’accompagnamento strumentale, seppur non fornito a stampa, è pertanto essenziale, e nella premessa «A’ lettori» Pacelli suggerisce esplicitamente varie possibilità di adattamento, come la trasposizione, o l’omissione della parte mediana (risultante in un organico a due soprani e basso, più l’accompagnamento d’organo). I Chorici psalmi precorrono, pertanto, alcune delle innovazioni introdotte da Ludovico da Viadana nei suoi celebri Cento concerti ecclesiastici del 1602 (cfr. O’Regan, 2000).
Pacelli, come altri compositori romani prima e dopo di lui, portò in Polonia alcune delle tendenze stilistiche in auge nella Roma post-palestriniana: da una parte, nel genere monocorale, una scrittura polifonica in sostanziale continuità con lo stile di fine Cinquecento; dall’altra, una tecnica policorale variegata, che diede impulso allo sviluppo della policoralità nella Confederazione polacco-lituana. Già la sua prima raccolta a due cori, Motectorum et psalmorum qui octonis vocibus concinuntur, liber primus (Roma, N. Muzi, 1597; ripubblicati da N. Stein, Francoforte 1607, col titolo Motetae et Psalmi, qui octonis vocibus concinuntur), dovette godere di una certa fortuna in Polonia, come dimostra la presenza di nove brani nell’intavolatura per organo di Pelplin. Con le sue opere per quattro e cinque cori, Pacelli fu probabilmente il primo a introdurre una policoralità monumentale nella Confederazione polacco-lituana. Nella dedicatoria delle citate Sacrae cantiones al sovrano, il compositore menziona anche delle Symphoniae «mirificis et quampluribus vocibus et musicalibus intrumentis invicem sibi respondentes», che intendeva pubblicare in seguito: non se ne ha altra notizia.
La raccolta delle Missae… concinendae tum octo, tum duodecim, tum sexdecim, tum denique decem, & octo vocibus (edita da Alessandro Vincenzi) apparsa postuma a Venezia nel 1629 e dedicata al re di Polonia, contiene tutte le messe di Pacelli a noi note: Ave maris stella (di cui una versione manoscritta, 4 voci, a Cracovia, Archiwum Krakowskiej Kapituły Katedralnej), Domine quid multiplicati sunt, Pro defunctis e Veni Sancte Spiritus (sul mottetto dello stesso Pacelli, 1608), 8 voci; Domine salvum fac regem, Quando lieta sperai (sul madrigale di Cipriano de Rore) e Super flumina Babilonis (sul mottetto dello stesso Pacelli conservato a Regensburg, Bischöfliche Zentralbibliothek, Sammlung Haberl), 12 voci; Regina caeli 16 voci; Hodie nobis Caelorum Rex, 18 voci. Come è indicato nella premessa, queste composizioni, molto apprezzate, erano state eseguite alla presenza del monarca (il titolo della Missa Salvum fac regem del resto parla da sé). Vi sono messe-parafrasi e messe ad imitationem, ma lo stato di conservazione dell’opera (solo due voci superstiti) ne impedisce l’analisi.
In Polonia Pacelli compose anche musica concertata, come testimonia un Cantemus Domino a 3 voci e basso continuo, conservato solo parzialmente.
Opere: tra le edizioni a stampa, oltre quelle citate, si ricordano Madrigali [spirituali] libro primo a quattro voci, G. Vincenzi, Venezia 1601 (probabilmente ripubblicati da N. Stein, Frankfurt 1609); Madrigali libro secondo, a 5 voci, N. Stein, Francoforte 1609, 2a ed., opera perduta, citata nella Biographie universelle des musiciens di F.-J. Fétis e in cataloghi di fiere librarie coeve (Francoforte e Lipsia); Cantiones sacrae, a 5, 6, 8, 10-20 voci, N. Stein, Francoforte 1604, opera perduta, citata nella Biographie universelle des musiciens di F.-J. Fétis; Bogu w Trójcy jedynemu, świętemu Stanisławowi patronowi polskiemu tablica obiecana (canto in onore di san Stanislao, su testo polacco di S. Grochowski), Cracovia 1611.
