ASTANTI
. Nell'ordinamento processuale romano, i giudici, e in genere tutte le persone che esercitavano una funzione giurisdizionale, stavano seduti (residentes): mentre le parti, gli avvocati, i testi e il pubblico stavano in piedi (adstantes, circumstantes, adsistentes). L'ininterrotta partecipazione del pubblico ai giudizî fino alla più tarda età imperiale è dimostrata da molte fonti. Gli adstantes stavano disposti in circolo dietro i banchi dove erano gli avvocati. Da tale disposizione derivano le espressioni corona, circumstantium corona, che si trovano mantenute più tardi nelle fonti di regioni romaniche come la Sardegna. La formula che si riferisce ai residentes da una parte e agli adstantes o circumstantes dall'altra è genuinamente caratteristica dell'ordinamento processuale romano. Così pure le fonti mostrano in modo inoppugnabile che praticamente anche nel periodo imperiale la corona degli adstantes non solo acclamava o disapprovava la sentenza, ma esercitava sulla formazione della sentenza stessa un'influenza decisiva. Questo sistema processuale romano, che per lungo tempo venne dagli scrittori ignorato, affermandosi l'esistenza del giudice unico, trova una corrispondenza nel sistema germanico del tribunale collegiale. Nel placitum longobardo-franco, accanto al magistrato (Richter), che presiede all'assemblea giudiziaria, e al giudice (Urtheiler) che pronuncia la sentenza, i quali insieme con i capi formano la classe dei residentes, stanno gli adstantes o circumstantes, cioè tutti gli uomini liberi raccolti nel mallo. A poco a poco però l'attività degli adstantes nel Medioevo si restringe: essi hanno l'ufficio di garantire la pubblicità dei giudizî. Già nelle carte longobarde fungono solo da testimoni; nel periodo franco accanto al giudice vi sono soltanto gli scabini, e più tardi i boni homines; gli auditores e gli adstantes del tribunale romano e germanico non prendono più parte attiva ai giudizî, lasciando il posto al giudice unico o al collegio giudicante.
Bibl.: A. Checchini, I "consiliarii" nella storia della procedura, in Atti dell'Istituto Veneto, LVIII, II, (1919); id., Studi sull'ordin. process. rom. e germanico, in Studi econ. giurid. della R. Università di Cagliari, XIV II, (1924), e le opere ivi citate.