ATTINIACEI (lat. scient. Actiniacea, dalla vecchia denominazione Actinia)
Gli Attiniacei sono quegli Attiniarî (v.) ai quali più propriamente si addice la denominazione di Attinie, Rose, o Anemoni di mare; e che si distinguono per essere sempre in individui isolati, non mai formanti cormo (salvo una sola eccezione), per avere la parete del corpo sempre molle, priva di scheletro. Essi vivono tutti nel mare, dalla superficie agli abissi, fissi a scogli, a pietre, a conchiglie, ad alghe, o piantati nel suolo, o in pertugi; e non sono semoventi, salvo qualche specie che assai lentamente muta di posto strisciando; taluni si lasciano trasportare passivi dall'acqua. Ciò nonostante, sono contrattili in altissimo grado: cosicché, p. es., la colonna, benché normalmente cilindrica, può assumere aspetto di sferoide, di lagena, di clessidra, ecc., può allungarsi, accorciarsi, curvarsi, e i tentacoli assai vivaci si agitano piegandosi, ondulando, retraendosi, sferzando. La contrattilità di espansione e retrazione dell'intero corpo è tale, che spesso l'animale si gonfia e ingrossa in modo iperbolico, tanto da rendere la sua parete sottile sino ad essere diafana, e poi d'un tratto, se è spaventato, retrae i tentacoli, si coarta tutto su sé stesso, e si riduce in una piccola massa compatta, informe, emisferica, discoidale (onco), che è forse meno del ventesimo in volume del corpo espanso.
Al sottordine degli Attiniacei appartengono parecchie centinaia di specie, che, pur serbando il tipo fondamentale dell'ordine Attiniarî e della classe Antozoi, presentano grande varietà di aspetto, di struttura e di abitudini (v. tavole: attinie). Questo sottordine può venire suddiviso in alcuni gruppi di maggiore affinità:
1. Edwardsini (Edwardsina dal genere Edwardsia) o Protactini. - Essi comprendono poche specie, le quali si distinguono da tutte le altre degli Attiniacei per avere la simmetria esaradiata non bene decisa. Nell'interno posseggono sei coppie di setti principali, delle quali le due sagittali sono complete, le altre quattro sono incomplete, cioè ciascuna con un setto grande (quello verso il dorso) e l'altro piccolo; e inoltre talora vi è l'accenno di altre paia di setti secondarî che sono assai piccoli e tutti eguali. Esternamente il disco possiede otto tentacoli grandi e otto piccoli, ai quali, grandi e piccoli, talvolta se ne intercalano sedici piccolissimi; la colonna è claviforme, e in luogo della suola o base ha una vescica delicata (physa), nella parte superiore ha un piccolo tratto (capitulum) pure delicato; nella parte media, che è grande, viene rivestita da una secrezione quasi forforacea (indusium); tutta la colonna è percorsa da otto solchi longitudinali (invectiones), che lasciano fra loro otto rilievi, sul sommo di ciascuno dei quali v'è una serie di tubercoli. Gli Edwardsini sono per lo più solitarî e stanno infissi nella sabbia o in pertugi o su zostere, ma non aderiscono.
2. Alcampini (Halcampina dal genere Halcampa) o Monaulini. - Comprendono molte più specie degli Edwardsini e quindi diversi generi e qualche famiglia. Nell'aspetto esterno alcuni rassomigliano molto agli Edwardsini anche per la giacitura; hanno colonna con capitulo, scapo e fisa, ma le invezioni sono dodici e i tentacoli anche dodici. Nell'interno posseggono sei paia di setti principali tutti completi; poi, oltre a queste, un secondo ciclo di paia non sempre complete e non sempre in numero di sei; per modo che la simmetria esaradiata bene affermata dalle prime viene un poco infirmata dalle seconde. Il genere Halcampa ha le paia dei setti in ordine esaradiato perfetto, sei principali e sei secondarie. Il genere Peachia ha il primo ciclo con sei paia principali complete, e il secondo con sole quattro paia, mancando quelle ai lati del paio sagittale dorsale. Il genere Scytophorus ha pure il primo ciclo regolare, ma il secondo rappresentato da un setto solo, non da un paio, nelle due logge ai lati della dorsale. Il genere Gyractis possiede altresì un primo ciclo di sei paia regolari e un secondo, rappresentato non da un setto solo, ma da due setti isolati, uno ai lati della dorsale come in Scytophorus, l'altro ai lati della ventrale.
