RODIN, Auguste
Scultore, nato a Parigi il 12 novembre 1840, morto a Meudon il 17 novembre 1917. Dopo aver seguito per tre anni, dal 1854 al 1857, i corsi della piccola scuola di disegno dove si formavano gli artigiani, fu bocciato all'esame di ammissione alla Scuola di belle arti e principiò a guadagnarsi la vita esercitando il mestiere di ornamentista. Credette per un momento di avere la vocazione religiosa e volle entrare dai padri del SS. Sacramento; il busto del padre Eymard, fondatore della congregazione, fu, nel 1863, la sua prima opera di scultura, dopo il ritratto di suo padre (1861). La sua personalità si affermò assai lentamente; seguì qualche corso di Barye al museo, e subì soprattutto l'influenza di Carpeaux, del quale fu ammiratore, e di Carrier-Belleuse, presso il quale rimase venti anni come sbozzatore, poiché la miseria gl'impedì per lungo tempo di realizzare un' opera personale. Nel 1875, dopo un viaggio a Firenze, lavorò alla celebre figura de l'Âge d'airain, statua che, discussa vivamente al Salon nel 1877, attirò su di lui l'attenzione del pubblico. Nel 1879 modellò il Saint Jean-Baptiste prêchant; comincia allora per R. la realizzazione d'una immensa opera, che va dai busti ai monumenti e alle grandi composizioni. Fra le ordinazioni ufficiali i Bourgeois de Calais (1884-1895), dove puoi scorgere ricordi di Donatello; il Victor Hugo (1886-1891) e il Balzac (1891-1898) furono durante un ventennio oggetto di vive discussioni. Il gruppo dei Bourgeois ha un valore scenico e morale cui dànno risalto l'aridità e la voluta rozzezza delle linee esteriori; più letterario, il Victor Hugo écoutant ses voix non fu posto al Panthéon, perché era seduto e non in piedi. Quanto al Balzac, rifiutato clamorosamente dalla Société des Gens de Lettres nel 1898, esso ci mostra chiaramente la volontà dell'artista di fissare, fuori del gusto plastico tradizionale, in una piena adesione all'impressionismo (movimento del quale, con M. Rosso, R. diventerà il più celebrato e geniale esponente) le visioni della sua immaginazione.
Dal 1880 fino agli ultimi anni della sua vita, R. modellò un numero prodigioso di figure, capaci di riempire, compresi i bozzetti, le due residenze di Parigi (il palazzo Biron) e di Meudon (la villa dei Brillanti, dal 1900) da lui donate alla Francia, alla vigilia della morte, e trasformate in musei. La maggior parte delle sue opere si ricollega al concetto d'una Porte de l'Enfer, ispirata a Dante e al Ghiberti, ma soprattutto al Giudizio di Michelangelo, sotto il cui dominio volentieri si pose, non senza qualche danno, la fantasia dell'artista. A questo immenso ciclo di meditazioni e di siorzi si ricollegano opere illustri come: Adam, il Penseur, le Ombre (1880), Eva (1881), -ugolino (1882), la Belle Haulmière (1885), il Bacio (1886), Paolo e Francesca (1887), il Figliuol Prodigo, Fugit Amor, il Dolore (1887), i Primi funerali (1920), senza contare una quantità di dannati, di satiri, di fauni, di amanti, che rivelano la natura sensuale dell'artista e il suo gusto letterario tutto rivolto verso i miti romantici e pagani.
Scultore di ricca e talvolta bizzarra invenzione, di vasta cultura, attuò un suo realismo drammatico fatto di movimento e di chiaroscuro pittorico; un energico linguaggio plastico che per amore di accenti eroici diviene qua e là enfatico e oratorio. Ma il naturalismo del suo tempo, se lo privò di forza decorativa - sicché lo apprezzi più che nella composizione, nel frammento -, affinò le sue eccezionali doti di psicologo, come risulta dai suoi numerosissimi ritratti e busti, dei quali ricordiamo: Alph. Legros e J.-P. Laurens (1881), Dalou, V. Hugo, Becque (1883), Rochefort (1884), Mirabeau, Bastien-Lepage (1889), M.me Rodin (1890), Puvis de Chavannes (1891), Falguières (1897), Gustave Geffroy (1905), Berthelot, M.me de Noailles (1906), G. Mahler (1909), Clemenceau (1911), il papa Benedetto XV, E. Clémentel (1916). Vasta e densa di espressione l'opera di R. disegnatore.
Dal 1900, anno in cui l'artista, in un'esposizione speciale, affrontò da solo il pubblico con 168 lavori, la gloria di R. fu grandissima in tutti i paesi e l'arte sua dappertutto imitata.
Le spoglie del R. riposano a Meudon nella sua villa dei Brillanti. Il R. scrisse un libro su Les cathédrales de France (1914), libro che rivela il suo amore per le vecchie pietre della Francia e il suo interesse per i problemi della scultura monumentale. Gli Entretiens, riuniti da Paul Gsell e Dujardin-Beaumetz, sotto il titolo L'Art, contengono idee mirabili e feconde.
V. tavv. CXXXIX e CXL.
Bibl.: E. Claris, De l'impressionisme en sculpture: Auguste Rodin et M. Rosso, Parigi 1902; L. Bénédite, R., Parigi 1923 e 1926; J. Cladel, R., l'homme et l'œuvre, Bruxelles 1908; G. Coquiot, Le vrai R., Parigi 1913; L. Delteil, le Peintre Graveur illustré, V, Parigi 1910; G. Geffroy, La vie artistique, voll. 8, Parigi 1892-1902, passim; O. Grautoff, R., Lipsia 1908; W. Grohmann, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXVIII, Lipsia 1934 (con ampia bibl.); M. Guerrisi, Discorsi su la scultura, Torino 1931.