Assisi (Ascesi)
Città dell'Umbria, citata, in quanto patria di s. Francesco, in Pd XI 53. Il termine Ascesi che troviamo in D. era il toponimo dell'uso antico (anche Scesi), ma per il poeta qui acquista inoltre il significato traslato di " città ascendente sopra le altre " (Mattalia). S. Tommaso, che in questo luogo tesse l'elogio del fondatore dei frati minori, osserva tuttavia che mettere in luce la superiorità di A. sulle altre città è ancora inadeguato al valore spirituale acquistato dal luogo nel quale nacque al mondo un sole e che dunque deve essere identificato con l'oriente. Quindi in questo passo D., accettando la tradizione agiografica francescana, pone l'identità Francesco-sole, Assisi-oriente, come è chiaramente sentito da Benvenuto, che infatti interpreta : " si ergo Franciscus est appellandus Sol, bene Assisium est appellandum Oriens ". Questa identificazione di A. con l'oriente, quindi, non è, come vorrebbe gran parte della critica corrente, una conseguenza delle precisazioni topografiche fornite da D. nell'indicare l'ubicazione della città rispetto al suo circondario : il mettere in rilievo tutti i particolari geografici (per i quali v. le voci CHIASCIO; T0PIN0) può bensì essere considerato un artificio tecnico per dare all'inizio della biografia del santo un tono austero e solenne. D'altra parte nel canto successivo D. con lo stesso numero di versi indicherà il luogo di nascita di s. Domenico, e il soffermarsi così diffusamente e sull'orientalità di A. e sull'occidentalità di Calahorra può voler indicare " l'universalità del campo della loro battaglia. E forse anche qui risuona l'eco dell'unus hinc, alius inde della profezia gioachimita " (Bosco).
Le vicende storiche di A. risalgono a epoca romana; abbiamo infatti cospicui resti di quello che fu un florido " municipium " appartenente alla tribù Sergia, in cui ebbe i natali Properzio. Durante la guerra gotica A. fu espugnata e distrutta da Totila. Fino al sec. XII A. appartenne al ducato di Spoleto che le riconobbe una relativa autonomia. Successe quindi un periodo di continue lotte con Perugia, che ambiva di assorbire nella propria influenza questo comune; e proprio durante una di queste guerre, agl'inizi del sec. XIII (c. 1204) Francesco di Bernardone fu fatto prigioniero. Aderente al partito guelfo, A. godette per gran parte del sec. XIII un periodo di tranquillità sotto la protezione della Chiesa, ma agl'inizi del sec. XIV le lotte interne fra le fazioni dettero l'opportunità a Perugia di occupare nuovamente A., che si potè liberare dall'odiata signoria solo dandosi in soggezione al cardinale d'Albornoz (1367); ma dopo appena dieci anni, A. era di nuovo travagliata da lotte per conservare la propria autonomia di fronte ai vari signori che volevano assorbirla nella propria orbita. Questo stato di cose si protrasse per tutto il XV secolo; A. si pacificò infine sotto il governo assoluto della Chiesa.
Bibl. - E. Auerbach, Il canto XI del Paradiso, in Lett. Dant. 1565-1580; U. Bosco, Il canto XI del Paradiso, in Lect. Scaligera III 390-418 (rist. in D. vicino, Caltanissetta-Roma 1966, 316-341).