Diverse composizioni sono inserite in raccolte a stampa: Degli beati spirti il sacro coro e Gesù, solo piacer dell’alma mia, in Canzonette spirituali a 3 voci, Roma, [Verovio], 1591; Qual cor non piangeria e Per suoi figli rubelli, in Il devoto pianto della gloriosa Vergine, et altre canzonette spirituali a 3 voci, Roma, [Verovio], 1592; Beatus qui non abiit, a 5 voci, e Iniquos odio habui, a 7 voci, in Melodiae sacre…, Kraków, Lazari et B. Skalski, 1604; Lieve fiamma ch’ascenda, melodramma spirituale a 5 voci, in Musica de diversi eccellentiss. autori … Sopra i pietosi affetti, Venezia, A. Gardano, 1604; Quam dulcia palato, mottetto a 5 voci, e Qui ratione mundum, a 6 voci, in Hortus musicalis, München, A. Berg, 1609; 3 mottetti (da Sacrae cantiones, 1608), in Promptuarii musici, sacras harmonias sive motetas … , Venezia, G. Vincenti, 1612; 5 mottetti (1 da Motectorum et psalmorum, 1597, e 4 da Sacrae cantiones, 1608), in Promptuarii musici …, Strasbourg, K. Kieffer, 1613; Factum est silentium, mottetto a 8 voci, in Selecta cantiones excellentissimorum auctorum, Roma, B. Zannetti, 1614; 1 mottetto (da Sacrae cantiones, 1608), in Promptuarii musici …, Nürnberg, A. Wagenmann, 1616; Vulnerasti cor meum, mottetto a 8 voci, in Sacrae cantiones, Antwerpen, P. Phalèse, 1621; 3 mottetti (da Motectorum et psalmorum, 1597), in Florilegii Musici Portensis, sacras harmonias sive motetas … Leipzig, A. Lamberg, 1621.
Sono pervenuti in forma manoscritta: 7 mottetti da Motectorum et psalmorum, 1597 e Sacrae cantiones, 1608, a Berlino, Staatsbibliothek Preussischer Kulturbesitz, Sammlung Bohn; 1 mottetto da Sacrae cantiones, 1608, incompleto, a Cracovia, Biblioteka Jezuitów; Rorate caeli, 4 voci (e un Kyrie, 4 voci, dubbio); Missa Ave maris stella, 4 voci (cfr. Missae, 1629), a Cracovia, Archiwum Krakowskiej Kapituły Katedralnej; 1 mottetto (da Sacrae cantiones, 1621) a Danzica, Polska Akademia Nauk, Biblioteka Gdańska; Cantemus Domino, 3 voci e basso continuo, incompleto, a Dresda, Sächsische Landesbibliothek, Musikabteilung; 1 mottetto da Sacrae cantiones, 1608, a Copenaghen, Det Kongelige Bibliotek; 1 Magnificat da Motectorum et psalmorum, 1597, a Lubiana, Narodna in univerzitetna knjižnica, Rokopisna zbirka; 1 mottetto (da Selecta cantiones, 1614), a Münster, Diözesanbibliothek, Santini-Sam-mlung; 8 mottetti e 1 Magnificat da Motectorum et psalmorum, 1597, nell’intavolatura per organo di Pelplin (Pelplin, Wyższe Seminarium Duchowne, Biblioteka); Dixit paterfamilias, Super flumina Babilonis, Surge illuminare Ierusalem, 12 voci, Salve Regina, 16 v., incompleti, a Regensburg, Bischöfliche Zentralbibliothek, Sammlung Haberl; Genesi vir piissime, Pean agelatois, Factum est silentium, 8 voci, incompleti, a Roma, Biblioteca nazionale centrale; 1 mottetto da Motectorum et psalmorum, 1597, e 1 da Sacrae cantiones, 1608, a Uppsala, Universitetsbibliotek, Carolina Rediviva; 5 mottetti da Motectorum et psalmorum, 1597, a Vienna, Österreichische Nationalbibliothek, Musiksammlung.
