AUDITORIO
. Organismo architettonico destinato alla esecuzione e all'audizione di musica, o ambiente per la radioproduzione di musica o di prosa. In America col termine auditorium s'indica un particolare e caratteristico edificio, molto importante nella vita collettiva americana, nel quale, oltre alle esecuzioni musicali e teatrali, si tengono pubbliche riunioni, assemblee, mostre, ecc.
Auditorio musicale (fr. salle de concerts; ingl. concert hall o auditorium; ted. Konzerthall). - Nell'aspetto esteriore e nei caratteri generali l'auditorio è affine ad alcuni edifici per spettacolo ed è costituito dalla sala per i concerti, preminente nel complesso edilizio; da altre sale minori per piccoli complessi, dalle sale di prova e di accordo, e dai soliti ambienti per gli esecutori, per il pubblico, per la direzione, ecc.
Esigenza fondamentale dell'auditorio è la sua rispondenza acustica che deve evitare la distorsione dei suoni, e farli risaltare convenientemente rendendoli perfettamente udibili in ogni punto della sala. Questa è caratterizzata dalla fusione della parte destinata al pubblico con quella destinata agli esecutori. Il podio dell'orchestra (mq. 0,60÷0,70 circa per concertista) è collocato infatti o al centro della sala con i posti tutto intorno (sale circolari) o da un lato, addossato alla parete di fondo o incassato in un nicchione, e si protende verso la sala senza separazione notevole dalle prime file.
Gli orchestrali e i coristi sono distribuiti nei varî ripiani del podio per la visibilità e tenendo conto della natura dello strumento o della voce. Le singole posizioni vengono tenute ben presenti nella soluzione dei problemi acustici, considerando l'orchestra non come sorgente sonora puntiforme, ma nella sua esatta composizione per evitare fenomeni acustici dannosi.
I posti del pubblico vengono invece sistemati, come nei teatri, secondo curve visuali, poiché, pur essendo interessato all'audizione musicale il solo organo dell'udito, una buona visibilità è una necessità insopprimibile dell'ascoltatore e aiuta molto l'audizione.
Per i problemi acustici che hanno preminente importanza v. acustica (I, p. 456; App. I, p. 22 e in questa App.).
La forma più comune per sale di piccola ampiezza è quella corrispondente a una pianta rettangolare, in qualche caso con angoli smussati. Le forme circolari ed ellittiche, per i fenomeni di concentrazione dei suoni che si verificano, sono state usate più raramente, pur costituendo sempre una tendenza ideale dell'architetto, che ha visto in esse una conclusa espressione di unità e la migliore fusione del pubblico con l'orchestra. Più usate sono invece le forme trapezie e, per sale di notevoli dimensioni, quelle a ventaglio (a settore di corona circolare), che evitano il fenomeno delle successive riflessioni del suono tra le opposte pareti parallele, nonché forme più complesse risultanti da accostamenti e compenetrazioni di figure geometriche opportunamente raccordate.
L'ampiezza della sala dipende dal numero dei posti e dalla composizione dell'orchestra e gli esempî più notevoli riguardano auditorî da 300 a 900 posti per la musica da camera e da 800 a 1500 posti per i concerti. Non mancano però esempî eccezionali di sale per 3000 posti (Sala Pleyel a Parigi) e ancora più grandi, costruite in occasione di esposizioni internazionali.
Influiscono al riguardo complessi fattori pratici ed economici e un insieme di esigenze psicologiche.
Per la musica da camera, che richiede un'atmosfera più intima, sarebbe preferibile una piccola sala di limitata durata della coda sonora; per una sala da concerto, invece, tale durata può essere maggiore ed è necessario un numeroso uditorio per controbilanciare la complessa composizione dell'orchestra (in alcuni casi 150 concertisti e 200 coristi).
Nel primo caso una sala di piccola ampiezza, con limitato numero di posti, non è economicamente conveniente e impone agli esecutori la ripetizione del concerto per soddisfare altro pubblico, cosa questa non sempre gradita agli esecutori stessi. Nel secondo caso la convenienza di costruire sale di grande capacità, che consentono di ridurre il prezzo del biglietto, non trova riscontro notevole per le forti spese di impianto e di esercizio, non compensate da entrate adeguate e costanti. L'esecuzione di concerti sinfonici, infatti, è limitata abitualmente a determinati periodi dell'anno e, purtroppo, ancora riservata a una particolare categoria di pubblico, non eccessivamente numeroso.
Ci si è quindi orientati verso sale intermedie, ma è viva la tendenza a costruire auditorî di volume variabile affinché la stessa sala possa servire per i diversi generi musicali e possa rispondere, in caso di scarso affollamento o durante le prove (sala vuota), alle esigenze pratiche, acustiche e psicologiche dei concertisti e del pubblico.
Il problema acustico negli auditorî è complicato dalla influenza di tanti altri fattori di carattere strutturale e strettamente tecnico per quanto riguarda gli impianti, e dalle esigenze umane che non devono essere sopraffatte dalle esigenze di ordine materiale, anche perché questo organismo assume carattere più aulico delle altre sale da spettacolo, essendo votato a forme di arte pura e riservato a un pubblico più omogeneo e di più raffinata sensibilità estetica.
