attuffare
Il verbo, da D. avvertito tipicamente comico ' e quindi adoperato solo nella prima cantica, ricorre nei canti più decisamente orientati in quel senso (tre dei cinque esempi pertengono alla ‛ commedia ' dei barattieri, uno al contrasto fra D. e Filippo Argenti, e l'ultimo alla situazione degli adulatori).
Transitivo, vale " tuffare ", " sommergere ", " fare andare sott'acqua ", in If VIII 53 molto sarei vago / di vederlo attuffare in questa broda, forse con un registro semantico più acuto, di " aggredito e ben immerso " (Petrocchi), ovvero (Grabher) con " un'amara compiacenza ", e cioè " il compiacimento acustico di sentire il colpo di cosa che cada e diguazzi in quella broda " (escluderei invece la funzione neutra, di " tuffarsi ", " immergersi ", " andare a fondo "). Nella stessa tonalità di sarcasmo feroce, per violenta trasposizione in contesti familiari e quotidiani, morde la similitudine Non altrimenti i cuoci a' lor vassalli fanno attuffare in mezzo la caldaia / la carne con li uncin, perché non galli, in lf XXI 56.
Riflessivo, " tuffarsi ", " andare sott'acqua d'un solo slancio o salto ", ancora nell'ambito di una comparazione (suggerita però dall'esperienza della falconeria), a illuminare la splendida beffa di Ciampolo e l'inutile impennata di Alichino : non altrimenti l'anitra di botto, / quando 'l falcon s'appressa, giù s'attuffa, / ed ei ritorna sù crucciato e rotto (If XXII 131); oppure nel subitaneo scorcio dell'anzian di Santa Zita che il diavol nero scaglia nella pece dall'alto dello scoglio: Quel s'attuffò, e tornò sù convolto (XXI 46); su cui il Landino : " Narra quello che adivenne all'attuffato, il quale tornando poi su come suol fare chi va al fondo... ".
Al participio con valore di aggettivo, " sommerso ", " immerso ", " sprofondato ", in If XVIII 113 vidi gente attuffata in uno sterco / che da li uman privadi parea mosso.