In edizione moderna si ricordano: Opera omnia. I. Madrigali, a cura di M. Gliński, Roma 1947; Canto in onore di san Stanislao, in Asprilio Pacelli - Diomedes Cato, Dwie pieśni wielogłosowe na cześć świętego Stanisława, a cura di J. Reiss, Kraków 1929 (anche sotto il titolo alternativo Tablica obiecana świętemu Stanisławowi, in P. Poźniak, Polska pieśń wielogłosowa XVI i początku XVII wieku, Kraków 2004, pp. 191 s.); 9 brani (facsimile) in The Pelplin Tablature, a cura di A. Sutkowski et al., voll. 1-7, Graz 1963-1965; Tres sunt (da Motectorum et psalmorum, 1597), in O’Regan, 1995, pp. 108-114; Media nocte (da Sacrae cantiones, 1608), a cura di A. Patalas, in Szweykowska-Szweykowski, 1997, pp. 266-287; Asprilio Pacelli, Sacrae cantiones (1608), a cura di B. Przybyszewska-Jarmińska, Warszawa 2012.
Fonti e Bibl.: S. Starowolski, Monumenta Sarmetorum, Cracoviae 1655, c. 247; M. Gliński, A. P. insigne Maestro di Cappella della Corte Reale di Polonia (1570-1623), Città del Vaticano 1941; R. Casimiri, «Disciplina musicae» e «maestri di cappella» dopo il Concilio di Trento nei maggiori Istituti Ecclesiastici di Roma. Seminario Romano - Collegio Germanico - Collegio Inglese (sec. XVI-XVII), in Note d’archivio per la storia musicale, XX (1943), pp. 11-17; G. Vecchi, La «Docta schola» di A. P., in Incontro con la musica italiana in Polonia dal Rinascimento al Barocco I, Parma-Bydgoszcz 1969, pp. 153-162; Th.D. Culley, Jesuits and music: A study of the musicians connected with the German College in Rome during the 17th Century and their activities in Northern Europe, Roma 1970, ad ind.; Z.M. Szweykowski, Unikalne druki utworów Asprilia Pacellego (Edizioni uniche di composizioni di A. P.), in Muzyka, XVII (1972), 1, pp. 74-93; A. Osostowicz-Sutkowska, The Pelplin Tablature as a source to the history of Polish-Italian musical ties, in Secondo incontro con la musica italiana e polacca, Bologna 1974, pp. 75-80; G. Rostirolla, La Cappella Giulia negli anni palestriniani, in Atti del I convegno di studi palestriniani, a cura di F. Luisi, Palestrina 1977, p. 213; Th.D. Culley, Musical activity in some sixteenth century Jesuit colleges …, in Analecta Musicologica, 1979, vol. 19, p. 23; N. O’Regan, Institutional patronage in post-Tridentine Rome. Music at Santissima Trinità dei Pellegrini, 1550-1650, London 1995, ad ind.; A. Patalas, An unknown missa «Ave maris stella» by A. P., in Musica Iagellonica, I (1995), pp. 23-50; A. Szweykowska - Z.M. Szweykowski, Włosi w kapeli królewskiej polskich Wazów (Gli Italiani nella Cappella reale dei re polacchi della dinastia Vasa), Kraków 1997, ad ind.; N. O’Regan, A. P., Ludovico da Viadana and the origins of the Roman «Concerto Ecclesiastico», in Journal of Seventeenth Century Music, VI (2000), 1, http://www.sscm-jscm.org/v6/no1/oregan.html; A. Patalas, Madrigale spirituale w siedemnastowiecznej Rzeczpospolitej – kompozycje Asprilia Pacellego (Il madrigale spirituale in Polonia nel secolo XVII: composizioni di A. P.), in Muzyka, XLVIII (2003-2004), pp. 47-76; B. Przybyszewska-Jarmińska, Muzyczne dwory polskich Wazów (Le corti musicali dei Vasa polacchi), Warszawa 2007, ad ind.; N. O’Regan, The musical patronage of Roman lay confraternities, 1486-1650, in c.d.s.