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CEVIDALLI, Attilio

di Arnaldo Cantani - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 24 (1980)
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CEVIDALLI, Attilio

Arnaldo Cantani

Nacque a Reggio nell'Emilia il 31 luglio 1877 da Simone e Giuseppina Mortara. Compiuti gli studi liceali, s'iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell'università di Modena, interessandosi in modo particolare di anatomia umana normale e di anatomia comparata, quindi di anatomia patologica, che coltivò sotto la guida di T. Carbone, divenendo allievo interno nell'istituto da questo diretto. Laureatosi nel 1901, volle proseguire gli studi biologici e nel 1903 ottenne anche la laurea in scienze naturali.

Dedicatosi successivamente allo studio della medicina legale, il C. si formò alla scuola fiorentina diretta da L. Borri, di cui fu assistente e poi aiuto. Ben presto ebbe modo di emergere nella disciplina che aveva prescelto, e iniziò una rapida carriera universitaria: professore incaricato di medicina legale nelle università di Urbino, Macerata e Modena (1905-1912), fu poi direttore di cattedra a Cagliari dal 1912 al 1914, quindi a Parma straordinario dal 1914 al 1916 e ordinario fino al 1919, salvo un breve intervallo durante il quale svolse la sua attività didattica nell'università castrense di San Giorgio di Nogaro; nel 1919 raggiunse la sua ultima sede, Padova, ove insegnò come ordinario fino alla prematura morte.

Dotato di solide basi culturali e di una sicura preparazione tecnica, il C. si occupò di tutti i rami della medicina legale, spesso recando contributi di notevole interesse. Seguendo l'indirizzo del suo maestro (cfr. la voce Borri, Lorenzo, in Diz. biogr. degli Italiani, XIII, Roma 1971) seppe operare la sintesi tra cultura e metodologia medico-biologiche e mentalità giuridica e sociale. Tra le sue numerose ricerche, di particolare rilievo appaiono quelle sulle pieghe palmari e sulle creste cutanee, che illustrò nel Saggioantropologico sulla mano (Torino 1908-1909); i risultati di tali studi, a prescindere dal loro valore puramente scientifico, apparvero subito di notevole interesse per la possibilità di essere utilizzati nell'elaborazione di un metodo per l'identificazione personale, che lo stesso C. contribuì poi a diffondere.

Particolare attenzione dedicò all'ematologia, pubblicando lavori sull'emina e sull'emocromogeno, sulle emoprecipitine, sulle emorragie sottoendocardiche; importante, tra questi, fu lo Studio sugli elementi figurati del sangue in rapporto alla medicina forense (Modena 1911). Osservatore attento delle alterazioni post mortem, fu autore di interessanti ricerche sulla docimasia polmonare, sulle alterazioni cadaveriche del pancreas, sulle capsule surrenali, il cui studio per primo introdusse in medicina legale: a lui si debbono, infatti, le indagini su alcune reazioni dell'adrenalina, sul comportamento dei surreni negli avvelenamenti sperimentali degli animali e in quelli dell'uomo, e l'introduzione nella pratica autoptica della docimasia surrenale per la diagnosi differenziale tra morte improvvisa e morte lenta. Il C. fu anche autore di uno studio sulla presenza di adrenalina nei surreni di feti animali, che gli consentì di prospettare la possibilità che alcuni casi di intossicazione gravidica dipendano da insufficienza endocrina del feto.

Si occupò inoltre di tossicologia, con ricerche sperimentali sulle intossicazioni da fosforo e da acido cianidrico, e con un lungo lavoro sugli aggressivi chimici svolto durante la guerra (Asfissia e gas asfissianti, Bologna 1915); fuanche autore della pubblicazione I veleni quali fattori di malattia (Torino 1923). Condusse interessanti indagini sugli effetti dannosi del lavoro monotono e uniforme e su alcuni problemi di grande attualità in medicina forense, quali l'ipnotismo e l'interdizione; si rivelò un precorritore nel settore dell'eugenica con la sua proposta di un certificato prematrimoniale. Fu autore del volume Compendio di medicina legale (Milano 1919) e, in collaborazione con L. Borri e F. Leoncini, del Trattato di medicina legale (Milano 1922-26).

Morì a Bologna il 18 giugno 1926.

Fonti e Bibl.: Necrol. in Giorn. di clin. med., VII (1926), pp. 454 ss.; C. Calavresi, A. C., in La Medicina ital., VI (1925), pp. 655-658; A. Della Volta, Prof. A. C., in Ann. d. R. Univ. degli studi di Padova,anno acc. 1926-27, Padova 1927, pp. 263-265; P. Capparoni, Lezioni di storia della medicina, Bologna 1934-35, pp. 581 s.; C. G. Mor, Storia dell'università di Modena, Modena 1963, p. 345; I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte [1880-1930], I, p. 234.

Vedi anche
biologia L’insieme delle scienze riguardanti gli organismi viventi. Dal punto di vista della classificazione dei viventi, la biologia si distingue in vegetale (➔ botanica) e animale (➔ zoologia); se invece si tiene conto degli aspetti secondo i quali l’organismo può essere studiato, dobbiamo distinguere come ... medicina Scienza che ha per oggetto lo studio delle malattie, la loro cura e la loro prevenzione. 1. Generalità La medicina si distingue in: medicina interna, la scienza medica in senso stretto, ossia la clinica medica, che comprende lo studio delle malattie il cui trattamento terapeutico è prevalentemente ... chirurgia Ramo fondamentale della medicina che affronta il problema terapeutico con atti manuali o con operazioni strumentali; la sua distinzione nel vasto campo delle discipline mediche è essenzialmente d’indole pratica e non concerne gli aspetti dottrinari. I vari problemi, sia quelli teorici di patologia, sia ... malattia Lo stato di sofferenza di un organismo in toto o di sue parti, prodotto da una causa che lo danneggia, e il complesso dei fenomeni reattivi che ne derivano. Elemento essenziale del concetto di malattia è la sua transitorietà, il suo andamento evolutivo verso un esito, che può essere la guarigione, la ...
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