ASSAM (A. T., 93-94)
Governatorato dell'Impero Indiano, posto a oriente del Bengala.
L'etimologia del nome Assam è incerta. Secondo alcuni, tale nome sarebbe derivato dal sanscrito asama "senza pari".
L'Assam confina a nord col Bhutan e col Tibet, a est e a sud con la Birmania, a ovest col Bengala (distretti di Tippera, Mymensinġh, Rangpur, stato di Cooch Behār e distretto di Jalpaiguri). La capitale è Shillong, cittadina di circa 10.000 abitanti, situata a 1504 m. s. m., ai piedi della Shillong Range, in bellissima posizione.
La base delle catene assamite è formata da rocce gneissiche. Verso O. arenarie e conglomerati del Cretacico si sovrappongono agli gneiss e sono sormontati da calcari e arenarie del periodo nummulitico. Verso E. l'altipiano di Shillong si erge ripidamente dalla Valle Surma, ma a N. digrada con successive colline verso il Brahmaputra. Qui compare una zona di transizione con quarziti, conglomerati, filliti, scisti, donde affiorano rocce granitiche e dioritiche. Nei terreni cretacei appaiono filoni di carbone, così pure nel Terziario inferiore, insieme a scisti. I contorni del Mymensingh consistono in colline del Terziario superiore, il quale, benché sia stato completamente eroso ai piedi meridionali delle Khasi Hills, riappare all'E. di Jaintiapur. Vastissimo resta tuttavia il campo delle ricerche geologiche e tettoniche, nel quale ultimo già si sono intravisti nell'Assam e regioni contigue gli esempî più grandiosi di pieghe a ventaglio, carreggiamenti, ecc., dovuti a due diverse spinte tangenziali. Fino ad ora i minerali, la cui estrazione ha importanza commerciale sono il carbone (Naga Hills), il calcare (Khāsi e Jaintia Hills), e il petrolio (nel Lakhimpur). Non mancano però: il ferro, l'oro, il sale, il platino, il corindone, l'argento, il caolino. Tutto il territorio è soggetto ai terremoti: il più disastroso fu quello del 12 giugno 1897 che causò la morte a ben 1542 persone.
L'Assam è essenzialmente una regione di bassa e media montagna, con altipiani, traversata quasi per intero dalla media valle del Brahmaputra e suoi affluenti, nonché dal Surma o Barak. Questi due fiumi che sboccano al S. nella pianura gangetica del Bengala formano le vere pianure dell'Assam. La Valle Surma (km. 200 per 90 circa) è una pianura chiusa da tre parti da catene collinose. Il fiume nasce nel distretto di Naga-Hills e scorre verso S. fra le colline del Manipur; a Tipaimukh fa un angolo acuto e finisce nel distretto di Cachar. Poi si divide in due rami: al N. il Surma; al S. il Kusiyara che si divide a sua volta in due rami: il Barak e il Bibiyana o Kalni. A N. mandano al Surma il tributo delle loro acque: il Jiri e il Jatinga dal North Cachar Hills e il Bogapani e il Jadukata dalle Khasi e Jaintia Hills; a S. il Sonai dalle Lushai Hills, il Dhaleswari, il Katakhal, il Singla e il Langai, il Manu e il Khowai dalle colline del Tippera. La valle alluvionale del Brahmaputra, ovunque chiusa da colline, salvo verso O., riceve: dalla riva destra o himalayana il Dibang, il Dihang, il Subansirī, il Bhareli, il Dhansiri, il Barnadi e il Manas coi proprî affluenti; dalla sinistra (Assam Range) il Noa, il Buri Dihing, il Disang, il Dikho, il Jhanzi e un secondo Dhansiri. Altro notevolissimo collettore è il bacino del Kalang.
Le cime più importanti sono il M. Toma, m. 1370, il M. Mopat, metri 2840, il M. Shillong, m. 1962, e il massiccio del Barel con 2000 m. d'altezza media e una cima a 3700. Pare vi abbondino grotte, voragini e altre forme carsiche. I tipi di paesaggio geografico che vi si riscontrano sono svariatissimi.
Nei riguardi del clima va notato anzitutto che l'Assam è la regione forse più umida della terra: nel 1861 caddero, per esempio, ben 22.625 mm., di pioggia; e la media annua a Cherrapunji è di 11.630 mm., di cui la massima parte cade nei mesi di giugno e luglio. Le precipitazioni non sono quindi sempre distribuite in modo favorevole. Da marzo a maggio si hanno le massime piogge, cosicché l'anno si divide grossolanamente in due stagioni: quella fredda e quella piovosa, senza mai avere i calori che opprimono il resto dell'India. Dal novembre al febbraio è il periodo migliore. Nella stagione fredda abbondano le nebbie, specialmente sulla valle del Brahmaputra. Sull'altipiano di Shillong il termometro sale all'ombra a 26,7° durante l'estate, e scende al di sotto di 0° nelle notti d'inverno. I temporali sono frequenti e i cicloni distruttori non sono rari; annuali le vaste inondazioni, non sempre previste in questo o in quel luogo. In fatto di malattie, oltre alla malaria, infierisce spesso il kalā-āzār o febbre nera.
