ATENE
(gr. ᾽Aθῆναι; lat. Athenae)
Capitale della Grecia e capoluogo dell'Attica, A. conservò intatto il suo antico nome per tutto il periodo medievale. Durante l'occupazione dei duchi francesi (secc. 13°-15°) appare menzionata nei documenti ufficiali come ducatum Athenarum; in altre fonti occidentali è nominata come Satines, Setines, Cetines e Castel de Cetines, tutte varianti dell'espressione greca εἰϚ ᾽AθῆναϚ.Abitata ininterrottamente per cinquemila anni, A. è situata all'estremità della valle che da lei prende nome, a breve distanza dal golfo di Egina. Sul versante interno è circondata da alcuni rilievi montuosi (Imetto, Pantelico, Parnete, Egaleo) e a S-O si apre al mare, fino ai porti del Pireo e di Falero. Numerose colline (Acropoli, Licabetto, Arditto, La Pnica, Areopago e i colli delle Ninfe e del Museo) ne movimentano il paesaggio. Il nucleo della città, ab origine formatosi attorno all'Acropoli (massiccio roccioso abitato già all'epoca neolitica, come testimoniano i resti archeologici scoperti sia nella pianura sia sui pendii), si sviluppò seguendo l'andamento naturale del terreno, in cerchi concentrici sempre più ampi. Tale morfologia è stata seguita nella costruzione delle fortificazioni create in varie epoche, mentre la rete stradale ha utilizzato i passaggi naturali verso il mare e verso l'interno.L'antica cerchia di mura di Temistocle costituì il limite massimo dello sviluppo della città medievale. Una seconda cinta, c.d. tardoantica, la cui parte meglio conservata si trova nell'area dell'antica agorá, fu costruita alla fine del sec. 3°, dopo l'invasione degli Eruli, attorno alla zona della città raccolta a N dell'Acropoli, nell'area della biblioteca di Adriano e del foro romano. La fortezza detta Rizokastro, alla base dell'Acropoli, datata in genere all'epoca bizantina (sec. 11°), è risultata, alla luce di scavi più recenti, opera del sec. 13°, ossia del periodo del ducato di Atene. In ogni caso, le mura dell'Acropoli protessero, durante tutto il Medioevo, in uno con il Partenone, l'Eretteo, l'Atena Nike, i Propilei, anche il fitto abitato della città medievale, oggi completamente scomparso.I brevi e rari cenni dedicati da storici e cronisti bizantini ad A. possono essere integrati dalle testimonianze archeologiche. Le iscrizioni incise sulle colonne del Partenone costituiscono una preziosa fonte d'informazione dimostrando la continuità della vita cittadina durante l'Alto Medioevo (secc. 7°-8°). Le opere del metropolita Michele Coniate (1182-1204) sono una fonte importante sulla situazione di A. alla fine del sec. 12°, vibranti di rimpianto per il passato classico; nella sua catechesi, nei panegirici, nelle orazioni e nelle numerose epistole, egli esprime la sua amarezza per il declino della città una volta gloriosa, fornendo nel contempo un quadro della vita che vi si conduceva al suo tempo. Attraverso gli archivi e la corrispondenza dei duchi di Francia è possibile ricavare informazioni precise relative al periodo dell'occupazione dei crociati, mentre le descrizioni e i disegni riportati nei diari dei viaggiatori permettono un'ideale ricostruzione dei monumenti classici e medievali e delle loro tormentate vicende nel corso del Medioevo.A partire dalla cristianizzazione della città fino all'occupazione turca, avvenuta nel 1456, si possono distinguere quattro periodi: paleocristiano (secc. 4°-6°), altomedievale (secc. 7°-9°), mediobizantino (secc. 10°-12°) e infine il periodo connesso all'occupazione delle truppe crociate (secc. 13°-15°).La scomparsa del mondo antico avvenne gradualmente. Durante la dominazione romana, la città conobbe il suo ultimo periodo di prosperità: arricchita da importanti opere pubbliche, con Adriano raddoppiò addirittura la propria superficie. L'imperatore Valeriano, per affrontare l'imminente pericolo delle invasioni gotiche, si preoccupò di restaurare, rinforzare e ingrandire l'antica cerchia di mura, che tuttavia nel 267 non riuscì a proteggere A. dall'assalto degli Eruli. I gravissimi danni causati da questo frangente, in particolare nella zona dell'antica agorá, dove l'unico edificio rimasto intatto fu il Theséion, portarono a una riduzione