JÓZSEF, Attila
Poeta ungherese, nato a Budapest l'11 aprile1905, morto a Szárszó nel 1937. Il padre, operaio, emigrò in America nel 1907 e la Lega per l'infanzia lo affidò a genitori adottivi finché (1912) la madre lo riprese con sé. Dopo aver fatto i più diversi mestieri, divenne contabile in una banca. Si iscrisse alla facoltà di filosofia dell'univ. di Szeged, indi a Vienna, poi, sovvenzionato da alcuni amici, alla Sorbona (1926). Rientrò a Budapest senza aver terminato gli studî. Per un certo tempo diresse la rivista letteraria Szép Szó, quindi si impiegò presso l'Istituto del Commercio Estero ma dovette lasciare il posto per una grave forma di neurastenia che lo condusse al suicidio. A Vienna aveva aderito al partito comunista clandestino, ma ne era stato espulso come deviazionista (1932).
Nel contenuto della poesia józsefiana prevalgono motivi sociali; tutta la sua poesia è permeata di tragicità, sia che inciti i proletari alla lotta di classe o che si ripieghi in se stesso e gravi su di lui l'ombra dello sconforto. Impressionanti sono la sua continua tensione emotiva, il vigore e l'immediatezza del suo realismo cui si affiancano, in una compenetrazione tipicamente ungherese, metafore e similitudini di grande efficacia.
Tra le molte edizioni delle sue poesie: J.A. összes versei ("Tutte le poesie di A. J. ", Budapest 1955), Külvárosi Éj, válogatott versek ("Notte di sobborgo", poesie scelte, ivi 1958).