GIULIANI, Attilio
Nacque a Roma il 27 giugno 1899 da Romolo e da Abigaille Bignocchi, entrambi di origine marchigiana. Trascorse ad Ancona gli anni giovanili, apprendendo i primi elementi di disegno dal padre, scultore e decoratore allievo di G. Sacconi. Da autodidatta iniziò a dedicarsi all'incisione su legno, stimolato dalla conoscenza dell'opera di A. De Carolis e dal generale clima di rinascita che dall'inizio del Novecento viveva l'arte della xilografia.
Grazie all'azione di riviste come Leonardo, Hermes, Ebe e, nel secondo decennio del secolo, L'Eroica, si reagiva infatti alla xilografia industriale rilanciando la preziosità del legno, inciso e stampato direttamente dall'artista, da usare per decorare libri, periodici o ex libris, marchi e carte intestate.
Dopo aver partecipato alla prima guerra mondiale come ufficiale del genio navale nella direzione macchine, il G. frequentò i corsi di ingegneria meccanica, conseguendo la laurea nel 1924. Nello stesso anno si recò a Gubbio per dirigere la fabbrica di maioliche Mastro Giorgio; nel 1925, nella stessa città, venne chiamato a insegnare al primo corso di xilografia presso la Scuola d'arti minori. Alla fine del 1926 si trasferì nella capitale, e nel 1927 fondò, presso la Scuola preparatoria delle arti ornamentali del Governatorato, la Scuola romana di xilografia, che si qualificò presto come uno dei centri italiani più importanti per lo studio dell'incisione su legno.
Se nella scansione dell'immagine in ampie zone di bianco e nero e nella predilezione per il segno largo, sintetico e spezzato, la prima produzione del G. manifestava la sintonia con gli indirizzi espressivi sostenuti dal gruppo dell'Eroica, dalla seconda metà degli anni Venti l'artista evolveva verso una direzione più marcatamente naturalistica. Una moltitudine di tratti ora più sottili, regolari, descrittivi, ora più incisivi e angolosi, di un vigore tipicamente novecentesco, costruivano immagini dai ricercati rapporti tonali, con ampie zone scure dalle quali le forme emergevano con forza scultorea. Classici i generi trattati: la natura morta, il ritratto (molte le tavole raffiguranti personaggi anche celebri: Trilussa, 1924; Il duce, 1925; Pietro Belli, 1926; Pio XI, 1929), il paesaggio (ampi e spaziosi brani di campagna marchigiana ricchi di dettagli, angoli poco noti di Ancona, Recanati e Roma, per lo più disabitati). Numerose anche le opere dedicate ai monumenti dell'Italia centrale, come il Campidoglio e Palazzo Venezia a Roma, L'anfiteatro romano e Ilpalazzo del governo ad Ancona.
Gli anni Trenta furono per il G. un periodo particolarmente fertile: frequentando il chimico Francesco Rocchi l'artista approfondì gli aspetti tecnico-scientifici dell'incisione, scoprendo processi originali per l'annerimento dei legni e nuovi inchiostri più adatti alla stampa; nel 1931 realizzò per l'Istituto Luce il documentario L'arte della xilografia in Italia, e nel 1934 collaborò al grande volume The universities of Italy, edito dalle Arti grafiche di Bergamo, con quattordici tavole raffiguranti gli edifici delle università italiane. Pur mantenendo l'insegnamento presso la Scuola romana di xilografia, dal 1937 al 1943 ricoprì il ruolo di assistente di Umberto Prencipe presso la cattedra di tecniche dell'incisione all'Accademia di belle arti di Roma.
