attraversare
Ricorre cinque volte, tutte nella Commedia. Col significato attivo di " passare da un lato all'altro " è usato in If XXV 81 Come 'l ramarro sotto la gran fersa / dei dì canicular, cangiando sepe, / folgore par se la via attraversa. Nel senso di " oltrepassare ", " passare oltre ", è usato assolutamente in XXXI 9 Noi demmo il dosso al misero vallone su per la ripa che 'l cinge dintorno, / attraversando sanza alcun sermone.
Due volte, al participio passato, assume il significato di " messo, collocato di traverso (come impedimento) ": in If XXIII 118, ove è descritta la pena di Caifàs che, confitto in terra, ostacola il cammino degl'ipocriti, costretti a passare sul suo corpo con le loro pesanti cappe di piombo : Attraversato è, nudo, ne la via, / come tu vedi, ed è mestier ch'el senta / qualunque passa, come pesa, pria; e in Pg XXXI 25, quando Beatrice redarguisce severamente D. per aver egli smarrito, insieme con l'amore di lei, il cammino verso il Sommo Bene: Ond'ella a me : " Per entro i mie' disiri, che ti menavano ad amar lo bene / di là dal qual non è a che s'aspiri, / quai fossi attraversati o guai catene trovasti, per che del passare innanzi / dovessiti così spogliar la spene ?... ", cioè, " quali ostacoli o impedimenti trovasti, perché tu dovessi perdere la speranza di procedere innanzi sulla via del bene? ".
Infine, col valore di " mettersi, presentarsi come ostacolo ", in contesto figurato, è in Pd IV 91 Ma or ti s'attraversa un altro passo / dinanzi a li occhi, tal che per te stesso / non usciresti : pria saresti lasso : ora " ti si presenta dinanzi " un'altra difficoltà, tale, che da solo non potresti superarla. (Qui Beatrice sta spiegando a D. perché sia diminuito il merito di coloro che non adempiono i voti).