Assideramento
Assideramento deriva dal latino sideratus, che letteralmente significa "colpito dall'influsso maligno di un astro". Con tale termine in medicina si definisce il complesso di fenomeni morbosi, talvolta a esito mortale, provocati da una protratta esposizione dell'organismo a temperature molto basse.
Al contrario del congelamento (v.), che rappresenta una lesione locale da freddo, l'assideramento è una sindrome generale che si verifica soprattutto in soggetti particolarmente suscettibili o in presenza di condizioni predisponenti (abbigliamento inadeguato, vesti umide, immobilità, età estreme, uso di alcol o droghe o di farmaci ad azione sedativa, malattie debilitanti ecc.), allorché l'efficienza della termoregolazione viene meno e i meccanismi che normalmente garantiscono il mantenimento della temperatura corporea non risultano più in grado di contrastare l'azione del raffreddamento.Durante l'esposizione al freddo, un ruolo critico nella termoregolazione (v.) è svolto dal sistema nervoso simpatico, i cui nuclei ipotalamici e troncoencefalici vengono attivati dalle variazioni di temperatura registrate dai termorecettori cutanei e da questi trasmesse al sistema nervoso centrale. L'aumento dell'attività simpatica determina vasocostrizione a livello della cute, con conseguente riduzione della dispersione di calore. L'azione di stimolo dei recettori adrenergici a₂ e a₁, presenti rispettivamente nelle vene superficiali delle estremità e in quelle situate più profondamente, in prossimità dei corrispondenti tronchi arteriosi, provoca vasocostrizione nelle prime e vasodilatazione nelle seconde, con il risultato di favorire il passaggio verso queste ultime del sangue, che tende quindi a conservare la propria temperatura nell'ambito dei valori normali; d'altro canto, la stessa stimolazione favorisce la produzione di calore attraverso il brivido, la mobilizzazione di substrati e l'attività termogenetica (calore metabolico).
Gli effetti dell'assideramento cominciano a manifestarsi quando la temperatura corporea scende al di sotto di 34 °C: in tale situazione, a causa della marcata vasocostrizione, che si associa a una maggiore affinità per l'ossigeno dell'emoglobina, e della ridotta capacità di attivare il sistema muscolare, si viene a creare una situazione di insufficiente apporto di ossigeno e di carenza di glicogeno, accompagnata da acidosi (da accumulo di acido lattico e di acido carbonico).I sintomi sono rappresentati da pallore, astenia, apatia, obnubilamento della visus, torpore fisico e psichico; il coma sopravviene entro breve tempo, e rapidamente si ha morte per paralisi dei centri bulbari.
Gli interventi terapeutici mirano in primo luogo ad arrestare ogni ulteriore perdita di calore, e subito dopo ad aumentare la temperatura centrale, così da prevenire o correggere le eventuali complicanze. Quali misure immediate, occorre allontanare il paziente dall'ambiente freddo, avvolgerlo in una coperta dopo averne rimosso gli abiti, procedendo quindi a un lento, graduale riscaldamento; inoltre, si somministra, attraverso maschera o tubo endotracheale, ossigeno riscaldato, e si infondono in vena soluzioni glucosate saline ugualmente riscaldate, eseguendo un monitoraggio accurato delle condizioni cardiache e respiratorie e della temperatura interna. In caso di assenza di segni vitali, vengono praticate manovre di resuscitazione cardiopolmonare.
j.j. frim, Hazard in cold air, in r.p. welsh, r.j. shephard, Current therapy in sports medicine, Toronto-Philadelphia, B.C. Decker, 1985-86, pp. 40-45.
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