La vegetazione naturale è ricchissima e si compone di possenti essenze arboree ed arbustose che fo mano fitte foreste, oppure di distese d'alte erbe o d'immensi canneti alti circa 7 metri. Le specie più comuni sono: Saccharum, Phragmites, Acacia, Shorea, Amoora, Michelia, Magnolia, Dalbergia, Stereospermum, Quercus, Costanopsis, Cinnamomum, Ficus, Mesua, nonché palme, bambù, liane, conifere, saprofiti, epifiti (orchidee). La pianta del tè vi è endemica. Vaste zone forestali restano tuttora inesplorate.
Altrettanto ricca è la fauna, di cui le specie più notevoli sono: l'elefante, il rinoceronte, la tigre, il leopardo, l'orso, il lupo, il cinghiale, il cervo e l'antilope, il bufalo, il bisonte (Bos gaurus) e il gaial (B. frontalis). Abbondano pure gli uccelli: i gallinacei (fagiano, pernice) e gli uccelli acquatici; sono numerosi i coccodrilli; pescosissime sono le acque.
Principale prodotto è il riso in numerose varietà; vengono poi ortaggi, tè, canna da zucchero, senapa ed altre droghe, frumento, iuta, tabacco, cotone, palme. Dal 1825 si cominciò a sfruttare anche artificialmente l'endemico arbusto del tè, facendo immigrare mano d'opera dall'India meridionale e ben presto il tè divenne il principale oggetto di commercio e di esportazione. Le razze bovine locali e il cavallino di Manipur si trovano in stato di degenerazione: i buoi arrivano dall'India, i cavalli dal Bhutan.
Le comunicazioni sono effettuate principalmente dall'Assam-Bengal Railway, un ramo della quale va dal porto di Chittagong a Silchar, un altro da Gauhati a Tinsukia, stazione della Dibru-Sadiya Railway, collegato col tronco della valle Surma, e con l'India. Ottime le comunicazioni fluviali. Poche le arterie stradali carreggiabili e solo fra i centri importanti: uno dei mezzi di trasporto è ancora fatto dagli elefanti che si aprono la via nelle foreste.
La popolazione è essenzialmente rurale e costituita in massima parte da indù. La statistica delle religioni (1921) dà: indù 3.839.000, maomettani 1.900.000, buddhisti 10.000, cristiani 66.000, animisti 1.240.000.
Storia. - La storia più antica dell'Assam è difficilmente riconoscibile attraverso le numerose e oscure leggende che corrono per il paese; le liste dei re conservate sino ad ora farebbero risalire l'istituzione del regno ad epoche remotissime. Nel Mahābhārata è spesso nominato Bhagadatta, signore di Prāgiyotisha, antico nome dell'Assam. La città capitale del regno sarebbe stata fondata dal padre di questo re, Naraka.
Segue un periodo lunghissimo di lotte religiose fra i seguaci di Kṛṣṇa e di Siva, che produssero frequenti cambiamenti di dinastie.
Nel 640, il pellegrino cinese Hsun Tsang, visitando il paese, vi trovò regnante Kumāra Bhāskara Varman. La popolazione era quasi tutta di religione brahmanica e i buddhisti vi erano in numero scarsissimo.
Dalle frammentarie notizie conservateci si può dedurre che verso il sec. XII, l'Assam era retto da re appartenenti alla dinastia Pāl del Bengala. Nel secolo seguente è ricordata un'invasione di Ahoms, provenienti dalla Birmania settentrionale, che fondarono un proprio regno nelle provincie orientali dell'Assam; questo popolo conservò per lungo tempo i costumi, la religione e la lingua, ma finì con l'assimilarsi completamente agli abitatori del paese e col convertirsi all'induismo.
I conquistatori musulmani del Bengala tentarono ripetutamente, ma invano, d'insignorirsi dell'Assam, anzi più di una volta dovettero respingere le incursioni degli Assamesi, finché Aurangzeb decise di metter fine a tali spedizioni e inviò a tale scopo un forte esercito, sotto il comando di Mir Jumla. Questi sconfisse il rajah, che si rifugiò nelle montagne, mentre gli altri capi facevano atto di sottomissione; ma, sopraggiunta la stagione delle piogge, il vittorioso esercito musulmano fu quasi completamente distrutto dalla fame e dalle malattie (1660-1662).
Intanto, le lotte intestine diedero il pretesto al governatore dell'India, lord Cornwallis, d'inviare truppe britanniche nell'Assam, ma esse furono richiamate dal successore, sir John Shore. Ciò incoraggiò i Birmani a deporre il rajah e ad annettersi l'Assam. Da questi fatti ebbe origine la prima guerra birmana, finita nel febbraio 1826 col trattato di pace di Yandabo, che attribuiva l'Assam alla Compagnia delle Indie Orientali. Per breve tempo ancora, l'Assam fu governato da capi indigeni, sinché nel 1838 fu riunito definitivamente ai possedimenti britannici.
