Attalidi
Dinastia dei regnanti di Pergamo (3°-2° sec. a.C.) fondata da Filetero (282-262 a.C.), che pose le basi per la costruzione del principato. Alla sua morte il potere passò nelle mani di Eumene I, cui si deve il consolidamento del regno grazie a una vittoria su Antioco I di Siria a Sardi. Nel 241 a.C. gli successe Attalo I, che intorno al 230 a.C., dopo essersi rifiutato di versare il tributo dovuto ai galati, li sconfisse presso il fiume Caico e in una serie di altre battaglie in Frigia, Licia e Caria. La sconfitta dei barbari garantì il consolidamento del potere politico-culturale di Pergamo, capace di presentarsi come il baluardo dell’ellenismo nell’Asia Minore. Nel frattempo il consolidamento dell’egemonia macedone, a opera di Filippo V di Macedonia, spinse Attalo I a farsi sostenitore della Lega etolica e a entrare nell’alleanza che gli etoli avevano contratto con Roma (214 a.C.) contro Filippo V. La sua azione politica e militare, quindi, fu sempre tesa al sostegno dell’azione di Roma e al contrasto dell’avanzata del regno macedone. Fu un re dedito alle arti e alla sua corte ospitò filosofi, letterati e matematici, quali Antigono di Caristo, Neante e Apollonio di Perge. Nel 197 a.C. gli successe al trono Attalo II, che condusse un’ampia serie di imprese militari contro i galati (189 a.C.), contro Prusia di Bitinia, Farnace del Ponto e contro Perseo. Partecipò alla battaglia di Pidna a fianco di Emilio Paolo. Nel 138 a.C. gli successe Attalo III, detto il Filometore dall’amore dimostrato nei confronti della madre. Morì nel 133 a.C., designando eredi del regno pergameno i romani. La parabola della dinastia degli A. coincise con il periodo di massimo splendore della cultura ellenistica pergamena, intrisa di tradizione greca e costantemente rivolta al mondo romano. I regnanti pergameni puntarono a rendere Pergamo una delle capitali di spicco dei regni ellenistici, emulando l’antica centralità politico-culturale di Atene. Manifestazioni della realizzazione di questo progetto furono il grandioso altare di Pergamo, capolavoro della scuola pergamena, e la biblioteca, centro delle attività filologiche degli eruditi pergameni, capace di competere con la biblioteca di Alessandria. La città divenne, quindi, il crocevia per la formazione di nuove correnti letterarie, artistiche e scientifiche. L’autonomia e la libertà che lo status di alleato di Roma aveva conferito a Pergamo furono messe a repentaglio dal sostegno offerto a Mitridate VI (88-85 a.C.). In età imperiale Pergamo, pur non possedendo più la centralità economica e politica del passato, visse un momento di rinascita testimoniato dalla costruzione di nuovi monumenti, quali il tempio di Traiano e Zeus Philios e l’Asclepieum. Alla metà del 3° sec. d.C. la città fu esposta all’attacco dei goti. In età tardoantica Pergamo rimase un centro culturale di rilievo.