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attenere

di Emilio Pasquini - Enciclopedia Dantesca (1970)
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attenere

Emilio Pasquini

Due volte nell'Inferno, in funzione riflessiva: col valore, più vicino all'etimo di " tenersi stretto ", " afferrarsi saldamente ", in XXXIV 82 Attienti ben, veloce formula ortatoria di Virgilio, che trova la sua motivazione al v. 70 Com'a lui piacque, il collo li avvinghiai. In XVIII 75 vale invece " fermarsi ", " soffermarsi ", " arrestarsi ", meno bene " reggersi con le mani ", " sostenersi " (Petrocchi) o " tenersi fermo " (Momigliano): Attienti, e fa che feggia / lo viso in te di quest'altri mal nati, una pausa efficacissima che prepara l'apparizione del grande Giasone.

Riflessivo ma figurato anche in una delle rime apocrife (tra le autentiche in Fraticelli e Moore, ma in realtà di Iacopo Cecchi), Morte, poi ch'io non truovo a cui mi doglia 62, nel congedo: " Canzon, tu vedi ben com'è sottile / quel filo a cui s'attien la mia speranza ", che ricorda un celebre luogo del Petrarca: " Si è debile il filo a cui s'attene la gravosa mia vita... " (Rime XXXVII 1).

Transitivo in Fiore XXXIV 8 molto m'attenne ben sua promessione!, nel senso - piuttosto usuale, ma qui decisamente ironico - di " mantenere ", " esaudire ", " rispettare ".

Vocabolario
attenére
attenere attenére v. tr. e intr. [dal lat. attinere, comp. di ad- e tenere «tenere»] (coniug. come tenere). – 1. tr., letter. Mantenere (una promessa, un giuramento): egli m’ha male attenuto quello che egli mi promise (Boccaccio); tradirei...
attinènte
attinente attinènte (non com. attenènte) agg. e s. m. e f. [dal lat. attĭnens -entis, part. pres. di attinere «attenere»]. – 1. agg. Che concerne, che è in relazione con qualche cosa: le carte a. al processo; le mansioni a. alla sua carica....
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