Atlante
Catena montuosa dell'Africa del nord, citata da D. in Mn II III 13; dopo aver ricordato il mitico Atlante (II III 11), padre di Elettra, il quale " aethereos Numero... sustinet orbes " (Aen. VIII 137), D. scrive: Quod vero Athlas de Affrica fuerit, mons in illa suo nomine dictus est testis, quem esse in Affrica dicit Orosius in sua mundi descriptione sic: " Ultimus autem finis eius est mons Athlas et insulae quas Fortunatas vocant "; ‛ eius ', idest Affricae, quia de ipsa loquebatur.
D. stesso ci dice che egli ha appreso da Orosio le notizie riguardanti l'esistenza dell'A. e la posizione di ultimo termine dell'Africa dell'A. stesso e delle isole dette Fortunate. Egli potè comunque osservare la posizione della catena in portolani, come quello di Giovanni di Carignano (primi anni del Trecento) o altri aricora, che secondo il Revelli gli furono di base per concepire il viaggio di Ulisse (Italia 43). Del mitico re Attalante e del monte Attalante parla anche G. Villani, in Cronica I 7.
Altra citazione dantesca dell'A. si ha in Ep VI 12, ove l'A., assieme al Caucaso e ai Pirenei, è ricordato come una delle catene montuose sorvolate dall'allegorica aquila imperiale.