attristare
Transitivo, in If XIX 104, col valore di " render tristo ", cioè " corrompere ": la vostra avarizia il mondo attrista, / calcando i buoni e sollevando i pravi. Riflessivo, col significato di " diventar triste ", " affliggersi ", in If I 157 quei che volontieri acquista ... / 'n tutti suoi pensier piange e s'attrista, e in Pg XVII 120 [l'invidioso] s'attrista sì che 'l contrario ama : desidera cioè che altri perda podere, grazia, onore e fama per timore che sormonti. Pur conservando lo stesso valore semantico, l'or ci attristiam di If VII 124 assume significato assai più intenso, posto com'è in opposizione a s'allegra (v. 122) e in correlazione col Tristi del v. 121 (che peraltro vale " accidiosi ": v. ACCIDIA); il verbo sembra quasi " indicare una specie di contrappasso " (Porena) cui sono condannati gli accidiosi, gl'incapaci all'ira, inerti ne l'aere dolce che dal sol s'allegra, cioè in vita, e ugualmente inerti ne la belletta negra, nel fango della lorda pozza di Stige.
In senso figurato, riferito all'aere che s'attrista tutto e piagne per la fredda neve e la noiosa pioggia, in Rime c 22.