ATTICO
. Così si chiama in un organismo architettonico un piano, elevato al disopra del cornicione, in prosecuzione di quello della facciata o, anche, un po' in arretrato. Quando questo piano attico è solcato da lesene in corrispondenza alle sottostanti verticali dell'ordine principale (colonne o pilastri) prende il nome di ordine attico. Se l'ordine sia un arricchimento del piano oppure se questo derivi per semplificazione dal primo, è questione controversa, anche perché gli accenni che gli antichi (Vitruvio e Plinio il Giovane) ci dànno in proposito sono scarsi e oscuri.
Resti antichi, a testimonianza di un ordine attico ben definito e caratterizzato da sagome e dimensioni sue proprie, non esistono, se si eccettuino i pilastri nel Museo Archeologico di Firenze, che, con le quattro facce coperte di trofei, hanno però un carattere prevalentemente decorativo e non possono perciò considerarsi come esempio tipico dell'ordine attico. Nei monumenti romani l'attico appare di frequente, specialmente sopra gli archi di trionfo (v. arco) e sopra qualche porta di città (v. porta), ma rileviamo che l'attico non ha mai avuto un carattere speciale, bensì si è sempre intonato all'ordinamento principale; infatti i capitelli in generale non sono altro che le stesse modanature della cornice, rilevate con un piccolo aggetto corrispondente a quello della bassa lesena inferiore. La grande importanza di questi attici - tranne il caso particolarissimo di Porta Maggiore in Roma, ove l'altissimo triplice attico serve a mascherare tre acquedotti (e da ciò deriva alla porta quel suo speciale carattere di archi e colonne bugnate) - è dovuta principalmente al fatto che su di essi è scolpita la dedica, ornata assai spesso da fastosi bassorilievi raffiguranti allegorie laudative, o episodî salienti della vita guerresca dell'imperatore o del personaggio a cui l'arco è dedicato. Spesso l'attico è il monumentale basamento dei gruppi in bronzo che coronavano l'arco di trionfo. Si è cercato, nel Cinquecento, di fissare le proporzioni dell'attico in rapporto all'ordine principale, senza però giungere a risultati esatti, perché alcuni trattatisti dànno come altezza minima i 2/3 dell'ordine inferiore, altri la metà. La larghezza delle lesene corrisponde a quella della sezione di sommoscapo dell'ordine inferiore.
Il piano attico, in genere, ha funzione pratica; e allora, come in alcuni palazzi in Italia, per evitare che abbia aspetto soverchiamente pesante in rapporto al cornicione, è posto talvolta in ritiro, quasi completamente nascosto dall'aggettante cornicione.
Tra gli esempî più notevoli di piani attici posti sullo stesso piano di fronte della facciata, sono molti palazzi del Palladio (il Valmarana e il De Porti a Vicenza). Alcune volte l'attico viene adoperato anche come coronamento di edifici di carattere monumentale (palazzi pubblici, chiese, teatri, ecc), assumendo in tale caso una grande importanza decorativa, come ad esempio, nel prospetto di S. Pietro e nel portico del Vittoriano in Roma.
Le finestre aperte nell'attico sono quadrate o, al massimo, hanno il rapporto 4/3 tra altezza e larghezza.
Il Quatremère de Quincy distingue gli attici in:
a) attici circolari - quando servono di elevazione a una cupola o a una lanterna, come in tutte le chiese barocche;
b) attici continuati o ricorrenti, che circondano tutti i lati esterni d'un edificio seguendone tutti i movimenti e le sinuosità;
c) attici fastigi, costruiti in muratura o in legname per servire da parapetto e nascondere una parte del comignolo e il tetto;
d) attici interposti o falsi attici, situati fra due piani, talvolta decorati con colonne o con paraste, come nella grande galleria del Louvre a Parigi. (V. Tavv. LXXVII-LXXVIII).