3. Actinini (Actinina dal genere Actinia) o Esactinini. - Questi Attiniacei sono caratterizzati non soltanto dall'avere sempre completo anche il secondo ciclo di paia di setti, ma dal possedere, anche quasi sempre completo, un terzo ciclo di paia intercalate fra quelle del primo e del secondo e quindi formanti un terzo ciclo di dodici paia; e non solo questo, ma un quarto con intercalazioni consimili e perciò di 24 paia, e talora un quinto in modo analogo di 48, un sesto di 96 e anche più. Mentre con ciò si distinguono dai due gruppi precedenti, essi differiscono dai seguenti per altri notevoli caratteri che verranno indicati a loro luogo.
A questo gruppo appartengono famiglie numerose, che per lo più sono ricche di generi e di specie e che qui non è il caso di menzionare. Basterà accennare ad alcuni dei caratteri più notevoli.
Cominciando dall'aspetto esterno, vi è da rilevare che la forma generale tipica della colonna si modifica molto in via transitoria, per effetto della contrattilità, ma poco in via permanente, perché può essere più o meno lunga, più o meno corta (sino a discoidale in Discanthus, Plathyactis), più o meno a pancia, a clessidra, ecc. Di più si modifica per l'ampiezza o ristrettezza della base nonché per il grado di adesione e la relativa conformazione del lembo; per l'ampiezza o ristrettezza del disco e la relativa configurazione del margine (intero o lobato), il quale può alle volte essere distinto come rilievo dai tentacoli, alle volte no.
Maggiori varietà vengono offerte dalla superficie: questa in generale è liscia, uniforme e regolare, ma spesso viene solcata per il lungo in corrispondenza dell'attacco dei setti interni, e i solchi possono essere più o meno profondi e lasciare fra l'uno e l'altro rigonfiamenti più o meno spiccati. Spesse volte la superficie presenta piccole aree discoidali verruciformi, alle quali aderiscono corpicciuoli eterogenei (Cereactis), ovvero presenta tubercoli emisferici (Bunodes), ai quali pure, ma non sempre, aderiscono granelli o altro; ovvero ancora offre piccolissimi coni con apice forato, cinclidî, da cui passano gli aconzî (Adamsia). Queste strutture, verruche, tubercoli, cinclidî, talora paiono sparse qua e là senz'ordine, ma più sovente sono disposte in serie determinate o longitudinali o circolari, qualche volta esistono su tutta la superficie, ma per lo più si trovano o solo in alto, o solo in basso, o solo a metà. Dei tubercoli sono notevoli quelli offerti dai Bunodidi (Bunodes) per la forma emisferica regolare e per la precisa distribuzione in file longitudinali di grandezza diversa secondo l'importanza delle corrispondenti logge interne; sono notevoli quelli degli Aliciidi (Cladactis) per la complicazione quasi a grappolo; notevoli pure quelli azzurri del margine di alcuni Attinidi (Actinia equina) detti acroragi. Altro carattere della superficie è il rivestimento quasi forforaceo (indusio) che già trovammo negli Edwardsini e negli Alcampini e che si riscontra nei Fellidi (Phellia) e in altri.
La chioma tentacolare degli Actinini offre alcune varietà: nell'insieme può essere abbondante o scarsa; i tentacoli per sé stessi possono essere lunghi o corti, subulati (Bunodes), cilindroidi (Cereactis), clavati (Rhopalactis), ficiformi (Bolocera), varicosi (Ragactis); pervî o impervî, molto o poco flessibili; e per la disposizione possono essere mono- o policicli, e in questo caso entacmei, mesacmei, ectacmei, secondo che i più lunghi sono gli interni, i medî o gli esterni.
