Vedi ATELLA dell'anno: 1973 - 1994
ATELLA
Città della Campania, in piena pianura, a metà strada fra Capua e Napoli, defezionò ad Annibale insieme a Capua e Calatia, e fu perciò punita dai Romani nel 211 a. C. con la cacciata degli abitanti e la confisca di gran parte del territorio. Ben poco si sa delle sue vicende successive, ma sembra esser stata, a giudicare dai ritrovamenti, di nuovo relativamente fiorente in età imperiale. Devastata dai Vandali di Genserico, sopravvisse stentatamente forse fino all'XI secolo.
Da essa prese nome la farsa teatrale osca, chiamata fabula Atellana, di cui si hanno però troppo scarse testimonianze. Le sue monete di bronzo con la leggenda ADERL in alfabeto osco risalgono con ogni probabilità al momento della guerra annibalica.
La città, a pianta trapezoidale, circondata da un ampio fossato, era fra gli attuali abitati di S. Arpino e Frattaminore e mentre a breve distanza, nel territorio, sono state trovate tracce di vita della prima Età del Ferro, essa non ha dato finora, anche negli strati più profondi, nulla che sia anteriore alla prima metà del IV sec. a. C. Sono ancora ben riconoscibili tre decumani equidistanti, con orientamento non astronomico e varie tracce sicure di strade ad essi ortogonali. Delle fortificazioni sono attualmente visibili solo pochi avanzi in blocchi di tufo uniti senza malta sul lato S, ma il loro tracciato è ancora molto evidente. Di edifici di epoca sannitica si sono trovati finora scarsi avanzi nei pochi punti dove si sono potuti fare dei saggi in profondità, ma si sono trovate strutture e pavimenti di abitazioni soprattutto del periodo tardo-ellenistico e della prima età imperiale, con tracce di trasformazioni più tarde. Degli edifici pubblici sono noti finora due complessi termali, uno dei quali, in località Castellone presso la porta orientale, risale, a giudicare dalle strutture superstiti, conservate per notevole altezza, e dagli elementi architettonici in marmo, al II sec. d. C. non troppo inoltrato, mentre l'altro, al centro dell'area urbana, sorto in età repubblicana, ha subito rifacimenti fino al VI sec. d. C.
Le necropoli di età sannitica e romana si estendono tutt'intorno alla città e vi sono state esplorate in varie epoche tombe a cassa del IV e III sec. a. C. e recentemente anche delle camere sepolcrali del III sec. a. C. con vòlta a botte, di un tipo noto da varie necropoli campane, e soprattutto da Cuma e da Capua. Altre necropoli e tombe sparse di età sannitica e romana sono state trovate in varie località del territorio, e soprattutto a Caivano (vol. ii, p. 257).
Fra i materiali trovati ad A. è di particolare interesse una sfinge in calcare tenero pertinente evidentemente ad un monumento sepolcrale e databile al III sec. a. C., la quale presenta rapporti maggiori con analoghe sculture di ambiente ellenistico anziché con le sculture in tufo campane.
Bibl.: J. Beloch, Campanien2, Breslavia 1890, p. 379 s., con bibl. precedente; Ch. Hülsen, in Pauly-Wissowa, II, 2, 1896, c. 1913 s.; A. Sogliano, in Not. Scavi, 1898, p. 287 s.; G. Castaldi, in Atti Acc. Arch. Napoli, XXV, 1908, p. 63 s., ed in Mem. Acc. Arch. Napoli, I, 1912, II, p. i ss.