atman
Nella filosofia indiana, termine chiave, ma non unico, per indicare il «sé», o principio di individualità personale contrapposto alla materia, al corpo e alle sue funzioni anche cognitive. Nella maggior parte delle scuole filosofiche indiane, infatti, l’ā. è il principio cosciente, l’unico che possa acquisire consapevolezza delle operazioni cognitive di sensi e intelletto. Fanno eccezione le scuole Nyāya e Vaiśeṣika, per le quali l’ā. è il puro principio vitale, mentre la coscienza è una sua qualità (guṇa). Nello stato di liberazione (mokṣa) l’ā. sarebbe quindi assolutamente libero, ma inconsapevole e inerte. Nyāya, Vaiśeṣika, Sāṅkhya, Yoga, Mīmāṃsā e molte scuole vedāntiche accettano una pluralità di ā. (uno per ogni persona), mentre il Vedānta non dualista afferma l’uguaglianza fra ā. individuale e brahman universale. Quasi tutte le scuole buddiste sembrano negare l’esistenza di un ā., anche se i termini di tale negazione sono tuttora oggetto di studio. I tentativi delle scuole non buddiste di fondare la necessità logica o morale di un ā. come principio unificante le attività cognitive e sottostante la nozione di ‘io’ sono rivolti soprattutto a controbbattere tesi e argomentazioni buddiste.