dell'abitato, con il definitivo spostamento del centro amministrativo a N dell'Acropoli, nell'area del foro dell'epoca romana e della biblioteca di Adriano.La nuova cinta di mura, detta tardoantica, venne costruita tra il 276 e 282 con materiale di recupero, come mostrano gli scavi effettuati nell'antica agorá. Partendo dall'angolo nordoccidentale dell'Acropoli essa passa sotto i Propilei, si appoggia alla stoá di Attalo, per ricongiungersi con la biblioteca di Adriano; quindi si dirige verso S, terminando probabilmente sull'angolo nordorientale dell'Acropoli.Un ritorno alla tradizione classica si ebbe ad A. nel corso dei secc. 4° e 5°, soprattutto per volere dell'imperatore Giuliano l'Apostata (361-363). I Padri della Chiesa Basilio e Gregorio si formarono all'interno delle scuole filosofiche della città; quella neoplatonica con l'insegnamento di Proclo (450-485) conobbe una seconda fioritura. Gli scavi archeologici testimoniano per questo periodo un rapido ingrandirsi della città al di fuori della cerchia delle mura tardoantiche.Le parole di Sinesio di Cirene, che visitò A. tra il 395 e il 400 - "l'Atene di oggi non ha niente di magnifico tranne i nomi celebri dei luoghi" (Franz, 1965, p. 190) - sono probabilmente dovute allo stato di degrado della città dopo l'invasione di Alarico, che nel 395 aveva saccheggiato l'Attica arrivando fino alla cinta romana. All'inizio del sec. 5° furono restaurati o ricostruiti un gran numero di edifici pubblici e privati. Dove sorge ora la Metropoli venne realizzato, in onore degli imperatori Arcadio e Onorio, un edificio noto soltanto da un'iscrizione (CIG, II, 2, nr. 5205). Nella zona dell'antica agorá fu innalzato il Ginnasio, sui pendii dell'Areopago e su quello meridionale dell'Acropoli vennero edificate scuole private. I reperti archeologici e la continuità del culto pagano, a partire dalla famosa processione delle Panatenee, per tutto il sec. 5° testimoniano la pacifica convivenza della cultura greco-romana e del cristianesimo. Nel frattempo la comunità cristiana crebbe e aumentò la sua influenza, come testimoniano le decorazioni delle lucerne di terracotta scoperte negli scavi effettuati nell'agorá, mentre le raffigurazioni pagane diminuiscono gradualmente, così che alla metà del secolo quasi tutte le lucerne appaiono decorate con simboli cristiani. Nella stessa epoca, al di fuori della cerchia delle mura, inizia la costruzione delle prime basiliche, innalzate presso le tombe dei martiri o dove sorgeva in precedenza un tempio pagano. Alla metà del sec. 5°, nel cortile della biblioteca di Adriano, cuore del centro amministrativo, venne costruito il tetraconco, chiesa monumentale a pianta centrale, il primo edificio cristiano entro le mura, attestato dell'avvenuta affermazione ufficiale della nuova religione e prova tangibile della nuova importanza della comunità cristiana.I decreti dell'imperatore Teodosio II, specialmente quello emanato nel 435, stabilirono la chiusura degli antichi templi che, nello spazio di due secoli, vennero trasformati in chiese. Nell'Acropoli la venerazione della Theotókos Athiniótissa sostituì il culto della dea Atena. In questo primo periodo cristiano la sepoltura dei morti seguì la tradizione pagana e i defunti furono inumati fuori della città; sono state rintracciate sepolture nel lato sud dell'Acropoli, nella zona di Kynosargo, sull'Illisso, nel pendio meridionale del Licabetto e altrove. Assai spesso sono state trovate tombe vicino a piccole chiese cimiteriali a navata unica.Come nell'Antichità, anche in questo periodo l'approvvigionamento idrico era garantito da pozzi e cisterne.Il colpo decisivo per la sorte dell'antica città pagana venne dall'imperatore Giustiniano, che nel 529 confiscò i beni delle scuole filosofiche costringendole alla definitiva chiusura e facendo di A. una semplice città di provincia, all'interno dell'impero bizantino. Ciononostante, durante l'impero di Giustiniano le mura della città e quelle dell'Acropoli furono restaurate e rafforzate con l'aggiunta di torri difensive quadrate. Nel 580-585 A. subì l'attacco degli Avari e in quest'occasione furono distrutte le chiese situate al di