ATHANASIA (᾿Αϑανασία)
Personificazione dell'immortalità che nell'arte greca appare raffigurata in relazione al mito di Tideo.
Varie fonti letterarie riferiscono questo episodio della guerra contro Tebe, risalente a un poema epico, forse la Thebais o qualche altro poema ciclico, e trasmesso attraverso Ferecide in varî Scholia.
Secondo la narrazione di Apollodoro (Bibl., iii, 6, 8), Tideo è stato mortalmente ferito da Melanippo all'ombelico; Atena vuol portargli un farmaco impetrato da Zeus, con cui rendere immortale l'eroe; ma Anfiarao, che odia Tideo per aver egli persuaso gli Argivi, opponendosi al suo avviso, a muovere contro Tebe, quando intuisce l'intenzione della dea, taglia la testa di Melanippo (che Tideo, già ferito, aveva ucciso) e la dà a Tideo, che la spacca succhiandone il cervello. Quando Atena vede questo, disgustata ritira il suo favore.
L'episodio appare su un cratere a campana frammentario di New York (n 12.229.14), a figure rosse, del 425-420 circa a. C. Tideo è seduto su una roccia, appoggiando la testa barbata alla mano destra in atto triste e doloroso; è vestito e quindi non si può vedere la ferita all'ombelico, ma l'artista ha rappresentato la gamba fasciata per caratterizzare lo stato; ai piedi della roccia è la testa giovanile di Melanippo con occhi chiusi. Dinanzi a Tideo è A. (ΑΘΑΝΑSΙΑ) nelle sembianze di una fanciulla con chitone e himàtion, che guarda Tideo sollevando il braccio sinistro, mentre è condotta via per mano da Atena ([ΑΘΕ]ΝΑΙΑ).
Lo stesso soggetto si riconosce nel cratere a campana a figure rosse del Pittore di Eupolis, appartenuto nel 1831 al Rosi, poi al Campanari e ora scomparso, noto da disegni e già erroneamente interpretato come Atena che conduce Andromeda a Perseo. Raffigura invece Tideo [ΤVDE]VS, con chitonisco, elmo e spada, seduto, appoggiato alla lancia, con accanto lo scudo veduto in scorcio; ai piedi della roccia è la testa giovanile di Melanippo con gli occhi chiusi (già falsamente creduta quella della Gorgone). Atena (ΑΘΕΝΑΙΑ) con egida, tenendo nella sinistra l'elmo e la lancia, conduce via per mano A. ([ΑΘΑ]ΝΑ[SΙΑ]) che alza il braccio destro. Il cratere si data intorno al 450, quindi ci dà una figurazione più antica del cratere Rosi: Tideo appare più giovanile e in posa più calma e contenuta, mentre l'immagine più recente è concepita con pathos più accentuato.
Forse una terza raffigurazione della prima metà del sec. V a. C. è da riconoscere nello specchio etrusco del Cabinet des Médailles (n. 1289), dove Menrva alata, con fiore nella destra sollevata, conduce per mano una figura femminile in costume ionico come quello delle Korai, la quale era stata identificata ora con Afrodite, ora con Ebe, ma che è più probabilmente Athanasia. Lo stile fa pensare a un prototipo della fine del VI o degli inizi del V sec. a. C. attraverso l'interpretazione manierata e arcaizzante etrusca.
Bibl.: J. D. Beazley, The Rosi Krater, in Journ. Hell. Stud., LXVII, 1947, pp. 1-7; cratere di New York: G. Richter-F. L. Hall, Red Figured Athenian Vases in the Metropolitan Museum of Art, New Haven 1936, tavv. 138, 145; cratere Rosi: C. von Paucker, in Arch. Zeit., X, 1852, pp. 449-468, tav. 42; F. Studniczka, in Jahrbuch, XXXI, 1916, p. 204.