Vedi ASSUAN dell'anno: 1958 - 1994
ASSUAN (Συήνη, Σουήνη, Σοήνη)
Città corrispondente alla greca Siene, situata ai limiti meridionali dell'Egitto. Nella città è un piccolo tempio di Evergete I, con una sala a due pilastri su cui si aprono tre cappelle. Più notevoli, presso la città, le cave di granito, dove restano numerosi monumenti incompiuti, preziosi per le indagini sulla tecnica dei tagliapietre egiziani. Noto in particolare un obelisco, di 28 m di lunghezza, restato sul posto per una incrinatura nella pietra manifestatasi durante il taglio. Davanti ad A. è l'isola di Elefantina, assai povera oggi di resti archeologici; ma la spedizione francese al seguito di Napoleone copiò due tempietti che vi si trovavano quasi intatti, edificati l'uno da Thutmosis III, l'altro da Amenophis III. Il secondo, di circa 9 m di fronte e 12,50 m di profondità, è di singolare felicità. Si levava su un podio di circa 2 m e la pianta rettangolare comportava un portico anteriore sorretto da due colonne papiriformi, cui nella parte posteriore corrispondevano due semicolonne incastrate nel muro. Il lato è aperto da sei alte finestre rettangolari, divise da pilastri quadrati, le quali rendono leggera ed agile tutta la costruzione. Lo spirito di questo edificio si apparenta nello schema al chiosco di Sesostris I a Karnak, ma nel più fitto rapporto di pieni e di vuoti, nella tendenza alla verticalità degli elementi, nella precisione della scansione degli spazî ha messo a frutto l'esperienza del primo periodo della XVIII dinastia. Sulla sponda O è la necropoli dei principi di Elefantina, che fu in uso dalla fine del Regno Antico alla XII dinastia: a questa epoca risalgono le tombe meglio conservate e più interessanti: quella di Sarenput I e II. La prima comporta un ipogeo davanti al quale è un portico non tagliato nella roccia come altrove (Benī Ḥasan), ma costruito con sei pilastri; mentre la seconda, priva di portico, consta di due sale di ineguale grandezza, sorrette da pilastri e congiunte da un lungo corridoio a nicchie in ognuna delle quali è una statua del defunto. Sono, queste, interessanti varianti locali della "forma" ipogeo, affermatasi dovunque nel primo periodo intermediario.
Bibl.: R. Engelbach, The Aswan Obelisk, Il Cairo 1922; Elefantina: Description de l'Égypte, Antiquités, vol. I, p. 34; H. W. Mueller, Die Felsengräber der Fürsten von Elephantine, Glückstadt-Amburgo-New York 1940.