fuori del circuito urbano.Fu la fortificazione giustinianea che permise la sopravvivenza della città nell'Alto Medioevo, quando le città dell'impero bizantino vennero attaccate da terra dagli Slavi e dal mare dagli Arabi. Le fonti scritte riguardanti A. in questo periodo sono comunque assai rare.A partire dal sec. 9° la città cominciò a riprendersi. Nella prima metà del secolo il vescovado di A., testimoniato già nel concilio ecumenico di Nicea del 325, divenne arcivescovado e alla fine del sec. 10° metropoli. Amministrativamente, dal sec. 7° la città dipese dal tema dell'Ellade e probabilmente divenne sede dello stratega a partire dalla metà del 9° secolo.Nel periodo mediobizantino A. non svolse alcun ruolo particolare all'interno dell'impero. L'Acropoli divenne una fortezza che racchiudeva il Partenone, trasformato in chiesa, la sede episcopale e probabilmente anche le abitazioni degli ufficiali. Nel 1018 l'imperatore Basilio II attribuì alla Theotókos Athiniótissa la vittoria contro i Bulgari. Nella città bassa, sotto l'Acropoli, il centro amministrativo rimase dentro le mura tardoantiche, fra le abitazioni della nobiltà. La costruzione di chiese, fra questa cinta di mura e quella di Temistocle, l'esistenza di case in tutta la zona dell'antica agorá, nei pendii dell'Areopago e nella zona meridionale dell'Acropoli, testimoniano che la città raggiunse nuovamente la sua antica estensione. Gli scavi compiuti in questi quartieri, oggi popolatissimi, non hanno potuto fornire elementi concreti circa il livello sociale degli abitanti, la tipologia delle abitazioni e la distribuzione dei servizi in età medievale; sono emersi peraltro dati precisi sull'esistenza di una rete stradale e di abitazioni costruite sopra le rovine della città antica. Alla ripresa della vita cittadina nel maturo Medioevo sono collegate la costruzione e la fondazione, nella periferia di A., di importantissimi complessi monastici (Dafni, Kaisariani, Omorfi Ekklesia), databili nell'11° e 12° secolo. Alla metà del sec. 12°, secondo il geografo arabo al-Idrīsī, A. era una città fiorente e popolata. Tuttavia l'erudito metropolita Michele Coniate, giunto ad A. nel 1182, la descrisse come completamente distrutta, probabilmente da una precedente invasione dei saraceni. Nel 1203 il governatore di Nauplion, Leone Sguros, assediò l'Acropoli, difesa validamente da Michele Coniate, riuscendo a distruggere unicamente la città bassa.Nel 1204 la città passò sotto la dominazione dei crociati, con la creazione del ducato di A. e per un periodo di due secoli e mezzo conobbe, in successione di tempo, la sovranità dei duchi francesi de la Roche e de Brienne (1204-1311), dei Catalani (1311-1387), del fiorentino Neri Acciaiuoli (1388-1394), dei Veneziani (1394-1402) e infine dei fiorentini Antonio, Neri e Francesco Acciaiuoli (1402-1456). In questi anni l'estensione urbana non superò le mura tardoantiche, mentre la precedente cerchia, abbandonata, cadde in rovina e alla base dell'Acropoli se ne costruì una nuova, lunga m. 1240, per proteggere meglio la fortezza. All'ingresso principale dell'Acropoli fu costruito un robusto muro in cui fu inglobata la Clessidra e venne eretta un'alta torre sopra l'ala settentrionale dei Propilei.Il duca Neri I trasformò i Propilei in uno splendido palazzo di stile fiorentino e fece eseguire restauri al Partenone, che era stato trasformato nella cattedrale del c.d. Castel de Setines. Nel 1395 il notaio italiano Nicolò da Martoni, visitando la città, contò circa un migliaio di case e Ciriaco d'Ancona, in due successivi soggiorni, uno nel 1436 e l'altro nel 1444, descrisse e lasciò disegni dei monumenti di Atene. Nel 1456, infine, i Turchi conquistarono la città.Le prime chiese cristiane, a pianta basilicale con abside semicircolare, furono costruite alla metà del sec. 5° ai margini della città, fuori della cerchia di mura. Dagli scavi effettuati nel secolo scorso e dalle ricerche condotte di recente è risultato che la chiesa più importante era la basilica di Illisso, i cui resti si trovano a E dell'Olympiéion; si tratta di una basilica a tre navate con transetto, abside semicircolare con protesi e diaconico, nartece