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astore

Enciclopedia Dantesca (1970)
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astore


Col nome di questo uccello rapace, che B. Latini descrive minuziosamente nei capitoli IX e X del libro V del Tresor, D. chiama gli angeli che nella valletta dei principi, scendendo dall'alto, mettono in fuga la biscia tentatrice: Io non vidi, e però dicer non posso, / come mosser li astor celestïali; / ma vidi bene e l'uno e l'altro mosso (Pg VIII 104).

Circa il motivo della scelta, nota l'Ottimo: " E chiamali astori, però che lo astore è inimico del serpente ". Altri interpreti, con riferimento al rapidissimo volo degli angeli, insistono invece sulla velocità oltre che sulla forza degli. a.: " Angeli... merito assimilantur avibus quia sunt alati et velocissimi... et praecipue asturibus quia sunt aves fortes multum " (Benvenuto); " denota la prontezza e la forza " (Tommaseo).

Vocabolario
astóre
astore astóre s. m. [dal provenz. austor, che è il lat. acceptor -oris, alteraz. di accipĭter (inteso come der. di accipĕre) e più tardi alterato in auceptor per influenza di avis «uccello» (cfr. auceps, per avĭceps, «uccellatore», e v....
strozzière
strozziere strozzière s. m. [dal fr. autoursier, der. di autour «astore»], ant. – Chi aveva l’incarico di custodire e ammaestrare alla caccia gli uccelli rapaci usati nella falconeria: lo strozziere ha richiamato lo sparviero (D’Annunzio)....
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