Astinenza Costretta
. Personaggio allegorico del Fiore (cfr. per questa forma LXXX 1 e LXXXI 2) corrispondente ad Astenance Contrainte del Roman de la Rose, da cui mutua i tratti essenziali come il ruolo narrativo complessivo, con esclusione dei tardi sviluppi negli episodi di Nature e Genius eliminati dal Fiore (Roman de la Rose 19359, 19454). Compare anche nella forma Costretta Astinenza in LXXIX 11, CII 2, CXXVIII 11, e, con sostituzione di suffisso conforme al francese, Costretta Astinanza in LXXXIV 3, alternanti secondo ragioni ritmiche (A.C. sempre all'inizio di verso, C.A. in rima); mentre è Astinenza per Malabocca che non ne riconosce la falsità, dall'interpretatio nominis di CXXXI 12-14 Ad Astinenza molto mente puose, / ché veduta l'avea per volte mante; / ma per Costretta già mai no lla spuose (cfr. Roman de la Rose 12109-14) fino alla rivelazione di CXXXVI 9 (cfr. anche CXXXIII 1, CXXXIV 1). Sia pure in forme meno rigorose tali alternanze sono presenti anche nel Roman de la Rose.
Il personaggio di Jean de Meun sviluppa elementi iconografici di Papelardie (Roman de la Rose 405-438), rimuovendola da una condizione di pura negatività (in Guillaume de Lorris è dipinta sul muro che delimita il giardino di Amore) e inserendola polemicamente come momento necessario della favola amorosa, dato, insomma, che la negazione è operante nella storia (anzi per Jean de Meun si identifica con essa) e quindi non eludibile.
Astinenza Costretta fa parte dell'esercito di Amore in compagnia di Falsembiante, sotto il denominatore etico dell'Ipocrisia che difatti li governa entrambi e di cui rappresentano le due polarità, interna ed esterna (e me e sé governa co' sembianti / che gl'insegnò sua madre Ipocresia, LXXX 5-6). Considerata in rapporto alla vicenda allegorica principale essa è ipotesi della tattica di aggiramento suggerita da Amico (con esatta anticipazione linguistica: Impresso vo' che tu aggie astinenza / di non andar sovente dal castello [LI 1], parallelo a A Malabocca vo' primieramente / che tu sì no gli mostri mal sembiante, L 1-2) e la sua principale funzione è di collaborare con Falsembiante nell'operazione contro Malabocca (LXXXIV 3, CXXVIII 11, CXXXVI 9). Ma inquadrata nel sistema naturalistico di Jean de Meun, essa si sviluppa come simbolo insieme della costrizione sessuale (inevitabilmente ipocrita per Jean) e di una condizione etica e sociale che è il correlato femminile dell'ipocrisia ecclesiastica impersonata da Falsembiante: Ella si fa pinzochera e badessa / e monaca e rinchiusa e serviziale, / e fassi soppriora e prioressa. / Iddio sa ben sed ell'è spiritale! / Altr'or si fa novizza, altr'or professa; / ma che che faccia, non pensa ch'a male, CII 9-14 (e vedi ancora il bellissimo ritratto simbolico di CXXIX). Vedi ASTINENZA; FALSEMBIANTE; IPOCRISIA.