ATINA (A. T., 24-25-26)
Comune già della provincia di Caserta, ora compreso in quella di Frosinone. La città, situata nel cuore delle Mainarde, nell'alta valle del Melfa, a 490 m. s. m., cinta d'ogni intorno d'alte montagne, è tra le più fredde d'Italia nella stagione invernale. Assai notevole l'emigrazione in questi ultimi anni (solo nel 1920, 545 persone, e nel precedente anno 476), onde scarsissimo è l'aumento della popolazione: questa, nell'intero comune era di 5603 ab. nel 1921 e di 4990 nel 1911. Il territorio comunale è di ha. 2980. Degli abitanti del comune, 3246 vivono nelle case sparse e 1839 accentrati, nel solo capoluogo. Il suolo offre buoni pascoli e vi si coltivano cereali e frutta. Ma più importanti sono, per la sua vita economica, le industrie (fabbriche di carta, di coperte, di tappeti, di mobili, di utensili; fonderie. ecc.), con attivo commercio.
Larghi tratti delle mura di cinta dell'antica città, in opera poligonale, sono ancora visibili, con restauri di età posteriore che attestano una vita fiorente in Atina per tutta la Repubblica e ancora durante l'Impero, come sappiamo da Cicerone e da alcune iscrizioni rinvenute sul luogo. Dopo aver fatto parte della lega sannitica, venuta in potere dei Romani per effetto delle guerre sannitiche, Atina rimase a lungo una prefettura, e solo più tardi divenne municipio retto da duoviri, con edìli e questori; gli abitanti non erano numerosi, ma "fortissimi", come li dice Cicerone (Pro Planco, VIII, 21), più che in ogni altra città d'Italia; Virgilio infatti (Aen., VII, v. 630) la chiama Atina potens.
In Atina era un flamine del divo Traiano e un collegio di sacerdotesse di Cerere e di Venere. Città dedita all'industria e alla coltivazione dei campi, Atina non prese mai una grande parte alle lotte politiche della Campania, e perciò si trova di rado ricordata nelle fonti storiche antiche.
Dell'età romana restano in Atina una porta, detta (Porta aurea) alcuni avanzi dell'acquedotto e qualche frammento statuario. Dell'età medievale, in cui la città fu distrutta (contribuì alla rovina anche un terremoto, nel 1350), poi riedificata e fortificata, resta il Palazzo ducale, con bella facciata a torri, del sec. XIV.
Bibl.: B. Tauleri, Memorie istoriche dell'antica città di Atina, Napoli 1702; Corp. Inscr. Lat., X, Berlino 1883, pp. 499, 1012.