attore
Il volto e la maschera
Attore è colui che agisce di fronte a un pubblico durante uno spettacolo. Il termine deriva dal verbo latino agere ("agire") e quindi si riferisce a un'azione che non consiste nel raccontare, ma nel rappresentare. Un attore rappresenta, in genere, un'altra persona; 'finge', con il proprio corpo, di essere una persona diversa da quella che è: un personaggio, spesso (ma non sempre) immaginato da qualcun altro.
In genere, uno scrittore inventa un personaggio e su questa base l'attore o l'attrice 'inventano' la loro interpretazione. Questa, però, cambierà ancora nel momento in cui l'attore si confronterà con le visioni del regista, o entrerà in relazione con le interpretazioni degli altri attori, o, infine, terrà conto delle reazioni degli spettatori. Nel lavoro creativo di un attore dunque i diversi strati coesistono e si armonizzano, non si eliminano a vicenda.
Oggi, quando si parla del mestiere e della condizione di attore, ci si riferisce in primo luogo all'attore del cinema e della televisione. Tuttavia, le tecniche recitative per il cinema e quelle per il teatro sono molto diverse tra loro, nonostante si tratti di due mestieri apparentemente molto simili e spesso praticati dalle stesse persone. Questo crea qualche problema: per esempio l'attore di teatro ne risulta penalizzato, perché spesso il pubblico si aspetta da lui effetti 'naturali', che sono resi possibili solo da certe tecniche cinematografiche. Basti pensare alla possibilità della ripresa cinematografica di ingrandire i dettagli, di portare in primo piano i volti, gli occhi, le più minuscole tensioni.
La recitazione cinematografica, inoltre, è più 'omologata', nel senso che segue più o meno gli stessi principi qualunque sia il paese da cui proviene il film, o l'epoca che esso rappresenta. Gli attori di cinema e di televisione recitano riproducendo il comportamento quotidiano e usano uno stile di comportamento simile al vero. Ci sono eccezioni solo tra gli attori comici: ad attori come Charlie Chaplin o Buster Keaton, Danny Kaye o Totò è permesso muoversi in maniera acrobatica, bizzarra, apparentemente strampalata.
Nel caso dell'attore di cinema è la macchina da presa (e cioè l'occhio del regista) a selezionare quel che deve essere guardato. Molto spesso ciò che agli spettatori appare come espressività è il risultato della relazione tra l'intensità del volto dell'attore e le diverse situazioni, azioni, oggetti che fanno da sfondo e con cui il volto viene messo in rapporto mediante il montaggio cinematografico (film).
La condizione di base, per l'attore cinematografico, è, pertanto, quella di essere 'fotogenico', che non vuol dire solo riuscire bene nelle riprese, ma anche avere un volto e una figura che si stagliano rispetto al contesto e diventano interessanti quando vengono proiettati sullo schermo. Talvolta, l'attore è talmente fotogenico da 'forare lo schermo', dando allo spettatore l'impressione di non essere solo un'immagine, ma una presenza viva.
Molto diverso è il caso dell'attore di teatro. La sua immagine non passa attraverso la macchina da presa; quindi l'attore deve essere in grado, con le sole sue forze, di guidare lo sguardo dello spettatore e di indirizzarlo. L'attore di teatro, con la sua particolare recitazione, ha il compito di far fare agli spettatori quello che nel cinema fa la macchina da presa: scegliere cosa guardare e per quanto tempo.
Per far questo, l'attore deve servirsi di atteggiamenti che diano un'impressione di vita e di naturalezza, ma che in realtà siano diversi, quindi più interessanti e meno prevedibili, per chi guarda, di quei comportamenti o reazioni che caratterizzano la vita quotidiana. L'attore deve creare per il proprio personaggio comportamenti e reazioni che attraggano, indirizzino e mettano in moto l'attenzione e lo sguardo selettivo dello spettatore. Le tecniche dell'attore teatrale derivano in gran parte da questa necessità. È dai problemi della relazione fisica e psicologica tra attore e spettatore, e dalle tecniche messe a punto per trasformare anche le difficoltà in fonte di meraviglia e di sorpresa, che scaturiscono la forza, il fascino e la vitalità del teatro.