Auditorio radiofonico (fr. studios; ingl. broadcasting studios; ted. Senderraum). - Il numero degli auditorî di un radiocentro (v. radiocomunicazioni, XXVIII, p. 721 e in questa App.) e le loro caratteristiche (volume, forma, provvedimenti acustici) dipendono dal numero e dalla composizione dei programmi radiofonici, nel quadro di tutti gli impianti della rete.
Generalmente un radiocentro dispone di auditorî piccoli - di qualche decina di mc. - destinati ai conferenzieri e agli annunciatori; auditorî medî - di qualche centinaio di mc. - destinati alla musica da camera, e auditorî grandi -dell'ordine di qualche migliaio di mc. - destinati ai grandi complessi orchestrali. Il volume dipende infatti dal numero degli esecutori e dal tipo degli strumenti musicali adottati, nonché dalla impressione acustica che si vuole creare nell'ascoltatore per caratterizzare l'ambiente.
Per la rappresentazione di ambienti acustici diversi (prosa) si provvede o con varî studî di diverso volume, sistemati intorno a una sala di regìa (accoppiando quindi elettricamente i microfoni disposti nelle varie sale) o con particolari dispositivi elettroacustici. Sono utilizzati anche qui auditorî a riverberazione variabile che permettono di modificare il volume, con tendaggi distesi in determinati punti della sala o spostando addirittura le pareti, o, più comunemente, agendo sull'assorbimento totale. Si adottano pareti mobili che scorrono a coulisse o girano intorno a un asse verticale, tendaggi, prismi e cilindri girevoli, le cui facce sono rivestite di materiali che variamente assorbono il suono e che, a seconda della posizione che si fa loro assumere, possono dare il cosiddetto effetto morto o quello brillante.
Il movimento e la posizione di questi elementi mobili vengono comandati dalla sala di regìa mediante bottoni a pressione, che azionano cilindri a olio, o servomotori elettrici.
La forma ritenuta più adatta dagli Americani per gli auditorî radiofonici è quella parallelepipeda con rapporti di 2: 3: 5 tra altezza, larghezza e lunghezza. I tecnici europei si orientano, invece, verso forme irregolari, evitando il parallelismo delle pareti tra loro e del soffitto col pavimento, che comporta il noto fenomeno della persistenza del suono per successive riflessioni (flutter).
La tendenza recente ad ammettere nella sala anche il pubblico per renderlo testimone della esecuzione, offrendo nel contempo agli esecutori la possibilità di una reazione psicologica, ha consigliato la costruzione di auditorî radiofonici che non differiscono sostanzialmente da quelli comuni per l'audizione diretta.
La distribuzione dei materiali assorbenti e delle superfici riflettenti nell'ambiente e lo studio della riverberazione alle varie frequenze sono particolarmente importanti. La tendenza è infatti quella di avere una riverberazione pressoché costante alle varie frequenze. Per compensare quindi l'effetto selettivo alle varie frequenze dei materiali si adottano lastre di legno forate, di cui viene accuratamente determinato lo spessore e il numero dei fori, disposte a una certa distanza dalla parete muraria, e che si comportano da risuonatori. Vengono pure impiegati pannelli di legno vincolati ai bordi, che entrano in vibrazione a determinate frequenze quando sono investiti dalle onde sonore. In America sono state adottate recentemente superfici semicilindriche convesse diffondenti, che costituiscono veri e proprî pannelli vibranti e permettono la migliore diffusione dei suoni, e calotte sferiche diffondenti (diffusosfere). I risultati sembrano eccellenti e uno stesso auditorio pare adatto a trasmissioni diverse.
La determinazione delle caratteristiche acustiche, studiate dai tecnici in collaborazione con gli artisti, in auditorio e, soprattutto, sul risultato definitivo della trasmissione, è influenzata non solo dalle condizioni proprie dell'ambiente di produzione, ma pure dalle varie apparecchiature radioelettriche interposte tra il microfono e l'altoparlante che, malgrado la perfezione raggiunta, rendono ancora preoccupanti alcuni effetti di sala, e dalle esigenze d'isolamento dai disturbi, che costituiscono il problema fondamentale dell'organismo architettonico di un radiocentro.
La caratteristica propria della trasmissione radiofonica è infatti quella di riprodurre col solo mezzo acustico l'immagine di un mondo ignoto all'ascoltatore ed è quindi indispensabile che suoni e rumori riprodotti siano distinti, perfettamente scanditi, e non alterati da influenze estranee di qualsiasi natura.
Contribuiscono alla soluzione di questo importante problema anche la riduzione dei punti acusticamente deboli e quindi la totale abolizione di finestre con la conseguente illuminazione elettrica e il condizionamento dell'aria, nonché una rigorosa disciplina del silenzio. L'auditorio, quindi, non sempre assume aspetto favorevole all'esaltazione delle qualità degli artisti, per cui il trascurato problema dell'aspetto degli auditorî radiofonici comincia a essere affrontato nelle costruzioni più recenti, che raggiungono, con un'adeguata espressione formale e una ricercata eleganza, il massimo decoro.
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