ANDREOLI, Attilio
Nato il 7 apr. 1877 a Milano, fu allievo di G. Bertini e V. Bignami all'Accademia di Brera, dove espose per la prima volta nel 1900 Rispha che protegge i corpi dei suoi figli, che vinse il premio Gavazzi. Nei primi anni della sua carriera riscosse notevoli successi. Nel 1903 vinse un altro premio a Milano con Cristo e l'adultera (Milano, Galleria d'arte moderna) e compì un ciclo di decorazioni murali nella chiesa dei Frati in via Farini; nello stesso anno la Galleria d'arte moderna di Milano ricevette in dono L'onomastico del Parroco a tempera e pastello. Lasciati i soggetti biblici e storici, si dedicò alla pittura di genere e ai ritratti. Nel 1917 vinse una medaglia d'oro a Milano con La Violinista.Il suo Autoritratto si trova alla Galleria di Piacenza e due ritratti di benefattori sono all'Ospedale maggiore di Milano. All'università cattolica, si trova Contardo Ferrini in una gloria di angeli,che fu la sua ultima opera di qualche rinomanza. L'interesse per la sua pittura decadde dopo il 1925, ma fu sempre socio onorario dell'Accademia di Brera, anche quando si ritirò a vivere presso Cannobbio. Morì a Milano il 9 nov. 1950. Si servì prevalentemente di un'accurata tecnica a spatola assai virtuosa, portando a termine le sue opere senza rifiniture a pennello, ottenendo effetti di tinte compatte e di smalto. Non si interessò ai problemi artistici che venivano dibattuti intorno a lui, ligio al programma di verismo aneddotico che si era presto prefisso.
Bibl.: G. P. Lucini, IV Espos. Biennale di Milano, in Emporium, II (1900), p. 330; Necrologio in Corriere della Sera, 11 nov. 1950; La Galleria d'Arte Moderna di Milano, I dipinti, Milano 1935, p. 12; G. Bascapè-E. Spinelli, Le raccolte d'arte dell'Ospedale Maggiore di Milano, Milano 1956, tav. 262; A. M. Comanducci, Diz. illustr. dei pittori e incisori moderni italiani,Milano 1945, p. 16; U. Galetti-E. Camesasca, Encicl. d. pittura ital., p.84; H. Vollmer, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler des XX. Jahrh.s,I, p. 49.