astallarsi
La forma ricorre una sola volta nella Commedia; ed è anzi merito del Petrocchi averla recuperata come ‛ lectio difficilior ' in una situazione ecdotica equilibratamente divisa fra due versanti (‛ astallare ' e ‛ stallare '). Stampiamo ora in Pg VI 39 ché cima di giudicio non s'avvalla / perché foco d'amor compia in un punto / ciò che de' sodisfar chi qui s'astalla; così anche leggevano alcuni commentatori antichi, chiosando però, come Vellutello: " tutto quello che de' sodisfare chi qui, in purgatorio, s'arresta e ferma ".
In realtà a., derivato da ‛ stallo ' come l'equivalente ‛ stallare ', vale nel riflessivo " avere la propria sede ", " collocarsi ", " prender dimora "; e si diceva per lo più degli animali, ad esempio (volgarizzamento dugentesco del Crescenzi) " nel luogo dove s'astallano " [i cani]. Invece nelle Rime genovesi e in Bonvesin da la Riva a. viene a significare " trattenersi " (glossario Monaci), mentre in Antonio da Ferrara (LXVIII 33) invade l'area semantica di " placarsi ", " quietarsi " (di vento).