attrarre (attrare)
Lezione, accolta nell'edizione della Simonelli, in Cv III XIII 9 Suo essere piace tanto a chi liele dà... che sempre attrae la capacitade de la nostra natura, la quale fa bella e virtuosa. Il senso del passo è dibattuto, soprattutto in quanto, dato il guasto dell'archetipo, non tutti gli editori sono concordi nella lettura : il Witte, ad esempio, peraltro allontanandosi molto dalla tradizione manoscritta, propone, invece di che sempre attrae, la lettura che superata n' è; il Romani, la '21 e il Busnelli del suo lume oltre, ricavando evidentemente la lezione oltre dal v. 44 della canzone Amor che ne la mente, di cui il passo è commento; il Vandelli, riproducendo fondamentalmente il testo Parodi-Pellegrini, integra che [in lei la sua virtute infonde] sempre, oltra la capacitade ecc., modificando dunque l'attrae dei codici in oltra (cfr. Amor che ne la mente 29 oltre 'l dimando di nostra natura) : ma " Se tormentatissimo era il passo già prima dell'edizione del '21, l'aver sostituito l'attrae dei codici con l'oltra della canzone l'ha reso addirittura sconcio " (Nardi, in Busnelli-Vandelli, Convivio, II 500-501). Accettando con il Nardi e la Simonelli la lezione attrae, assai chiaro è il significato del verbo a., qui usato nel senso figurato di " attirare ".
Nella medesima accezione anche in Fiore CLVII 2 Donar di femina sè è gran follia, / sed e' non s'è un poco a genti attrare / là dov' ella si creda su' pro fare (la donna non deve far doni, a meno che ciò non faccia per indurre qualcuno a compiere azioni che ella pensa possano tornare a vantaggio di lei stessa).