Poeta e drammaturgo tedesco (Weimar 1761 - Mannheim 1819). Scrittore estremamente prolifico e versatile, ha lasciato una serie innumerevole di lavori teatrali, affermandosi come il favorito dal pubblico contemporaneo, tanto che lo stesso Goethe, che pure senza reticenze lo disprezzava, non poté fare a meno di mettere in scena a Weimar, e per centinaia di repliche, alcuni dei suoi lavori. La caratteristica della sua arte appare già chiara nel primo dramma Menschenhass und Reue (1789) che ebbe un successo enorme, contro il quale nulla valsero gli scherni dello Schiller e una tarda parodia. Altrove invece, come nella non meno famosa commedia Die deutschen Kleinstädter (1803), egli otteneva la stessa popolarità mettendo in ridicolo le ambizioni meschine e la smania del pettegolezzo dei borghesi provinciali.
Figlio di un consigliere di legazione, studiò diritto a Jena e Duisburg. Nel 1781 si recò in Russia, ove ottenne il titolo nobiliare e giunse sino alla carica di presidente del tribunale della provincia estone (1785). Morta la sua prima moglie, si ritirò a vita privata, dapprima a Parigi (1790), quindi a Magonza e Reval. Nel 1798 per alcuni mesi fu a Vienna come regista e drammaturgo, poi nella natia Weimar, dominata però da Goethe e da Schiller e divenutagli perciò inospitale, infine di nuovo in Russia; ma già alla frontiera, nell'aprile del 1800, per ignoti motivi fu arrestato e deportato in Siberia. Il breve dramma Der Leibkutscher Peters III (1799), letto in traduzione russa dallo zar Paolo I, indusse questo non solo a concedere a K. la grazia, ma anche ad affidargli la direzione del teatro tedesco di Pietroburgo e a fargli dono di un vasto possedimento in Livonia. Alla morte di Paolo I, tornò a Weimar, ancora una volta però male accetto in un ambiente dominato da Goethe, quindi passò a Berlino, ove curò la pubblicazione della rivista Der Freimütige, fieramente polemica nei riguardi di Goethe e dei romantici. Nel 1806 si trasferì a Königsberg, alla ricerca di documenti utili agli studî storici che in quegli anni lo occupavano. Tornato in Estonia nel 1808, curò la pubblicazione di due riviste, Die Biene (1808-09) e Die Grille (1811-12), d'interesse prevalentemente politico. Nominato dallo zar Alessandro I consigliere di stato nel 1813, dopo la caduta di Napoleone fu investito della carica di console generale russo a Königsberg. Ivi, dando seguito ai già intrapresi studî storici, pubblicò in spirito dichiaratamente reazionario una Geschichte des Deutschen Reichs (2 voll., 1814-15), che gli procurò la sfrenata avversione delle associazioni studentesche liberaleggianti. E l'odio dei liberali, dopo che K. si era trasferito a Mannheim con compiti particolari affidatigli dallo zar, armò la mano del fanatico Karl Ludwig Sand che lo pugnalò. Vanno inoltre citate le sue ben documentate ma mediocri opere storiche (per cui è ancora da ricordare Ältere Geschichte Preussens, 4 voll., 1809), romanzi e novelle (fra cui Die Leiden der Ortenbergischen Familie, 1785), liriche (Gedichte, 2 voll., 1818), scritti autobiografici (fra cui Mein Aufenthalt in Wien und meine erbetene Dienstentlassung, 1799; Das merkwürdigste Jahr meines Lebens, sull'internamento in Siberia, 2 voll., 1801), tutta produzione minore e spesso chiaramente mediocre; anche la sua produzione teatrale fu in notevole parte subito trascurabile, specie i drammi storici e di polemica politica. Invece, nella commedia e nella farsa si rivelò maestro, con fervida inventiva, opportuna dosatura dei toni critici e felice articolazione del dialogo. Fra i moltissimi titoli possono essere ricordati, oltre a quelli già citati, Armut und Edelsinn (1795), Die Negersklaven (1796), Der hyperboreische Esel (1799), Die deutschen K.