e ampio quadriportico; nel lato settentrionale della chiesa è stata inglobata la cripta con la tomba di s. Leonida. La cripta, a pianta quadrata e voltata, accolse nel sec. 4° la salma del santo, martirizzato a Corinto nel 250. È incerto se l'incrocio del transetto fosse coperto a tetto a quattro falde o a cupola. I pochi frammenti del mosaico pavimentale, i resti di lastre marmoree, di statue e di nicchie a conchiglia, danno solo una parziale idea della bellezza, della varietà e dell'alta qualità della decorazione. È nota l'esistenza di altre due basiliche fuori dell'antica cerchia di mura: la prima, che si trovava sul luogo dell'attuale chiesa di S. Luca, era una grande basilica a tre navate, con pavimento a lastre marmoree e mosaici; la seconda era ubicata sul versante sud del Licabetto, ove è stata rinvenuta una lastra tombale con l'iscrizione "῾Ο ἑν ὀσίοιϚ ἑπισϰόπησαϚ ϰλημᾶτιοϚ" (Sotiriu, Kuruniotis, Orlandos, 1927-1933, I, p. 56, fig. 43). Resti di altre basiliche sono stati rinvenuti anche in altri quartieri di A.: una nei pressi dell'Olympiéion, localizzata precisamente sul lato nord dell'antico tempio, un'altra sul lato sud dello stesso, esattamente sopra le fondazioni di un tempio romano. Nell'attuale parco pubblico di A. si trovava una basilica a tre navate e sulle pendici nord dell'Areopago, presso i resti della chiesa di S. Dionigi Areopagita, è stata confermata l'esistenza di una chiesa paleocristiana. A N dell'antica agorá, iscrizioni su lastre e reperti archeologici testimoniano l'esistenza di tre chiese (S. Filippo, S. Tecla, S. Giovanni della Colonna). L'esistenza di un notevole numero di chiese paleocristiane viene provata inoltre dai numerosi frammenti di elementi architettonici che testimoniano la persistenza della tradizione greco-romana e quindi di locali 'botteghe' artigianali. Verso la metà del sec. 5°, nel cortile della biblioteca di Adriano fu costruito, sullo stesso asse della biblioteca, il tetraconco, chiesa paleocristiana di altissima qualità, non solo per i materiali impiegati ma anche per la scelta della pianta, ricollegata alle costruzioni romane a schema centrale. Su ciascuno dei quattro lati si apriva un'abside: quella rivolta a E era la principale e aveva un sýnthronon, le altre tre erano fregiate da quattro colonne. Un secondo muro girava tutt'attorno al tetraconco determinando un impianto a deambulatorio. Sul lato occidentale si trovava il nartece, preceduto da un quadriportico, con unico ingresso posto anch'esso sul medesimo lato. Sui resti di questa chiesa, distrutta alla fine del sec. 6°, furono costruite una basilica a tre navate e in seguito una piccola chiesa bizantina.Non è stato ancora risolto il problema dell'epoca in cui i templi pagani furono trasformati in chiese. È probabile che si sia trattato di un processo verificatosi in tappe successive nel corso del 6° e 7° secolo. L'orientamento a E, richiesto dalla trasformazione del tempio pagano in chiesa cristiana, comportò l'ubicazione dell'ingresso sul lato occidentale; il lato opposto fu a sua volta trasformato con l'aggiunta di una conca absidale; cambiamenti più rilevanti avvennero all'interno del tempio, che fu ristrutturato secondo le nuove necessità liturgiche. Nel sec. 6° il Partenone divenne una basilica a tre navate dedicata alla Panaghia. Pochi anni dopo l'Eretteo fu trasformato anch'esso, con lo smantellamento dei muri interni e l'aggiunta di due file di colonne e della conca absidale, e dedicato alla Panaghia. All'inizio del sec. 6° sul versante sud dell'Acropoli, sulla párodos orientale del teatro di Dioniso fu costruita una basilica a navata unica che era probabilmente un martyrium oppure una chiesa cimiteriale, mentre nella stessa epoca sui resti del tempio di Asclepio venne innalzata una grande basilica a tre navate con antistante quadriportico. Nel sec. 6°, a Illisso il tempio di Artemide fu trasformato in chiesa e nel sec. 7°, nell'antica agorá, il Theséion divenne una basilica a navata unica, come è testimoniato da indizi archeologici: il pronao e la cella furono coperti a botte e un'abside poligonale venne posta sul lato orientale. Anche le grotte del dio Pan