Opera (1609) dell’astronomo J. Kepler (1571-1630), il cui titolo integrale è Astronomia nova seu physica coelestis tradita commentariis de motibus stellae Martis ex observationibus G. V. Tychonis Brahe, stampata forse in mille copie e non più pubblicata fino al 1860 (quando apparve come terzo volume dell'Opera omnia di Kepler, edita da Frisch). In essa Kepler, attraverso l'analisi del moto del pianeta Marte, ha formulato quelle che oggi sono note come la prima e la seconda legge di Kepler.