ATTORE
Almeno da quando Tespi (Marm. Par., 534) concentrò l'attenzione del pubblico sul valore vivo della personalità umana nel dialogo, il personaggio destinato ad essere il protagonista di una vicenda drammatica (ὑποκριτής, histrio) destò l'interesse anche delle arti figurative. Già in età micenea, su alcune gemme e su pitture si notano esseri umani con teste animalesche, evidentemente rappresentanti alcuni demoni connessi con sacre liturgie (M. P. Nilsson, The Minoan Mycenaean Religion2, Lund 1950, p. 377 ss.); si tratta di rituali travestimenti che si ritiene siano stati alla base delle maschere collocate sul volto degli attori sin dagli inizi della elaborazione di una vera e propria azione drammatica; poiché, originariamente, fu soprattutto la maschera (v.), quella che distinse i personaggi sui quali gravava l'azione drammatica, ed anche i coreuti, dagli spettatori. Ancora nel vaso François i partecipanti ad una danza sacra indossano costumi soliti e non sono mascherati, mentre nei vasi dove sono scene dionisiache, sia in quelli con tecnica a figure nere che in quelli a figure rosse, i satiri ignudi, dalla testa calva e dalla corta barba, con una coda equina, diventano l'elemento comune che accompagna sia le scene teatrali che quelle mitiche o, comunque, genericamente riferibili al culto di Dioniso (v., ad esempio, il corteo di satiri condotto da Hermes sullo psyktèr londinese di Douris). Interessante per lo studio del costume del dramma satiresco è il noto vaso di Pronomos di Napoli della seconda metà del V sec. a. C. dove, attorno alla coppia di Dioniso e Arianna sono i personaggi di Laomedonte, Esione, Eracle e altri, ciascuno con la propria maschera in mano e tutti solennemente paludati nelle vesti del dramma, consistenti in tuniche decoratissime, alti calzari o coturnî, mentre Papposileno indossa un caratteristico costume peloso che si trova riprodotto anche in un vaso italiota rappresentante, forse, una scena del dramma satiresco eschileo Sfinge. In generale, la caratteristica del costume teatrale consisteva in una tunica ampia con maniche, che si ritrova nelle scene del culto eleusino, e poi nel cratere di Andromeda di Berlino. Un mosaico del museo di Napoli derivante da una pittura di età ellenistica, mostra attori che provano un coro satiresco sotto la guida di un vecchio maestro (v. tavola a colori).
Quanto alla commedia antica, si debbono ricordare i cori rappresentati su vasi a figure rosse: come uccelli, in un vaso attico di Londra (Journ. Hell. Stud., 1881, p. 309), come galli in uno a Berlino, come guerrieri su delfino o su struzzi in un vaso di Boston, come uomini-cavalli su di un vaso berlinese ed alcune significative terrecotte rappresentanti vecchi, pastori, ubriachi, grassoni inghirlandati, mercanti ambulanti, guerrieri, schiavi: tutti con corta tunica strettamente, e talora sconciamente, avvolta intorno al corpo, fornita talora di maniche, che più spesso imprigiona le braccia, mentre le figure femminili indossano un lungo chitone ed un himàtion, che talora vela il capo e che si avvolge intorno alla vita. Le figurine fittili con fine parodistico quali quella di Eracle, di Ulisse, di eroi tragici, in genere variano poco; al più si riscontra, invece di quel corto chitone, un giubbetto vero e proprio che si ritrova nelle rappresentazioni vascolari dei fliaci. Le statuette fittili della nuova commedia hanno maggiore varietà di costume: si va dal chitone di media lunghezza, gettato sulla spalla sinistra del "giovane", a quello maestosamente drappeggiato che ricopre il "padre" al di sotto della cintola, a quello corto sovrapposto alle brache dello schiavo; numerose pitture e rilievi conservano ricordo di questi costumi, dal rilievo di Napoli con scena di commedia alle pitture di Ercolano, ai mosaici di Dioskourides (v.) di Napoli, ad un'interessante lucerna ateniese sormontata da tre statuette di attori di mimo. Strettamente legato alla commedia antica è il costume fliacico, mentre nelle statuette bronzee o fittili romane è conservata una tunica ampia fino ai piedi che si ritrova nel rilievo fittile del Museo delle Terme a Roma con scena tragica, e nella scena di Fedra in una delicata pittura su marmo nel Museo Naz. di Napoli.