e della Clessidra, nonché il monumento di Trasillo, scavati attorno all'Acropoli, sembrano essere stati utilizzati dai cristiani come luoghi di culto.Le prime chiese costruite ad A. nel sec. 9°, conosciute soltanto da disegni e incisioni, erano piccoli edifici a navata unica coperta con un tetto a capriate (per es. S. Giovanni Mancuti, testimoniato da un'iscrizione dell'871; Sotiriu, Kuruniotis, Orlandos, 1927-1933, II, pp. 85-86, fig. 88). Nei secoli seguenti il numero delle chiese aumentò considerevolmente. Gli edifici bizantini costruiti ad A. alla fine del sec. 10° e nei secc. 11° e 12° ripetono, con alcune varianti, lo schema a croce inscritta. La pianta, pressoché quadrata, è caratterizzata dall'incrocio di due bracci coperti a botte, con una cupola nel punto di intersezione. La copertura dei quattro spazi lasciati liberi dai bracci della croce inscritta nel quadrato è di altezza minore rispetto alla croce stessa, evidenziando così il disegno di quest'ultima. Nello spazio compreso fra l'intersezione dei bracci e l'abside si creano varianti della struttura portante, classificabili in quattro tipi: semplice, composito a quattro colonne, semicomposito a quattro e a due colonne. Per la massima parte le numerose chiese del periodo mediobizantino sono state alterate da aggiunte dovute ai secoli successivi; tuttavia è possibile ricostruire la loro struttura originaria e la loro decorazione attraverso le descrizioni o i disegni dei viaggiatori o grazie ai frammenti scultorei e ai resti di affreschi.Nel centro della città sono le chiese dei Ss. Teodori (1049 ca.), della Kapnikarea (metà sec. 11°), dei Ss. Incorporei (metà sec. 11°), di S. Giovanni Teologo (sec. 11°), della Trasfigurazione (fine sec. 11°-prima metà del 12°), la Panaghia Gorgoepikoos (sec. 12°). Il monastero di Petraki, sotto il Licabetto, risale al sec. 10° e presenta influssi della scuola di Costantinopoli. Nell'antica agorá era stata costruita la chiesa dei Ss. Apostoli, datata intorno al Mille e attualmente restaurata e riportata alla sua forma originaria, a croce inscritta con quattro absidi poligonali. La chiesa della Theotokos di Lykodemos (ora S. Nicodemo, metà sec. 11°), a croce inscritta, con la base ottagona della cupola impostata su otto archi e con pennacchi triangolari, era la più grande della città e costituiva il katholikón di un monastero costruito entro la cerchia delle mura. Tutti questi edifici furono costruiti con un'apparecchiatura c.d. cloisonnée, in cui i mattoni incorniciano i singoli conci di pietra ben tagliati e legati da uno spesso strato di malta; le chiese sono di piccole dimensioni, con rapporti ben equilibrati e con una ricca decorazione a vista sulle pareti. Le superfici murarie sono decorate inoltre con nastri dentellati in laterizio. Tale motivo, che risente dell'influsso dell'arte araba (lettere pseudocufiche), è tipico dell'architettura medio-bizantina di scuola greca. Nel quadro si distingue la Gorgoepikoos, costruita con marmi ben tagliati, lastre a bassorilievo e frammenti di transenne di reimpiego di varia epoca e provenienza.Il Byzantine Mus. di A., fondato nel 1914 per ospitare esclusivamente opere bizantine e postbizantine, spostato dal 1930 nel palazzo restaurato della duchessa di Piacenza, comprende, tra l'altro, rilievi marmorei provenienti da chiese paleo-cristiane e bizantine, icone e ricami d'oro da Salonicco e una raccolta di icone, manoscritti, arredi e abiti liturgici portati dai profughi dell'Asia Minore nel 1922 o donati da privati. Il Benaki Mus., fondato nel 1931 e dedicato all'arte bizantina, ospita icone, manoscritti, arredi e ricami liturgici nonché vari oggetti di arte suntuaria provenienti da tutta la Grecia. Il Kanellopulos Mus., fondato nel 1972, conserva icone bizantine e postbizantine, lucerne e croci di rame, arredi ecclesiastici, monete e gioielli. L'Agora Mus. è allestito in una sala della stoá di Attalo ed espone numerosi reperti di scavo (tra cui lucerne di rame e terracotta, vasellame, monete e gioielli). L'Athens Numismatic Mus., infine, comprende collezioni di monete e sigilli bizantini.
Bibl.:
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