BACCELLI, Augusto
Nacque a Roma il 29 febbr. 1832 da Antonio e da Adelaide Leonori e, contrariamente alle tradizioni familiari, scelse gli studi di giurisprudenza anziché quelli di medicina. Divenne ben presto uno dei migliori avvocati di Roma e, senza trascurare le cause penali, preferì dedicarsi a quelle civili e commerciali.
Di sentimenti liberali e nazionali, durante la spedizione garibaldina del 1867 fu a Rignano Flaminio ad organizzare il rifornimento di armi e munizioni alla colonna veneta comandata da S. Andreuzzi. Tre anni dopo, il 22 sett. 1870, veniva acclamato, dai convenuti al grande comizio popolare del Colosseo, membro della Giunta provvisoria di governo, assieme a L. Pianciani, M. Montecchi, A. Lorenzini e L. Amadei. Dopo la riorganizzazione amministrativa, seguita all'entrata delle autorità italiane in Roma, fu eletto membro del Consiglio provinciale di cui fu presidente fino al 1882. Nominato intanto, assieme a P. Volpi-Manni, L. Alibrandi e a G. Venanzi, a far parte del Comitato di revisione dei processi politici, contribuì ad accelerarne i lavori, dando prova della sua profonda conoscenza del diritto e della procedura dei tribunali pontifici.
Eletto al Parlamento deputato di Subiaco per la XI legislatura (1870-74) e confermato per la XII (1874-1876), il B. sostenne i vari ministeri di Destra. Al principio di quest'ultima legislatura fu eletto tra i segretari della presidenza della Camera, ma si dimise, assieme agli altri eletti, per lasciar posto a un maggior numero di segretari appartenenti alla Sinistra quando questa, nel 1876, andò al potere. Sconfitto alle elezioni del 1876, rimase fuori del parlamento per la XIII e XIV legislatura. Rieletto a scrutinio di lista per il II collegio di Roma, che ora comprendeva anche la circoscrizione di Subiaco, tornò alla Camera per la XV (1882-86) e la XVI (1886-90) legislatura. Dall'82 al '90 sedette ancora a Destra pur votando quasi regolarmente a favore delle amministrazioni Depretis e Crispi. Intervenne raramente nelle discussioni, ma fu piuttosto assiduo ai lavori della Camera dalla quale fu eletto membro di alcune commissioni.
Nominato senatore, il 4 dic. 1890, partecipò ai lavori della Camera alta dalla XVII (1890-92) alla XXII (1904-09) legislatura, sedendo quasi sempre tra i settori di Destra e riservandosi di votare di volta in volta a favore o contro il ministero. Molto legato al fratello maggiore Guido e al nipote Alfredo, membri influenti della maggioranza governativa, spesso non seppe o non volle negare loro il proprio appoggio politico.
Fu presidente dell'ordine degli avvocati di Roma e ricoprì vari incarichi pubblici. Sostenitore, come il fratello Guido, della diffusione delle scuole tecniche, accettò la presidenza della Giunta di vigilanza dell'istituto tecnico e della scuola di agricoltura che tenne per molti anni.
Lasciò alcuni pareri a stampa e scritti di minor conto che si conservano nelle biblioteche romane.
Morì a Roma il 24 maggio 1906.
Bibl.: Commemorazioni in Atti parlamentari. Senato. Discussioni, sessione 1904-06, tornata del 12 giugno 1906; Ibid. Camera. Discussioni, sessione 1904-06, tornata del 13 giugno 1906; A. Zazza, Elogio funebre, Frosinone 1906; T. Sarti, Il Parlamento italiano nel cinquantenario dello Statuto, Roma 1808, p. 55; S. Sapuppo Zanghi, La XV legislatura italiana, Roma 1883, p. 256.