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BONANNI, Attilio

di Mario Crespi - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 11 (1969)
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BONANNI, Attilio

Mario Crespi

Nato a Palombara Sabina (Roma) il 31 ott. 1869, studiò medicina e chirurgia a Roma, ove si laureò nel 1895 discutendo una tesi, Il ricambio materiale nel diabetepancreatico, che fu dichiarata degna di pubblicazione e alla quale fu assegnato il premio Girolami. Nominato assistente presso l'istituto di farmacologia dell'università di Roma diretto da G. Colasanti nel 1897, nel 1900 vinse il concorso per una borsa di studio nazionale che gli consentì di recarsi come interno negli istituti di chimica fisiologica e di farmacologia sperimentale dell'università di Strasburgo, diretti rispettivamente da F. Hofineister e da O. Schiniedeberg. Nel 1901 ottenne la docenza in chimica fisiologica, e l'anno seguente quella in farmacologia sperimentale e tossicologia. Nel 1903 divenne aiuto dell'istituto di farmacologia dell'università di Roma, allora diretto da G. Gaglio, e nel 1909, vinto il relativo concorso, ottenne la direzione della cattedra di farmacologia dell'università di Sassari: qui organizzò un piccolo ma efficiente istituto, ove il suo aiuto M. Torquati scoprì nei germogli di Vicia faba la dopa (diossifenilalanina), aminoacido rivelatosi, nel corso di successive ricerche, di notevole importanza nella biochimica degli organismi superiori, compreso l'uomo. Nel 1914 divenne ordinario di farmacologia all'università di Pavia; infine, nel 1925, gli fu assegnata la direzione dell'istituto di farmacologia dell'università di Roma, del quale realizzò l'assetto edilizio e che organizzò per ricerche in campo medico e chimico-farmaceutico.

Il moderno orientamento scientifico che poneva la chimica e la chimica-fisica alla base dello studio dei fenomeni biologici ebbe nei B. uno dei primi sostenitori tra i farmacologi italiani, forse per la indiscussa influenza che ebbero per la sua formazione gli insegnamenti dello Hofmeister e soprattutto dello Schmiedeberg, il fondatore della farmacologia sperimentale. Per la corretta, rigorosa impostazione delle sue ricerche, l'opera scientifica del B. ha recato importanti contributi nel campo della chimica biologica, della fisiologia, della farmacologia, della terapia. Prescindendo dai suoi studi, comunque di notevole importanza, riguardanti argomenti di dietologia e di idrologia, del B. sono soprattutto da ricordare le esperienze sull'assorbimento del ferro inorganico, con le quali dimostrò che la somministrazione di carbonato ferroso determina un aumento del ferro combinato organicamente nel fegato, smentendo in tal modo coloro che sostenevano che soltanto il ferro in forma organica possa essere assorbito e utilizzato; quelle sul meccanismo d'azione delle sostanze amare, con le quali, mediante la tecnica del doppio stomaco alla Pavlov, poté dimostrare che tali sostanze agiscono determinando non già un eccitamento della mucosa gastrica, come prima si credeva, ma un'azione riflessa attraverso l'eccitamento delle terminazioni nervose gustative; quelle sull'azione terapeutica degli ioduri nella lue, che lo condussero alla dimostrazione della fissazione dello iodio nelle formazioni luetiche, vale a dire dell'organotropismo del farmaco. Egli fu autore inoltre di importanti altri studi e osservazioni: sull'avvelenamento da veratrina, sull'intossicazione da sulfonal, sull'azione terapeutica e tossica del tallio e del bismuto; sulla farmacologia del mentolo, del salolo, del pirogallolo; sull'assorbimento esofageo dei farmachi e sulla loro eliminazione attraverso la mucosa gastrica; sull'influenza della pressione osmotica sull'assorbimento dei farmachi nel peritoneo; sul meccanismo del vomito da chinino.

Il B. fu autore di numerose pubblicazioni scientifiche e di corsi monografici di farmacologia e tossicologia. Fu membro di numerose commissioni, al ministero dell'Interno e in quello dell'Agricoltura, nelle specialità medicinali, nella farmacopea ufficiale, nella Scuola superiore di malariologia. Morì a Roma l'8 marzo 1938.

Bibl.: M. Spano, L'Università di Roma, Roma 1935, pp. 243, 278, 341; P. Di Mattei, A. B., in Il Policlinico, sezione pratica, XLV (1938), p. 576; Id., A. B., in Vita universitaria, 30 marzo 1938; Id., A. B., in R. Università degliStudi di Roma. Annuario per l'anno accademico 1938-39, pp. 519-521; P. Testoni, A. B.(1869-1938), in Arch. it. di scienze farmacol., VII (1938), pp. 143-148; Encicl. Ital., XIV, p. 570, sub voce eupeptici; XV, p. 68, sub voce ferro; XXII, p. 869, sub voce mentolo; XXVII, p. 373, sub voce pirogallolo; XXX, D. 548, sub voce salolo; XXXV, p. 144, sub voce veratrina.

Vedi anche
vomito Atto riflesso di difesa, con il quale viene emesso dalla bocca il contenuto dello stomaco ed eccezionalmente dell’intestino. Consiste in un complesso di contrazioni dei muscoli dell’addome e del diaframma con chiusura della glottide e apertura del cardias, spasmo del piloro e contrazioni antiperistaltiche ... biochimica (o chimica biologica) Disciplina biologica che studia le sostanze che costituiscono la materia vivente e in particolar modo le incessanti trasformazioni (metabolismo intermedio) cui la materia vivente viene sottoposta e le trasformazioni energetiche che si accompagnano a quelle molecolari.  ● Nata nel ... farmaco Qualsiasi sostanza, inorganica od organica, naturale o sintetica, capace di produrre in un organismo vivente modificazioni funzionali, utili o dannose, mediante un’azione chimica, fisico-chimica o fisica. Quando l’impiego di un farmaco è volto a ricondurre alla norma una funzione patologicamente alterata ... farmacologia Scienza che si propone lo studio dei farmaci e delle leggi secondo le quali si svolgono i fenomeni indotti da tali sostanze nell’organismo. 1. La farmacologia e i suoi scopi terapeutici Tra i compiti della farmacologia rientrano: lo studio delle modificazioni funzionali prodotte da qualunque sostanza ...
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