Bertolucci, Attilio
Poeta, nato a San Lazzaro (Parma) il 18 novembre 1911. Laureatosi in lettere presso l'università di Bologna (ove decisivo si è rivelato l'incontro con R. Longhi), ha insegnato storia dell'arte e ha svolto un'intensa attività editoriale e pubblicistica. Appassionato di cinema (Letterato al cinema, 1949), ha scritto testi e sceneggiature per i programmi culturali della RAI; dopo la scomparsa di P.P. Pasolini, tra il 1975 e il 1980 è stato condirettore, con A. Moravia ed E. Siciliano, di Nuovi argomenti (per la 2ª serie); ha tradotto dal francese e dall'inglese (le principali traduzioni di poeti sono raccolte in Imitazioni, 1994); ha fondato e diretto la collana di poesia straniera La Fenice per l'editore Guanda (1939), redigendo un'importante antologia della Poesia straniera del Novecento (1958). È stato insignito del premio Viareggio per La capanna indiana (1951) e per il secondo tomo della Camera da letto (1988), nonché di numerosi premi per l'opera complessiva.
La produzione poetica di B. - ora riunita in Opere (1997) - si snoda dalle prove giovanili di Sirio (1929) e Fuochi in novembre (1934), ancorate a luoghi e ad atmosfere della terra d'origine, a La capanna indiana: raccolta che chiude idealmente la prima densa stagione di invenzione ed elaborazione di B., e con cui egli significativamente ritorna, nella sezione omonima - dopo gli abbozzi di Sirio -, a quella misura narrativa del poemetto che diverrà centrale nella sua riflessione stilistica a partire dai cartoni preparatori del romanzo in versi La camera da letto (collocabili proprio alla metà degli anni Cinquanta). Viaggio d'inverno (1971), composto come tutti i libri seguenti in un arco di tempo molto ampio, è ben altrimenti complesso: se pur pervaso di un'effusione, tipica di B., che addolcisce e sfuma gli oggetti, vi si scorge, tuttavia, una diversa caratura simbolica che investe interrogazioni esistenziali, analizzate in particolare attraverso la presenza e il problematico perdurare della malattia e della nevrosi. Segue il romanzo in versi La camera da letto (i, 1984; ii, 1988): se alla base dell'opera di B. vi è "l'idea di una poesia non 'pura', in grado di nutrirsi delle cose e delle parole più comuni" (Lagazzi 1997), è in quest'epopea familiare che si riannodano i diversi fili di una trama poetica; ne emergono con forza l'elemento di novità della poesia di B. nel panorama novecentesco, il timbro personalissimo del suo linguaggio, l'esibito, definitivo rigetto di una concezione ermetica dello scrivere in versi, emblematico approdo - si pensi a M. Luzi, V. Sereni, G. Caproni - per l'intera generazione cui B. appartiene. Sicché il senso del mistero e del tempo, disteso avvicendarsi di stagioni, giudicato da alcuni scopertamente elegiaco, mentre da altri piuttosto epico-sperimentale, sottende comunque una radicata fiducia nella pronuncia poetica. Fin dagli esordi l'opera di B. denuncia un'elaborazione lenta e stratificata con recuperi non occasionali di poesie disperse; significativo, nelle ultime prove - Verso le sorgenti del Cinghio (1993) e La lucertola di Casarola (1997) -, l'alternarsi, in margine e in virtù di un intimo ripiegamento, di testi nuovi e liriche di antica data. La produzione di prose saggistiche e memoriali è riunita nel volume Aritmie (1991). Una lunga amicizia. Lettere 1938-1982 (1994) contiene invece il carteggio con Sereni, importante per cogliere alcuni aspetti dell'opera in progress; da ultimo, All'improvviso ricordando (1997) riproduce alcune conversazioni con P. Lagazzi.
bibliografia
Per informazioni bibliografiche esaustive si rimanda all'antologia curata da M. Cucchi, S. Giovanardi, Poeti italiani del secondo Novecento. 1945-1995, Milano 1996 e, in partic., agli apparati di A. Bertolucci, Opere, a cura di P. Lagazzi, G. Palli Baroni, Milano 1997.