ATRIPALDA (A. T., 27-28-29)
Comune della provincia di Avellino. Il nome e la tradizione dicono che il paese è d'origine longobarda; e si crede infatti sia stato fondato sul principio del secolo XI. Ma il luogo dove sorse (distante dal capoluogo della provincia 3 km.) fu abitato sin dall'antichità; e qui era infatti l'antica Abellinum, di cui si vedono ancora i numerosi avanzi (ruderi d'un acquedotto, d'un anfiteatro, di bagni, della fortezza; iscrizioni, sculture ed altro: v. avellino). Tra quelle rovine si sviluppò a grado a grado l'attuale paese, che fu successivamente soggetto a varie case feudali e in ultimo ai signori di Avellino. L'emigrazione ha fatto lentamente decrescere la popolazione del comune (1911: ab. pres. 5781; res. 6015) nell'ultimo cinquantennio (contava 6290 ab. nel 1881 e 6102 nel penultimo censimento). Le acque del Sabato costituiscono per esso la maggiore ricchezza, perché dànno movimento a parecchi mulini ed opifici (fabbriche di panni, di carta, di paste, ecc.). Ma buona parte della popolazione vive con i prodotti agricoli del piccolo territorio (ett. 893): frutta, cereali, vino, castagne, nocciole, e con la lavorazione della nota pietra di color giallo e rosso. Il centro capoluogo, situato a 280 m. s. m., conta 3780 ab. (gli altri 2001 sono distribuiti nelle case sparse); in esso l'edificio più importante è la cattedrale di S. Ippolito, racchiudente nella chiesa sottostante i corpi di 16 martiri del principio del cristianesimo.