Vedi ASSISI dell'anno: 1958 - 1994
ASSISI (Asisium)
Centro umbro, poi municipio romano appartenente alla tribù Sergia; patria di Properzio. Fu presa e distrutta da Totila nel 545. La città romana, sorta nel luogo in cui già esisteva il centro umbro, era cinta di mura a blocchi parallelepipedi di calcare locale, di cui è difficile precisare la data di costruzione: ne avanzano resti in varie parti e, in particolare, un bel tratto nella proprietà Tardioli, già Fiumi Roncalli, ove si conservano anche i resti di una porta. L'abitato, adagiato lungo le pendici di un colle (sulla sommità, dove oggi sorge la rocca, era forse l'acropoli) alle pendici del Subasio, era sistemato a terrazze, sorrette da belle sostruzioni in grossi blocchi di travertino. Su una di queste terrazze, chiusa verso monte da un muro sostruttivo e aperta verso valle, era il piazzale del Foro, circondato su tre lati da portici e dominato a N dal tempio cosiddetto di Minerva. Ancor oggi sotto la piazza del Comune sono visibili la pavimentazione a lastre di calcare, il tribunal e la base di una edicola tetrastila destinata a contenere le immagini dei Dioscuri, come si apprende dalla dedica conservatasi. Il tempio cosiddetto di Minerva, in comunicazione con il Foro attraverso due aperture nel muro di sostruzione, è prostilo esastilo con la scalinata ricavata tra le colonne per mancanza di spazio. È opera ancora permeata di ellenismo, databile alla fine del I sec. d. C.
Sotto il campanile della chiesa di S. Rufino è una grande cisterna, costruita a blocchi di travertino e con vòlta a botte, che reca ancora in situ l'iscrizione ricordante la costruzione ad opera dei magistrati umbri (marones) (nel II sec. a. C.?), della cisterna e di altri monumenti.
Poco più sopra alla stessa chiesa è il teatro, con la cavea (di cui restano gli avanzi di due ordini) rivolta a E, e nelle immediate vicinanze, in una zona che era fuori delle mura (come conferma l'esistenza di un monumento funerario poco lontano), era l'anfiteatro, costruito in muratura rivestita da cortina in pietra locale.
Nella città moderna restano ancora tracce di altri edifici, soprattutto di case: i più importanti sono quelli conservati sotto il Vescovado e appartenenti ad una ricca domus, decorata con interessanti affreschi, alcuni dei quali accompagnati da epigrammi greci (in corso di esplorazione dal 1956).
Bibl.: C. I. L., XI, 2, pp. 784-785; G. Antolini, Il tempio di Minerva in A., 2a ed., Milano 1828; Brizi, in Atti Accad. Properziana, II, 1901-09, pp. 269-274; 318-322; 405-434; A. Fortini, Il più ardente poeta d'amore, Foligno 1931 (contiene varie note storico-archeologiche su A., patria di Properzio); U. Tarchi, in Bull. Mus. Imp. (app. Bull. Com.), XII, 1941, pp. 35-39; M. Bizzarri, in Boll. Dep. St. Patria per l'Umbria, XLIV, 1947, pp. 39-44; A. e dintorni, Perugia 1954.
(C. Pietrangeli - U. Ciotti)