Molto intensa poi fu l'attività espositiva; e il suo nome, oltre a comparire in alcune delle principali rassegne nazionali (Sindacali del Lazio del 1932, 1934, 1935, 1937, 1940; delle Marche del 1932, 1935, 1938; di Firenze del 1933; di Milano del 1941; Quadriennale di Roma del 1935, 1939, 1943; Biennale di Venezia del 1938 e 1942), figura nelle più importanti manifestazioni dedicate all'incisione: alla I e alla II Mostra internazionale dell'incisione su legno di Varsavia (1933, 1937); alla Mostra d'incisione italiana moderna a Riga (1935); alla I Mostra nazionale d'incisione italiana contemporanea all'Opera Bevilacqua-La Masa di Venezia (1935); alla Mostra d'incisione ad Abbazia (1936); all'Esposizione italiana di bianco e nero a Bucarest (1937); alla Mostra internazionale dell'incisione a Zurigo (1938); alla Mostra d'incisione italiana a Santiago del Cile (1939); alla Mostra d'incisione italiana moderna a Roma (1940). Nel 1932 tenne inoltre una personale presso la sede dell'Accolta dei trenta di Ancona.
Durante la seconda guerra mondiale fu tenente del genio navale nel corpo degli artisti pittori; e partecipò a missioni sui sommergibili che gli offrirono spunto per creare opere ispirate alla vita militare, esposte alla Mostra d'arte marinara al palazzo della Permanente di Milano (1942). Finito il conflitto si dedicò soprattutto all'insegnamento (diresse la Scuola romana di xilografia fino al 1969) e alla produzione di ex libris, rallentando molto l'attività espositiva: fu comunque presente alla Mostra d'incisione a Lucca (1956); alla II Mostra dell'incisione italiana contemporanea all'Opera Bevilacqua-La Masa di Venezia (1957); alla Mostra internazionale di ex libris a Cremona (1959); alla Mostra dell'ex libris europeo contemporaneo di Bologna (1960) e alla Mostra dell'ex libris contemporaneo a Padova (1963). Nel 1960 venne nominato conservatore onorario del Gabinetto nazionale delle stampe di Roma, dove nel 1967 e nel 1969 organizzò lezioni dimostrative di incisione e xilografia. Nel 1961 ricevette dal presidente della Repubblica la medaglia d'oro riservata ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte.
Il G. morì a Milazzo il 6 ott. 1975.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio Maria Adriana Gai; C. Ratta, L'incisione originale sul legno in Italia, con prefazione di L. Servolini, Bologna 1929, tavv. O, P, Q, R, C.; Mostra di LXXX xilografie e disegni di A. G. (catal.), Ancona 1932; M. Long., Panorami provinciali, in La Tribuna, 1° luglio 1932; C. Ratta, L'ex libris moderno in Italia, Bologna 1933, pp. n.n.; Id., L'ex libris italiano contemporaneo, Bologna 1933, pp. n.n.; Id., Quaderni Ratta, III, Bologna 1934, pp. n.n.; Mostra sindacale di disegni, in La Tribuna, 16 apr. 1935; P. Acquabona, Marchegiani per il mondo. A. G., ibid., 7 luglio 1938; C. Ratta, Artisti dell'Ottocento e del Novecento, I-II, Bologna 1938, pp. n.n.; P. Acquabona, La silografia di A. G., in Il Meridiano, Roma 29 ott. 1939; Gli scavi dell'anfiteatro di Ancona, in La Tribuna, 30 marzo 1939; Mostra d'arte alla Galleria del Tevere, in Il Giornale d'Italia, 14 maggio 1940; F. Cenci Mola, Mostra d'arte marinara, in Libro e moschetto (Milano), 31 genn. 1942; A. Crepaso, Conservare alla Patria nelle opere d'arte le glorie e il sorriso di tante creature che non ritornano più, in Brancaleone (Roma), 7 sett. 1947; S. Paparatti, Note d'arte. A. G. xilografo, in Maternità e infanzia (Roma), 9 giugno 1961, pp. 43-45; R. Branca, Breviario di xilografia, Cagliari 1967, pp. 89, 94-100; L. Servolini, Diz. illustrato degli incisori italiani moderni e contemporanei, Milano 1955, p. 390; A.M. Comanducci, Diz. illustrato dei pittori…, III, Milano 1972, p. 1504.