OMODEI ZORINI, Attilio
OMODEI ZORINI, Attilio. – Nacque a Candia Lomellina (Pavia) il 24 marzo 1897, figlio secondogenito di Carlo, medico condotto, e di Maria Panzarasa.
Compiuti gli studi liceali a Vigevano presso il liceo classico Benedetto Cairoli, si iscrisse all’Università di Torino, dove si laureò in medicina e chirurgia il 19 luglio 1921, discutendo, con l’anatomo-patologo Pino Foà, una tesi sull’anatomo-istologia delle splenomegalie. Conseguita la laurea, rimase all’ateneo torinese, dapprima come assistente volontario e poi di ruolo presso l’Istituto di anatomiapatologica, dedicandosi allo studio della tubercolosi e conducendo una serie di ricerche in campo sperimentale e clinico di cui dà conto il suo primo lavoro, Cirrosi grasse e cirrosi tubercolari del fegato: studio clinico, anatomo-patologico e sperimentale (Torino 1926).
Nel 1925 si spostò a Pavia, chiamato dal clinico e pneumotisiologo Eugenio Morelli, allievo di Carlo Forlanini, impegnato su più fronti nella lotta alla tubercolosi, che nel primo dopoguerra aveva conosciuto una minacciosa diffusione.
Inventore dello pneumotorace terapeutico per il trattamento della tisi polmonare, nel periodo bellico Morelli aveva sperimentato con successo la collassoterapia per la cura delle ferite toraco-polmonari. Alla metà degli anni Venti si dedicava allo studio della fisiopatologia dell’apparato respiratorio e al perfezionamento della pratica dello pneumotorace, sperimentato anche nel trattamento degli ascessi polmonari e incaverne bronchiettasiche.
Nel periodo pavese (1925-28), Omodei Zorini, aiuto effettivo all’Istituto di patologia speciale medica, divenne il più stretto collaboratore di Morelli.Da quel sodalizio scientifico e umano sarebbe nata una fruttuosa sinergia tra l’attività di direzione e di guida del maestro, che negli anni Trenta animò un vastissimo programma di costruzioni sanatoriali, equellaclinica, scientifica e didattica dell’allievo. Lasciata Pavia,Omodei Zorini seguì a Roma Morelli, nominato consulente dell’Istituto nazionale fascista per la previdenza sociale (INFPS, già Cassa nazionale per le assicurazioni sociali), e chiamato dalla Sapienza a ricoprire la prima cattedra in Italia di clinica della tubercolosi e delle malattie dell’apparato respiratorio.
Dal luglio 1933 fu medico di ruolo dell’INFPS (in seguito INPS), e, quindi, dal 1938, vicedirettore dell’ospedale sanatoriale Carlo Forlanini, inaugurato il 1° dicembre 1934 e destinato a diventare uno dei centri di riferimento internazionale per lo studio della tubercolosi.
Il Forlanini fu in quegli anni una palestra di eccellenza per la formazione di tisiologi e di personalespecializzato, e svolse funzioni assistenziali, preventive, di propaganda e di controllo epidemiologico in sanatori, consorzi, dispensari, colonie, preventori della rete consortile provinciale costruita con le leggi che istituivano l’assicurazione contro la tubercolosi (1927).
Nel fervido clima di attività dell’Istituto Forlanini, Omodei Zorini condusse una serie di ricerche sulla tubercolosi nel campo anatomo clinico e terapeutico, occupandosi tra l’altro della sindrome di bronchiolite bronchiettasica, della tubercolosi larvata e primitiva, degli adenomi bronchiali. Nel 1935 pubblicò l’Atlante anatomo-radiologico della tubercolosi polmonare, operache – come scrisse Morelli nella prefazione alla prima edizione – dimostrava la solida base di anatomia patologica dell’autore e rappresentava «un completo compendio di clinica della tubercolosi polmonare corroborato da indiscutibili documenti anatomo-patologici e radiologici».
Nella seconda metà degli anni Trenta, Omodei Zorini fu una delle figure più rappresentative della grande scuola pneumotisiologica italiana, da cui vennero nei due successivi decenni fondamentali apporti clinici e scientifici, pubblicati negli Annali dell’Istituto Carlo Forlanini e nella Rivista delle malattie dell’apparato respiratorio.
Chiamato a Napoli nel 1937 a occupare, come altri collaboratori di Morelli, una delle cattedre di tisiologia istituite in tutta Italia, vi rimase anche nei difficili anni della seconda guerra mondiale, alla direzione del nuovo ospedale sanatoriale Principi di Piemonte.
Nel 1945 tornò a Roma come direttore dell’Istituto Forlanini.In quel dopoguerra, segnato da una recrudescenza della malattia, s’impegnò attivamente nella riorganizzazione della difesa antitubercolare, sollevando a più riprese il problema dell’assistenza postsanatoriale. S’interessò anche della collassoterapia chirurgica della tubercolosi polmonare e delle tecniche di toracoplastica, perfezionando quella che chiamò ‘toracoplastica postero-ascellare’. Ebbe inoltre un ruolo importante e riconosciutonell’applicazione dello pneumotorace chirurgico extrapleurico.
Chiusa l’era della terapia meccanica della tubercolosi polmonare e apertasi quella della terapia chemioantibiotica, si inserì nel filone degli studi farmacologici, batteriologici e clinico-terapeutici. Dopo l’avvento in terapia dell’idrazide dell‘acido isonicotinico (dal riconosciuto potere antibatterico nei confronti del bacillo di Koch), mise a punto per primo la chemioprofilassi antitubercolare mediante isoniazide. Al XIII Congresso italiano di tisiologia (settembre 1956), illustrò le basi scientifico sperimentali e pratiche del suo metodo che, con sole compresse, presentava il vantaggio di assicurare la stessa protezione del vaccino antitubercolare BCG (comportante l’impiego di batteri tubercolari attenuati, ma comunque vivi, in individui del tutto sani) ed era efficace anche in condizioni controindicate per il vaccino. Conosciuto nel mondo come ‘chemioprofilassi antitubercolare di Omodei Zorini’, tale metodo trovò una larga applicazione in molte nazioni, contribuendo a ridurre notevolmente l’incidenza della tubercolosi.