Etnografia. - I molti linguaggi della regione (v. india: Lingue) dànno qualche indizio per la storia delle sue migrazioni etniche. Le lingue indo-europee (bengali, assamese, rājasthānī, ecc.), parlate da più di tre quarti della popolazione, sono dovute tanto a immigrazioni moderne quanto a penetrazioni e conquiste antiche, effettuatesi una prima volta nei tempi del Mahābhārata, quando l'eroe Arjuna sposò la principessa Nāgā del Manipur, e più tardi nel sec. II a. C., quando si spiegò l'influsso buddista, e a datare dal sec. VIII d. C., per l'influsso indù attraverso l'alta Birmania sino al golfo del Tonchino e all'Annam. La decadenza della regione fu probabilmente determinata, come nell'Europa medievale, da invasioni barbariche, qui rappresentate da varî rami etnici mongoloidi del gruppo sino-tibetano moventesi dalle alte valli del Ho-ang-ho e dell'Yang-tze-kiang attraverso il Tibet e il Nepal. Così gli Aka i Mishmi, i Gāro, i Mīkīr, i Kachāri, i Bodo, stirpi della sotto famiglia tibeto-birmana, stabilirono potenti regni, distrutti poi dal successivo grande movimento dei Shan e Ahom, venuto dalla Cina meridionale attraverso l'Iravadi, e dominanti l'Assam orientale dal sec. XIII al XVII d. C.; ultime furono le migrazioni dal sud dei Lushai-Kūki e dei Nāgā. L'idioma Mon-Khmer dei Khāsi mongoloidi è una delle reliquie del vasto gruppo di genti a linguaggi austro-asiatici (Schmidt) che il Rivet vorrebbe estendere dal Chota Nagpur fino all'America. Secondo Hutton, uno strato etnico ancor più antico, negritico, non riconoscibile nelle lingue, si tradisce nell'eccezionale presenza di tipi ulotrichi e sarebbe rappresentato anche dall'arco semplice, dall'esposizione dei cadaveri su piattaforma, da particolari trappole per i pesci e dalle ancor vive tradizioni di genti pigmee.
Altri elementi di grande interesse etnografico abbondano: menzioniamo tra questi le asce neolitiche a spalla che secondo Heine-Geldern si rinvengono su tutto il territorio Mon-Annam; le palafitte a terramare dei Lushai, Kūki, Marring, Mīkīr, Singpho, Mīri e Aka; i seppellimenti secondarî, i pali funerarî e i menhir, le lance uncinate (simili a quelle degli Igorot delle isole Filippine) e i martelli di pietra dei Nāgā, e finalmente il costume della caccia alle teste praticato dai Gāro, Nāgā, Lushai, che collega queste popolazioni all'Indonesia e oltre. Tutti questi elementi rappresentano affinità indo-oceaniche e forse, in qualche caso, quei rapporti indo-egiziani così energicamente affermati da Elliot Smith e Perry, rapporti da imputarsi allo strato predravidico e dravidico, col quale si presentano comuni anche l'abito a strascico (come nell'Egitto preistorico) e il sistema delle due classi nell'organizzazione sociale. La complessità delle condizioni è aumentata dalla presenza di elementi che sembrano potersi attribuire a un influsso dell'epoca calcolitica dell'India nord-occidentale: scacchi, ceramica incisa fatta a mano, telaio, vesti cerimoniali del Manipur con applicazioni di perle di vetro e berretto frigio appuntito.
Bibl.: The Imperial Gazetteer of India, VI, Oxford 1908; Murrays Handbook: India, Burma, Ceylon, Londra 1910; Census of India, Calcutta 1911; E. Suess, La face de la Terre, trad. di E. de Margerie, voll. 3, Parigi 1898-1902; G. Watt, The commercial products of India, Londra 1908; I. G. Bartholomew, Thackers Reduced Survey Map of India, Londra-Calcutta 1910; Statesmans Jearbook, Londra 1927. - Per la parte etnologica: I. H. Hutton, Man in India, 1927; id., Appendice a Census Report, Calcutta 1921; id., Introduzione all'opera di I. P. Mills, Lhota Nags, Londra 1922; id., Angami Nagas, Londra 1921; W. C. Smith, Ao Naga tribe of Assam, Londra 1926; R. Heine-Geldern, Die Steinzeit Süd-Ost. Asiens, in Anthropos, 1926-1927; P. Rivet, Le Groupe Océanien, in Bull. de la Soc. linguistique, LXXXIII (1927); W. J. Perry, The Megalithic Culture of Indonesia, Manchester 1918. - Storia: E. A. Gait, History of Assam, 2ª ed., Calcutta 1926, e in Memoirs of Asiatic Soc. of Bengal, V (1913-17); T. C. Hodson, The Meitheis, Londra 1908; J. Shakespeare, Lushai Kuki Clans, Londra 1912; S. Endle, The Kacharis, Londra 1911; A. Playfair, The Garos, Londra 1909; id., The Mikirs, Londra 1909.