ASTIANATTE (᾿Αστυάναξ)
Figlio di Ettore e Andromaca. Nei cicli figurativi e nelle altre rappresentazioni che s'ispiravano alle vicende della guerra troiana (specialmente in quel genere che va sotto il nome di "Iliupersis") gli episodî nei quali entrava a fare parte il piccolo A. dovettero forse essere più frequenti di quanto non siamo oggi in grado di controllare, se teniamo conto delle superstiti raffigurazioni. Il tema, per sé patetico, non sarà stato troppo spesso scartato dagli artisti. Così la scena dell'addio di Ettore, ove appaiono Andromaca ed A., era soggetto di un quadro menzionato da Plutarco (Brut., 23); questo era anche il motivo presente in un perduto dipinto pompeiano ed in un perduto frammento di Tabuia Iliaca, ma si trova nella pittura vascolare greca e su gemme, sebbene molto spesso sembri trattarsi piuttosto di una semplice scena di genere, sia pure ispirata al celebre episodio omerico (vedi, ad esempio, l'anfora del British Museum E 282).
In età romana, un rilievo in terracotta (Museo Naz. Romano) raffigura una rappresentazione teatrale dell'addio di Ettore; A. vi appare non come un pargolo in braccio alla madre, secondo la descrizione omerica, ma come un fanciullo capace di reggersi da solo, evidentemente secondo il testo teatrale qui rappresentato, mentre aderente al racconto omerico è un noto affresco della Domus Aurea. Si discosta invece dalla fedeltà ad Omero proprio un'illustrazione dell'Iliade Ambrosiana, vuoi per influenza del teatro, vuoi per tarde convenzioni illustrative.
Il tema che maggiormente impegnò gli artisti fu senza dubbio quello relativo alla sorte di A. dopo la caduta di Troia. Polignoto raffigurò A. tra le braccia della madre, nel gruppo delle prigioniere troiane (Paus., x, 25, 9); così una metopa del thesauròs dello Heraion alle foci del Sele (Heràion, II, 260 ss.) e così il frontone E del tempio di Asklepios ad Epidauro; più tardi lo stesso episodio è raffigurato in sarcofagi, nella Tabula Iliaca del Museo Capitolino ed in una coppa d'argento dell'Antiquarium di Monaco (590). Poi v'è l'episodio dell'atroce morte di A.: ma qui v'è da osservare che ben per tempo l'arte figurativa preferì distaccarsi dalla narrazione dell'episodio come esso si presentava nella poesia (sia pure, è ovvio, con varianti nei particolari) e trovò più adatto a suscitare la pietà dei riguardanti il riunire, in una sola tragica visione, l'uccisione di A. e quella di Priamo ad opera di Neottolemo. Su tale sfondo di intenso pathos, i diversi artisti lavorarono con individuale inventiva, come possiamo vedere dalla pittura vascolare superstite, ove il tema sollecitò i migliori ceramisti: ricordiamo un'anfora di Lydos ed una kýlix di Euphronios (per la quale v. Acme, 1953, p. 497 ss.) ambedue a Berlino, una ky'lix di Brygos (Louvre) e la hydrìa Vivenzio nel museo di Napoli, attribuita al Pittore di Kleophrades; ma anche in prodotti di minore validità artistica è ripetuta la stessa scena come, ad esempio, in un cratere del Museo Civico di Bologna ed in un cratere falisco (Villa Giulia); lo stesso schema è stato riconosciuto ad Olimpia nella decorazione delle imbracciature di scudi bronzei. Nello stesso tempo altre pitture vascolari raffigurano, con maggiore aderenza alle narrazioni poetiche, la morte di Priamo senza Astianatte. Infine v'è la statua di un guerriero che porta sulle spalle un fanciullo ucciso, reggendolo per un piede (Museo Naz. di Napoli, Inv. 5999): per esso è stato suggerito il nome di Neottolemo.
Monumenti considerati. - Dipinto pompeiano perduto: W. Helbig, Wandgemälde, 1314; Tabula Iliaca: Dict. Ant., iii, fig. 3949; terracotta del Museo Naz. Romano: G. E. Rizzo, in Oesterr. Jahreshefte, viii, 1905, p. 253 SS.; affresco della Domus Aurea: F. Weege, in Ant. Denkm. Deutschen Inst.; Iliade Ambrosiana: Fontes Ambrosiani, xxviii, Olten 1954; R. Bianchi Bandinelli, Hellenistic-Byzantine Miniatures, Olten 1955, passim. Gemme: J. Overbeck, Gallerie heroische Bildwerke der alten Kunst, i, 1853, Tav. xvi, 14, 20. Metopa dello Heràion: P. Zancani Montuoro-U. Zanotti Bianco: Heraion alla foce del Sele, ii, Roma 1954, p. 260 ss. tavole lxxxiv-lxxxv. Tempio di Asklepios ad Epidauro: J. F. Crome, Die Skulpturen des Asklepiostempels von Epidauros, Berlino 1951, p. 52, tav. 36, Beilage i, n. 36. Sarcofago di Mantova con scene di Iliupersis: C. Robert, Sarkophagrel., ii, p. 71, tav. xxvi, n. 63. Tabula Iliaca: U. Mancuso, La "Tabula Iliaca", in Mem. Lincei, ser. v, vol. xiv, fasc. cviii, 1911; R. Baumeister, Denkmäier, i, tav. xiii. Kỳlix di Euphronios: A. Stenico, Nuovi frammenti della κύλιξ berlinese con l'Iliupersis di Euphronios, conservati nei musei vaticani, in Acme, 1953, p. 497, tav. i-ii; J. C. Hoppin, Red-fig., Cambridge 1919, p. 382. Kỳlix di Brygos (da Vulci) al Louvre: I. C. Hoppin, Red-fig., p. 119; hydrìa Vivenzio: J. C. Hoppin, Black-fig., p. 145, n. 30; cratere di Bologna: G. Pellegrini, Catalogo vasi greci dipinti, Bologna 1912, p. 107, n. 268; scudi di Olimpia: E. Kunze, Olympische Forschungen, ii, Berlino 1950, p. 159, tav. 29 ix c.
Bibl.: R. Wagner, in Pauly-Wissowa, I, c. 2151 ss., s. v. Andromache; II, c. 1866 ss., s. v. Astyanax; A. Klügmann, in Roscher, I, cc. 344-345, s. v. Andromache; H. W. Stoll., ibidem, I, c. 660, s. v. Astyanax; R. Baumeister, in Denkmäler, s. v. Iliupersis; C. Robert, Sarkophagrel., II, p. 71 ss.; H. Heydemann, Osservazioni sulla morte di Priamo e di A., in Röm. Mitt., 1888, p. 101 ss.; H. Heydemann, Homerische Vasendarstellungen, in Jahrbuch, 1889, p. 260 s.; T. Tosi, Nuove rappresentanze dell'Iliupersis, in Studi e mater., III, 1905; T. Tosi, Scene dell'Iliupersis nell'arte vascolare e nella poesia epica, ibid., IV, 1912; cfr. V. Macchioro, in Neapolis, 1913, p. 419 ss.; E. Pfuhl, Malerei u. Zeichn. der Griechen, Monaco 1923, p. 319 ss.; E. Kunze, Olympische Forsch., II, Berlino 1950, p. 159 ss.; J. F. Crome, Die Skulpturen des Asklepiostempels, Berlino 1951, p. 52.