Valensin, Auguste
Filosofo francese (Marsiglia 1879 - Nizza 1953), padre gesuita. Insieme col fratello maggiore Albert aveva ricevuto lezioni d'italiano durante l'infanzia dal padre, un ebreo battezzato, livornese di origine, che lavorava come giornalista a Tolone. Egli se ne ricordava molto più tardi: " Je me prends à repenser... aux soirées où nous traduisions ensemble La Divine Comédie ou Les Fiancés. Je me repens de n'avoir pas su profiter assez des leçons. Il me revient, de temps en temps, à la mémoire des vers du Grand Poète, qui me chantent délicieusement dans la tête " (Testes et Documents inédits, Parigi 1961, 26-27).
Ma gli anni della giovinezza e della prima maturità erano stati in realtà dedicati agli studi filosofici: prima a Marsiglia e Aix (dove gli era stato maestro e amico Blondel), poi negli anni di noviziato presso i gesuiti (fu compagno tra gli altri di Teilhard de Chardin), poi come professore a Jersey (1912-1920) e nella facoltà cattolica di Lione (1920-1935). Tuttavia già negli ultimi anni del soggiorno a Lione aveva ripreso a interessarsi della lingua e letteratura italiana, a far viaggi nella penisola, ad allacciare amicizie con personalità cattoliche italiane (G. Papini, padre Gemelli). Nell'estate del 1935 intraprese lo studio metodico dell'opera di Dante. Nel 1937 venne chiamato da P. Valéry come amministratore e docente al Centre Universitaire Méditerranéen di Nizza, dove si stabilì e rimase sino alla morte.
Attuando un programma annunciato in una lettera del 1937 (" Je vois d'ici tout un apostolat s'exercer à l'ombre de Dante ", Textes, cit., p. 289), iniziò da allora a professare corsi su D., a pronunciare conferenze alla Dante Alighieri e a tener letture dantesche prima a un pubblico ristretto poi a cerchie più ampie. Nel 1937 fondò col Mignon la " Société d'études dantesques " e dopo la guerra la ricostituì nel 1947. Fondò anche il " Bulletin d'Études Dantesques ", che venne ospitato dagli " Annales " del Centre. Svolse così contemporaneamente opera di diffusione della poesia dantesca e di apostolato (presso Valéry, Gide, Roger Martin du Gard).
Le lezioni e le conferenze di Nizza sono state raccolte, postume, in due volumi: Le Christianisme de D., Parigi 1954, e Regards: III. Dante, ibid. 1956 (recens. in " Studi d. " XXXIII [1960] 301). Nell'interpretazione dantesca del V. è avvertibile il lento suo evolversi dall'iniziale metafisica tomistica verso un idealismo platonico e pascaliano. Interessante l'interpretazione (in Regards III, cap. IV) della figura di Ulisse, visto come simbolo blondeliano della " philosophie séparée ".
Bibl. - Sr. Jean-Paul, O.P., A. V., in " Teoresi " IX (1954) 330-350; M. Mignon, Le père V. dantologue, in " Bull. Société d'Études Dant. du C.U.M " VI (1957) 33-34.