Pubblicata nel 1963 a Roma, la monografia La chemioprofilassi antitubercolare mediante isoniazide fu tradotta in francese e in inglese. Per questa scoperta, Omodei Zorini fu proposto nel 1975 per il premio Nobel per la medicina da ricercatori di numerosi paesi, tra cui l’Italia. La proposta non ebbe seguito perché il regolamento prevedeva che fosse assegnato a scienziati impegnati esclusivamentenella ricerca.
Nel 1952 fu chiamato alla cattedra romana di tisiologia, succedendo a Morelli e tenendo contemporaneamente le direzioni del Forlanini e del centro studi del-l’INPS per le ricerche scientifiche e terapeutiche sulla TBC.
Per le sue ricerche nel campo della chirurgia polmonare e del trattamento antibiotico e chemioterapico delle manifestazioni tubercolari, gli furono conferiti, nel 1962, il premio Morelli dell’Accademia dei Lincei e, nel 1963, la medaglia d’oro, assegnata dal presidente della Repubblica ai benemeriti della scuola della cultura e dell’arte e la medaglia d’oro della Sanità pubblica. Ricevette anche la Croix de Commandeur della Sanità francese.
Collocato a riposo nel 1968, continuò però a dedicarsi ai suoi studi, partecipando a convegni, tavole rotonde e incontri di studio, anche come membro di vari comitati, tra cui l’Union internationale contre la tuberculose, con sede a Parigi. Sposato con Giovanna Zoja, figlia del clinico Luigi, primo direttore della Clinica medica dell’Università di Milano, ebbe quattro figli.
Morì a Roma il 13 agosto1983.
Opere: L’attività scientifica di Omodei Zorini è testimoniata da circa 500 pubblicazioni, tra articoli scientifici, monografie, trattati, prefazioni di scritti di colleghi e allievi, relazioni a convegni, discorsi ufficiali, commemorazioni. Si ricordano le principali: Elasticità polmonare ed enfisema essenziale. A proposito di un nuovo trattamento chirurgico la frenicoexeresi, proposto per la cura dell’enfisema, Pavia 1928; Le bronchiectasie (broncopolmoniti croniche bronchiettasie), Roma 1934; Atlante anatomo-radiologico della tubercolosi polmonare, con G. Scorpati - G. Cerutti, Roma 1935 (II ed., con con G. Scorpati - L. Pigorini, ibid. 1950; III ed., con L. Pigorini - G. Scorpati - E. De Bernart - G. Coppola - G. Storniello, ibid. 1963); La patogenesi della tubercolosi polmonare nelle sue varie sindromi cliniche, Roma 1940; Studio clinico-funzionale sui tubercolotici dimissibili dai sanatori in rapporto alla ripresa lavorativa,in Atti del I Congresso antitubercolare del dopoguerra… 1945, Roma 1946, pp. 1-12;Terapia chirurgica della tubercolosi polmonare, con L. Francalana - E. Ruggeri - N. Di Paola, Roma 1948; Corso di tisiologia (con 57 ill.), Napoli 1950; Streptomicina e tubercolosi. Aspetti biologici e clinici, con C. Cattaneo, Roma 1950; Terapia della tubercolosi, in Atti del XIII Congresso italiano di tisiologia, … 1956, I, Roma 1958, pp. 1-190; Chemioprophilaxis of human and bovine tubercolosis by isoniezid according to Italian investigators, in Bulletinde l’Union Internationale contre la Tuberculose, XXIX (1959), p. 189; Tisiologia, V ed.,Napoli 1963 (I ed. 1937); La chemioprofilassi antitubercolare mediante isoniazide in campo umano e bovino, in Annali dell’Istituto Carlo Forlanini, suppl. al vol. 23,1963, numero speciale monografico in occasione della XVII Conferenza internazionale sulla tubercolosi; Terapia e profilassi della tubercolosi, con B. Mariani, in M. Lucchini - G. Spina, Vaccinazione antitubercolare,Torino 1971; L’Institut “Carlo Forlanini” dell’I.N.P.S., con G. Fegiz - G. L’Eltore - A. Monaco, Roma 1971; Aspetti attuali della diagnosi precoce della tubercolosi nelle Università, Atti dell’incontro presso l’Istituto di Medicina sociale, Roma, 19 giugno 1971, Roma s.d. (ma 1973).
Fonti e Bibl.: Torino, Arch. storico dell’Università, Registro di matricola, ad nomen; Pavia, Arch. storico dell’Università, Fascicolo personale (Omodei Zorini, Attilio, 1925-28); Roma, Arch. privato famiglia Omodei Zorini (in particolare, Note biografiche, testo dattiloscritto del discorso tenuto dal figlio Carlo in occasione del centenario della nascita, Candia Lomellina 1997). Per l’attività scientifica e organizzativa si vedano gli Annali dell’Istituto Carlo Forlanini ,1937-1968. P. Abruzzini, Necrologio, inChirurgia toracica, XXXVI (1983), 5, pp. 34 s.; A. O.Z.,Curriculum vitae,Roma 1951;A. O.Z., in Grande enciclopedia Vallardi, Appendice, II, Milano 1973, p. 477. Si veda anche CHEST. Edizione italiana, VIII (2006), 4, Editoriale, pp. 1 s.