ATTONE (Azzone)
Nacque nella prima metà del X secolo da un conte Attone, secondo alcuni di origine borgognona e capostipite della casata dei conti teatini (pare investito della contea di Chieti e di quella di Penne nel 926 da Ugo d'Arles, che lo fece qualche anno dopo suo "consiliarius").
Va attentamente distinto dai numerosi altri conti di nome Attone (d'Apruzio, di valva o non individuati) che figurano nelle carte dello stesso periodo. P, certamente riconosciuto nei seguenti documenti: un contratto che insieme alla moglie Adelgunda stipulò con Ilderico abbate del monastero di S. Clemente a Casauria nel 951 (e che confermò nel 957) per ottenere in beneficio la "corte del Colle " ben cinque placití tenuti nel territorio chietino o in quello di Penne fra il maggio del 975 e il dicembre del 983, dei quali quattro furono risolti a favore di Adamo abate della SS.ma Trinità di Casauria, in lite con privati, e uno a sfavore di Giovanni vescovo di Penne; altri due contratti, del 987 e 993, coi quali acquistò da Giovanni abbate del monastero Casauriense il godimento per sé, sua moglie Adelgunda e i suoi discendenti, oltre il nipote Trasmondo, di vasti territori nelle contee di Apruzio, Penne e Chieti, avendo egli fornito denaro per le riparazioni del monastero. A incerto, invece, se debbano riferirsi a lui le notizie della presenza di un conte Attone al placito di Bari (per volere dell'imperatore Ottone I) nel 968 ed al placito tenuto in un territorio pennese a Pecania nel 978, e la notizia di una donazione di terreni nello stesso territorio da parte di Roffredo abbate di S. Vincenzo al Volturno a un conte Attone nel 984. là identificabile con suo figlio un Azzolio conte di Chieti di cui si ha notizia nel 981, mentre è certamente Attone conte di Spoleto quegli che, passando per Chieti, nel ggi guidò una colonna di armati a combattere contro i Saraceni in Puglia. Ebbe almeno altri tre figli: Trasmondo, Attone e Gervisa.
Fonti e Bibl.: L. A. Muratori, Rer. Italic. Script., II, 2, Mediolani 1726, coll. 825, 835 s., 954, 963-971, 979-981, 984-986, 1115; Lupus Protospatarius, in Mon. Germ. hist., Scriptores, V Hannoverae 1844, p. 56; Chronicon Vulturnense del monaco Giovanni, a cura di V. Federici, II, Roma 1925, in Fonti per la storia d'Italia, LIX, pp. 272, 328-330; C. Manaresi, I placiti del "Regnum Italiae", II, 1, Roma 1957, ibid., XCVI,pp. 141, 144, 177, 178, 181, 194, 196, 213, 236, 238; C. DeLaurentiis, Il gastaldato e la contea di Chieti, in Bollett. d. Soc. di storia patria abruzzese, XVI(1904), pp. 1 ss.; J. Gay, L'Italie méridionale et l'Empire byzantin, Paris 1904, p. 368; F. Savini, La contea d'Apruzio e i suoi conti, Roma 1905, pp. 80 ss.; G. Celidonio, La diocesi di Valva e Sulmona, II, Casalbordino 1910, p. 134; G. Fasoli, I re d'Italia, Firenze 1949. p. 209.