ASTURI ("Αστουρες e "Αστυρες; Astures)
Popolazione iberica del nord-ovest della Spagna, confinante con i Callaeci a ovest e con i Cantabri a est, col Durius a sud e con l'Oceano a nord. Occupava quindi una regione montagnosa e si divideva in due distinti gruppi, che abitavano il nord della catena montana (Astures Transmontani) o il sud di essa (Astures Augustani); secondo le antiche fonti, gli Asturi si suddividevano in 22 popoli minori, tra i quali Plinio nomina i Giguri, i Pesici, i Lanciensi e gli Zoeli (Nat. Hist., III). La più antica menzione di essi è data da Posidonio (presso Strabone, III, 155). Li troviamo poi ricordati da Pomponio Mela (III, 13), da Plinio (VIII, 166; XXXIII, 66), da Tolomeo (II, 6, 28), da Dione Cassio (III, 25), da Floro (II, 33), da Orosio (VI, 21), da Lucano (IV, 298), da Silio Italico (I, 231), da Marziale (X, 16) e infine nella Notitia Dignitatum (XXVI, 19) e nel Corp. Inscr. Lat. (II, p. 362, 909, 1040). Gli Asturi dapprima fecero parte della provincia di Lusitania; poi vennero a costituire con i Callaeci un'unica diocesi dell'ingrandita Hispania citerior, quella di Asturia et Callaecia (v. sull'argomento e per le questioni connesse asturie).
La regione degli Asturi era selvaggia e montuosa, e la popolazione dedita all'allevamento dei cavalli e al lavoro delle miniere aurifere (Plin., XXXIII, 78); fu l'ultima ad essere interamente sottomessa e pacificata dai Romani, poiché da un'iscrizione (Corp. Inscr. Lat., XI, 395) sappiamo che sotto Nerone si combatté ancora contro di essa. Nel territorio degli Asturi restarono quasi sempre stanziate due legioni romane, dapprima la VI e la X, poi, dopo diversi mutamenti, la VI e la VII Gemina, costituita da Galba, la quale ebbe il suo quartiere principale in León (Legio).
Bibl.: Oltre le opere citate nel testo, cfr. pure F. de Aramburu y Zuloaga, Monografía de Asturias, Oviedo 1899, e C. M. Vigil, Asturias monum. epigraf. y diplom., Madrid 1887.