Molto rara è la rappresentazione dei tratti fisionomici reali di un a.: accenti ritrattistici ha la figura su un frammento di vaso di Würzburg e ricorderemo il ritratto bronzeo dell'a. C. Norbano Sorice, onorato nel Foro di Pompei al tempo di Augusto. Anche in tarda età imperiale il costume teatrale non varia essenzialmente nei monumenti pervenutici, sempre legato al doppio panneggio per le figure di primo piano ed ai corti giubbetti per i personaggi servili, come dimostrano le copie medievali dei manoscritti miniati di Terenzio, i mosaici del Vaticano e la bella statuetta eburnea del Petit Palais di Parigi o la stupenda attrice di mimi, in un mosaico di Treviri ora a Berlino.
Monumenti considerati: vaso François: Furtwängler-Reichhold, Gr. Vas., tavv. 1-3, 11-13; psyktèr di Douris: ibid., tav. 48; vaso di Pronomos: ibid., tavv. 143-145; vaso italiota con probabile rappresentazione della Sfinge di Eschilo: ibid., tav. 18o, 2; iii, p. 372; vaso con scene del culto eleusino: ibid., tav. 70; cratere di Andromeda di Berlino: E. Bethe, in Jahrbuch, xi, 1896, p. 292 ss., tav. 2; mosaico con attori, Napoli, Museo Naz.; E. Pfuhl, Malerei u. Zeichnung, p. 851 ss.; vaso attico di Londra con figure di uccelli: Journ. Hell. Stud., ii, 1881, p. 309; vaso attico di Berlino con raffigurazioni di galli e vaso di Boston con raffigurazioni di guerrieri: Flickinger, Griechisches Theater, p. 40, figg. 15-16; vaso di Berlino con raffigurazioni di uomini-cavalli: M. Bieber, Denkmäler zum Theaterwesen im Altertum, p. 127, n. 71 a, tav. 66, ecc.; rilievo di Napoli con scena di commedia: Brunn-Bruckmann, Denkmäler, Monaco 1888 ss., tav. 630 a; pitture di Ercolano: W. Helbig, Wandgemaelde der vom Vesuv versch. Städte Campaniens, Lipsia 1868, n. 1471; pitture di Pompei: ibid., nn. 1468-1470; lucerna ateniese con attori: M. Bieber, op. cit., p. 175; rilievo fittile del Museo delle Terme a Roma: G. E. Rizzo, in Oesterr. Jahreshefte, viii, 1905, p. 253 ss.; pittura su marmo con scena di Fedra nel Museo Naz. di Napoli: C. Robert, in Hall. Winckelmannsprogramm, 1898, p. 14 ss. e tav. 11; frammento di vaso di Würzburg: E. Langlotz, in La Critica d'Arte, vii, 1942, tav. xxxix, 12; ritratto di C. Norbano Sorice: A. De Franciscis, Il ritr. romano di Pompei, Napoli 1951, p. 27, fig. 15; manoscritti di Terenzio: W. Engelhardt, Illustr. der Terenzhandschr. Diss., Jena 1905; mosaici del Vaticano: B. Nogara, Mosaici Vaticani, Roma 1910, p. 27 e tavv. 56-66; statuetta eburnea del Petit Palais di Parigi: M. Bieber, op. cit., p. 122, n. 59, tav. 62, 2; rilievo eburneo di Treviri, nel museo di Berlino: ibid., p. 125, n. 70 e tav. 63, 2.
Bibl.: M. Bieber, Die Herkunft des tragischen Kostums, in Jahrbuch, XXXII, 1917, p. 61 ss.; id., Die Denkmäler zum Theaterwesen im Altertum, Lipsia 1920; A. W. Pickard, Dithyramb, Tragedy and Comedy, Cambridge 1927; L. Séchan, Études sur la tragédie grecque dans les rapports avec la céramique, Parigi 1926; M. Bieber, The History of Greek and Roman Theater, New Haven 1939.