Anche nella struttura interna si notano diversità. Anzitutto per il numero dei cicli delle paia di setti, che possono essere soltanto tre (Ilyanthus) 6 + 6 + 12; o pervenire a quattro 6 + 6 + 12 + 24, a cinque 6 + 12 + 24 + 48, a sei 6 + 6 + 12 + 24 + 48 + 96 e anche parecchi di più. Poi per la natura dei singoli cicli delle paia: vi sono specie nelle quali il primo ciclo consta di 6 paia di setti grandi o macroenterici (cioè attaccati allo stomodeo e forniti di filamento enteroide e di gonade), il secondo consta di 6 paia di setti minori o microenterici (cioè non attaccati e non forniti di gonade) e il terzo consta di 12 paia di setti anche minori e microenterici. Vi sono altre specie in cui il primo e secondo ciclo sono macroenterici e il terzo microenterico. Altre ancora in cui primo, secondo e terzo sono macroenterici, il quarto e l'eventuale quinto microenterici; e così di seguito. Alcune specie portano gonadi e filamenti enteroidi soltanto sulle due paia sagittali.
Altre variazioni di struttura interna provengono dalla presenza o mancanza del grande muscolo orbicolare o sfintere, esistente nella parte superiore della colonna. Alcune specie ne mancano (p. es. nel genere Ilyanthus); altre lo hanno appena accennato (Actinia, Anemonia, Cladactis); altre lo hanno molto robusto ed endodermico (Bunodes) o ectodermico (Adamsia, Sagartia).
Altre variazioni di struttura interna derivano dalla presenza o mancanza dei fili missili orticanti (aconzî). Questi esistono nelle famiglie dei Fellidi (Phellia, Ilyactis, Chitonactis, ecc.) e dei Sagartidi (Actinoloba, Sagartia, Adamsia, Aiptasia, Nemectis, ecc.).
4. Sticodattilini (Stichodactylina da στίχος "fila" e δάκτυλος dito"). - Si distinguono dagli altri Attiniacei per avere tentacoli disposti sul disco in serie raggianti, così che ve n'è più di uno per ogni loggia. In generale il marginale o esterno è più grande degli altri, i quali a lor volta vanno gradatamente decrescendo verso il centro. Sovente i tentacoli sono isomorfi, e decrescono regolarmente (Aureliana, Discosoma, Capnea). Talvolta invece sono dimorfi, e i marginali differiscono molto dai discali per grandezza e per forma (p. es. Phymanthus, Phyllactis, Aulactis, Crambactis, ecc.).
La struttura interna degli Sticodattilini è ancora poco nota, e quindi i caratteri delle relative famiglie (del resto poco numerose) sono desunti dai caratteri della colonna e dei tentacoli.
5. Talassiantini (Thalassianthina, dal genere Thalassianthus). - Questi Attiniacei sono contraddistinti perché non posseggono veri tentacoli paragonabili a quelli degli altri gruppi, sibbene grosse estroflessioni del disco in forma varia: ora semplici (p. es. Actineria, Megalactis), ora ramificate (Actinodendron), sulle quali sorgono piccole appendici pure varie: pinnate, ramose, ovate, uncinate, ecc. Anche di questo gruppo la struttura è poco nota.
6. Miniadini (Minyadina, da Μινύας, nome mitologico). - È questo un gruppo non naturale, che comprende specie aventi parvenza e struttura o dell'uno o dell'altro dei gruppi precedenti ma che posseggono in comune una modificazione curiosa della base che gli altri non hanno. Questa non serve per aderire al suolo, ma si restringe col lembo e si rinserra su sé stessa, formando una cavità che include aria e forma una pneumocisti o pneumatoforo, che serve a far galleggiare gli animali alla superficie del mare in posizione capovolta e talvolta secerne una massa spugnosa chitinoide.
7. Altri gruppi. - Oltre ai predescritti si dovrebbe forse istituirne qualche altro per certe specie di Attiniacei che differiscono molto dalle già menzionate. Così per quelle che hanno tentacoli largamente perforati all'apice (Polysiphonia) o addirittura sostituiti da aperture ampie (Polystomidium, Sicyonis, Polyopis); così per quelle che hanno il disco ciatiforme cosparso da minuti tubercoletti anziché da tentacoli (Phialactis); così ancora per quelle che hanno tentacoli dendritici nascenti dalla parte superiore della colonna (Lebrunia); e anche per quelle che hanno colonna discoidale e quattro cicli di setti dei quali soltanto il quarto porta gonadi (Ophiodiscus), per quelle molto aberranti nella struttura e disposizione dei setti (Octineon), ecc.
Infine peculiare menzione merita il Polyparium ambulans, che è unico fra gli Attiniacei a formare un cormo regolare. Questo non è fisso, ma si muove e striscia alla guisa dei Limacidi e degli Eolidi.
Bibl.: V. la voce antozoi.